Alcune considerazioni sulla ricostruzione del Ponte Morandi, Genova

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Nelle discussioni che si sono succedute in questi ultimi tempi intorno al crollo del Ponte Morandi, si è evidenziata una grossa confusione mediatica, non certo favorita dall’emotività e dai vari interessi aggregatisi, sia economici che politici.
Sono pertanto opportune alcune precisazioni, tratte da scambi di opinioni e valutazioni con tecnici, per alcune riflessioni :

– Il sistema dei trasporti genovese è del tutto carente né sono mai stati approntati strumenti di pianificazione quali PUT e Piano di Mobilità, atti a risolvere i problemi più urgenti ed a prevedere la soluzione di eventuali crisi o emergenze; ad oggi nessuna ordinanza potrà in tempi brevi porre rimedio a lustri di inadempienze;

– Non è possibile la demolizione dell’apparato fondale, che resta l’unica possibilità -obbligata- di appoggio del futuro ponte sia perché ancora efficiente, sia perché si tratta di opere interrate e palificate di enorme mole;

– Circa il nuovo ponte la normativa tecnica in vigore (NTC2018, DM 17-01-2018 e Circ. esplicativa) , assai recente ed aggiornata anche in rapporto a quella europea (Eurocodici), è di carattere prestazionale, prevedendo ogni aspetto quali sicurezza, durata, materiali, contenuti progettuali; appare il caso di ritenere necessaria la Valutazione Ambientale Strategica (direttiva europea 2001/42/CE e D. Lgs. 3-04-2006 n.152) in quanto l’opera erigenda deve essere inquadrata in una disciplina del territorio e in un quadro definitivo della rete infrastrutturale. Infatti il ponte è senza dubbio un’infrastruttura strategica che deve essere collegata in una rete un cui, ad esempio, la gronda possa costituire la ridondanza necessaria all’affidabilità del sistema.

– La normativa espone i criteri per il miglior compromesso tra sicurezza e costi; allontanarsi eccessivamente dai parametri standard potrebbe costituire un inutile spreco di risorse: sia di tempo che di denaro;

“cantierabile”) dovrebbe contenere sia le valutazione di impatto, sia l’esame dei vincoli , sia l’analisi multicriteria, affidando opportuna incidenza ai tempi esecutivi, stante l’urgenza somma;

– E’ il caso di ricordare, tra i vincoli, la sezione del fornice della galleria ad Ovest, che non può che recepire due corsie; superfluo, quindi, aumentare la larghezza del ponte se non per corsie di emergenza.

Le diverse problematiche

Le problematicità da considerare possono quindi in ultime analisi riassumersi nelle :

1. Velocità esecutiva;
2. VIA e VAS;
3. Manutenibilità;
4. Costo, ABC – Multicriteria;
5. Vincoli.

Nella pratica operativa vi sono alcune difficoltà :

– durata lavori;

– problemi di smaltimento dello smarino;

– impossibilità di limitare la pendenza massima accettabile per le autostrade per il raccordo agli imbocchi in galleria, questo anche per la necessaria profondità di quota per non perturbare i manufatti in superficie.

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Dott. Sabetta Sergio Benedetto

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