La riorganizzazione del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, disposta con il D.P.R. 3 settembre 2025, segna una svolta silenziosa ma profonda nella gestione pubblica dell’innovazione tecnologica e della compliance. L’istituzione della Direzione generale per le questioni cibernetiche, l’informatica e l’innovazione tecnologica introduce nel diritto amministrativo una dimensione inedita: l’intelligenza artificiale e la cyber sicurezza diventano oggetto di politica estera e di regolazione pubblica.
Per avvocati, consulenti e responsabili legali, la novità non è solo terminologica: si traduce in nuovi obblighi di coordinamento, in un diverso assetto delle competenze ministeriali e in un ampliamento degli ambiti di responsabilità collegati alla AI compliance. In materia consigliamo il volume “La legge Italiana sull’Intelligenza Artificiale – Commento alla Legge 23 settembre 2025, n. 132”, disponibile su Shop Maggioli e su Amazon. Per approfondire il tema, abbiamo pubblicato il volume NIS 2 ed Evoluzione della Cybersicurezza Nazionale, disponibile su Shop Maggioli e su Amazon.
Indice
- 1. La nuova Direzione generale e il valore giuridico del decreto
- 2. AI e diritto amministrativo: la compliance come politica estera
- 3. Le ricadute operative per i professionisti del diritto
- 4. Una nuova frontiera della responsabilità algoritmica
- Formazione in materia per professionisti
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1. La nuova Direzione generale e il valore giuridico del decreto
Il D.P.R. 3 settembre 2025, atto regolamentare emanato ai sensi dell’art. 17 della legge n. 400/1988, ha modificato il D.P.R. 95/2010 ridefinendo funzioni e competenze interne del MAECI. La norma istituisce un ufficio dotato di competenze autonome in materia di politiche internazionali sulla sicurezza cibernetica, uso dei mezzi digitali, intelligenza artificiale e digitalizzazione dell’amministrazione.
Per la prima volta, l’AI entra formalmente nel linguaggio giuridico di un decreto presidenziale, con la conseguenza che gli atti ministeriali futuri – dalle linee guida agli accordi bilaterali – troveranno un fondamento espresso in un regolamento governativo. Ciò conferisce certezza al quadro normativo e rafforza la legittimazione degli uffici competenti nei procedimenti che coinvolgono scambi tecnologici, progetti di ricerca e cooperazione internazionale. In materia consigliamo il volume “La legge Italiana sull’Intelligenza Artificiale – Commento alla Legge 23 settembre 2025, n. 132”, disponibile su Shop Maggioli e su Amazon. Per approfondire il tema, abbiamo pubblicato il volume NIS 2 ed Evoluzione della Cybersicurezza Nazionale, disponibile su Shop Maggioli e su Amazon.
2. AI e diritto amministrativo: la compliance come politica estera
L’inserimento della materia “intelligenza artificiale” tra le competenze ministeriali rappresenta un passaggio di sistema: la tecnologia diventa oggetto di sovranità amministrativa, non più solo di programmazione economica o scientifica.
Il giurista dovrà quindi leggere la disciplina della compliance AI anche alla luce del diritto pubblico, tenendo conto dei principi di trasparenza, responsabilità e proporzionalità che regolano l’azione amministrativa.
La Direzione generale per le questioni cibernetiche agirà come interlocutore istituzionale nei negoziati multilaterali e nella definizione di standard di sicurezza, operando in coordinamento con l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale e con le autorità europee. È in questo intreccio tra diplomazia e amministrazione che si definisce la nuova “compliance diplomatica” dell’intelligenza artificiale.
3. Le ricadute operative per i professionisti del diritto
Per gli avvocati d’impresa e i consulenti legali, il decreto introduce una cornice giuridica che rende più complesso ma anche più prevedibile l’ambito di applicazione delle norme su AI e dati strategici.
Le implicazioni pratiche sono tre:
- interlocuzione istituzionale: le imprese impegnate in progetti internazionali di AI dovranno interfacciarsi con la nuova Direzione generale per autorizzazioni e protocolli;
- coordinamento con l’AI Act europeo: la compliance aziendale dovrà considerare, oltre al regolamento UE, anche le linee diplomatiche e di sicurezza del MAECI;
- regimi di export control: le tecnologie di intelligenza artificiale potranno essere sottoposte a limiti analoghi a quelli previsti per i prodotti a duplice uso, con la necessità di valutare l’assoggettabilità dei software a vincoli autorizzativi.
In prospettiva contenziosa, il decreto è utile anche per la ricostruzione delle catene di competenza e di legittimazione, offrendo un parametro regolamentare in caso di impugnazioni di atti ministeriali in materia tecnologica o di sicurezza informatica.
4. Una nuova frontiera della responsabilità algoritmica
L’innovazione introdotta dal D.P.R. 3 settembre 2025 non si limita alla riorganizzazione amministrativa: ridefinisce il rapporto tra diritto e tecnologia. La “governance giuridica” dell’intelligenza artificiale passa ora attraverso una regia pubblica che unisce diplomazia, diritto amministrativo e compliance aziendale.
Per il giurista, questo significa adottare un approccio integrato: la conformità dei sistemi AI non riguarda solo l’etica e la privacy, ma anche la legittimità amministrativa, la sicurezza nazionale e la politica estera. Il diritto dell’intelligenza artificiale diventa così terreno di cooperazione istituzionale, ma anche spazio di nuove responsabilità professionali.
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