Approvata la nuova direttiva copyright

Redazione 14/09/18
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Mercoledì scorso, con 438 voti a favori, 226 contrari e 39 astenuti, la plenaria del Parlamento europeo ha approvato la nuova direttiva europea in materia di copyright.

La direttiva si è da subito rivelata molto contraddittoria, poiché rivolta ai colossi del web. Difatti, le grandi compagnie web, da oggi, saranno obbligate a condividere i loro ricavi con artisti e giornalisti. Pertanto, gli artisti potranno, in definitiva, ricevere le royalties per la riproduzione su alcuni siti, quali YouTube, Facebook e Google News.

Cosa cambia?

Le disposizioni più discusse e di maggiore interesse per la normativa sono, in particolare, due.

Il primo è l’articolo 11, per cui chiunque intenda riportare un link o uno snippet, sarà vincolato all’autorizzazione da parte dell’editore del contenuto riprodotto o citato e dovrà corrispondere a quest’ultimo una somma (c.d.link tax).

Il secondo è l’articolo 13 che impone un controllo preventivo al fine che vengano evitate, in qualsiasi misura, le violazioni dei diritti d’autore. La volontà europea è dunque quella di eliminare la rivisitazione dei contenuti originali e impedire la monetizzazione di chi copia.

I punti chiave della direttiva

La posizione del Parlamento, in materia di violazione del diritto d’autore, è quella di inasprire la responsabilità delle piattaforme e dei siti aggregatori. Tale responsabilità è stata estesa anche agli snippet, ovvero quei siti su cui vengono caricate solo parte delle notizie.

Nella sostanza la responsabilità si sostanzierebbe nel remunerare sempre gli artisti, evitando che il lavoro di questi ultimi venga minato.

Un’attenzione particolare è stata data anche alla figura del giornalista ed in particolare nei suoi rapporti con l’editore. Difatti, il giornalista, ora, potrà richiedere che gli venga dato una compenso ulteriore.

Cosa non rientra nella direttiva?

La direttiva non ha volutamente incluso le piccole e micro imprese del web, per agevolare l’innovazione e incoraggiare le start-up.

Ugualmente, la condivisione con i collegamenti ipertestuali inserita all’interno dei singoli articoli rimane libera.

Qualsiasi misura adottata dalle piattaforme per verificare che i contenuti caricati non violino le norme sul diritto d’autore dovrebbe essere concepita in modo da evitare che colpisca anche le opere che non violano il copyright. Le stesse piattaforme dovranno, inoltre, istituire dei meccanismi rapidi di reclamo (gestiti dal personale della piattaforma e non da algoritmi) che consentano di presentare ricorsi contro l’ingiusta eliminazione di un contenuto.

La direttiva non ha, poi, posto alcun veto nemmeno a: Wikipedia, meme, software open source. Il motivo di tale esclusione è la mancanza di una effettiva finalità commerciale.

La normativa europea permetterà quindi agli artisti di aumentare la loro posizione contrattuale, permettendo agli stessi di pretendere un compenso pari al numero delle visualizzazione della pagina e alla loro riproduzione. Infine, la tutela assume una forma più marcata con la possibilità, da parte dei diretti interessati, di concedere una licenza di sfruttamento esclusiva ad un solo o più titolare, il quali saranno i soli a potere riprodurre l’opera.
 

Redazione

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