Esuberi nella pubblica amministrazione, la CGIL-FP spiega cosa accade con le nuove regole

Redazione 13/09/13
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Lilla Laperuta

In una nota diramata il 4 settembre la CGIL- FP Bergamo ha chiarito che con l’art. 2 D.L. 101/2013 il Governo Letta ha voluto dare applicazione alla norma del D.L. 95/2012 sulla spending review che permette ai dipendenti pubblici dichiarati in soprannumero di potere andare anticipatamente in pensione. Detta novità, si evidenzia, è stata ora estesa a tutte le amministrazioni pubbliche; dunque anche per i dipendenti degli enti locali e del sistema sanitario nazionale vale la possibilità di potere accedere al pensionamento anticipato con i requisiti precedenti alla riforma Fornero.

Nei casi previsti dall’art. 2, co. 14, D.L. 95/2012, e quindi per le ipotesi di eccedenze dichiarate per ragioni funzionali o finanziarie che dovranno essere certificate entro il 31 dicembre 2013, gli enti dovranno mettere in disponibilità il personale. Questi dipendenti, fino al raggiungimento della data prevista per la pensione, riceveranno una retribuzione pari all’80% dello stipendio tabellare.

Le amministrazioni che dovessero dichiarare degli esuberi in numero maggiore rispetto agli aventi diritto al trattamento pensionistico entro il 2015 potranno mettere in disponibilità anche il restante personale con la possibilità di aumentare questo periodo, retribuito all’80%, fino a 4 anni.

Una volta individuati i dipendenti tutte le amministrazioni non solo potranno ma, ai sensi del comma 6 dell’art. 2 del D.L. 101/2013, dovranno procedere al licenziamento dei dipendenti in possesso dei requisiti previsti e che quindi raggiungono la data della pensione entro il 31 dicembre 2015. Per questa particolare tipologia di licenziamento non vige la necessità di motivazione e viene altresì riconosciuto un preavviso di 6 mesi.

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