10 proposte per l’ambiente familiare

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Il 23 gennaio 2004 il FAI (Fondo per l’Ambiente Italiano; Fondazione nazionale senza scopo di lucro nata nel 1975 per tutelare l’ambiente italiano), in occasione del primo Convegno nazionale “Conservazione e partecipazione”, ha proposto un decalogo “10 proposte per l’ambiente” per promuovere in concreto una cultura di rispetto della natura, dell’arte, della storia e delle tradizioni d’Italia e tutelare un patrimonio che è parte fondamentale delle nostre radici e della nostra identità. Tutto questo si addice alla famiglia che è il primo ambiente (letteralmente “che sta intorno”) in cui nasce e si forma la persona, la quale trasferisce in ogni altro ambiente ciò che impara in famiglia. Sarebbe interessante, perciò, mutuare la terminologia del decalogo del FAI parafrasandola per adattarla all’ambiente familiare.

1. Riconoscere il valore della famiglia

Riconoscere nella famiglia le radici della propria identità e dell’intera società per costruire consapevolmente il futuro. In alcune fonti di diritto internazionale la famiglia è definita “cellula fondamentale della società” (si veda per es. l’art. 16 della Carta sociale europea). Nella nostra Costituzione all’art. 29 si legge che la famiglia è la “società naturale fondata sul matrimonio”. “Matrimonio” deriva dal latino “mater”, “madre”, perché fonte di maternità; la famiglia stessa è “matrimonio” nel senso di fonte di vita, non solo quella biologica. Corrispondente a “matrimonio” è la parola “patrimonio”, dal latino “pater”, “padre”, con cui si indica il complesso di beni che trapassa di padre in figlio. Ebbene la famiglia è anche “patrimonio”, da quello genetico a quello valoriale che ogni persona porta con sé, nel bene e nel male. Prendendo spunto dall’art. 9 comma 2 Costituzione si potrebbe dire che la famiglia è “patrimonio storico (da “storia” che etimologicamente è “vedere, sapere”) e artistico (da “arte” che etimologicamente è “andare, mettere in moto, muoversi verso qualcosa”) da tutelare”, perché la famiglia, a maggior ragione se patologica, riguarda non solo la persona ma l’intera comunità.

2. Opporsi alla superficialità del presente

Opporsi alla superficialità di un presente smemorato che aggredisce e devasta la famiglia. Nessuno è più colpevole di chi accetta con indifferenza il presente analfabeta che sta cancellando il valore della famiglia.

3. Agire e progettare con responsabilità e rispetto

Fare propri i segreti della storia umana per riprendere quotidianamente a progettare con responsabilità e rispetto nell’inevitabile trasformazione dell’ambiente familiare legata allo scorrere della vita. Indicative le locuzioni introdotte dalla riforma del diritto di famiglia del 1975 negli artt. 143 e ss. cod. civ. : “interesse della famiglia”, “bisogni della famiglia”, “vita familiare”, “esigenze dell’unità e della vita della famiglia”. Mettere su famiglia, avere famiglia non è (o non solo) realizzare i propri sogni o bisogni, ma la famiglia ha una sua soggettività che sublima il singolo o la coppia. Per questo la famiglia esige responsabilità (dal verbo latino “respondere”, che significa pure “contraccambiare”) e rispetto (dal verbo latino “respicere”, che significa anche “prender cura di uno”), parole che cominciano con il suffisso re- (ri-), che significa “di nuovo”, “dietro”, perché la famiglia richiede anche questo, la capacità di tornare sui propri passi, di volgersi indietro per andare poi avanti. Dalla responsabilità e dal rispetto all’interno della famiglia scaturiscono la responsabilità e il rispetto in ogni ambiente. “Agire e progettare” significa avere impegno e passione nel presente e apertura e speranza verso il futuro. La progettualità non deve riguardare le persone, meno che mai i figli, ma la vita insieme, la dimensione di “casa” (famiglia deriva dall’osco “faama”, “casa”; inoltre uno dei modi comuni per indicare il matrimonio è “accasarsi”). Lo spartiacque tra il presente e il futuro è spesso rappresentato dai momenti di crisi in cui bisogna distinguere e fare le dovute scelte. Capacità che vengono a mancare nelle nostre famiglie e per questo la crisi anziché essere un’opportunità (come significa anche nel corrispondente ideogramma cinese) diventa momento di chiusura e distruzione. Per questo bisogna educare la famiglia e educare alla famiglia.

4. Individuare e rispettare nuove regole

Trarre insegnamento soprattutto dalle esperienze negative per individuare nuove regole per uno sviluppo della famiglia basato sulla continuità tra passato e presente e assicurarne il rispetto. Può essere questo il significato dell’art. 144 cod. civ.: “I coniugi concordano tra loro l’indirizzo della vita familiare”. Le regole non vanno sic et simpliciter fissate, imposte, ma proposte e condivise. “Regola” deriva dal verbo latino “regere”, “reggere, dirigere, guidare”, pertanto è importante per l’esistenza dell’intera famiglia e di ogni suo singolo componente. Inoltre dal significato etimologico di “regola” si evince che questa non è qualcosa di statico ma qualcosa che fa procedere. Proprio perché oggi in famiglia non si vivono le regole, vi è avversione a tutte le regole in ogni ambiente dimenticando che qualsiasi gruppo non può vivere senza regole, come è dimostrato altresì dall’etologia.

5. Difendere la propria identità

Difendere “le proprie identità”, all’interno della famiglia e verso l’esterno, dall’aggressione di modelli estranei, globalizzanti e consumistici che annullano le differenze e spersonalizzano.

6. Integrare il passato con il presente

Affermare il criterio dell’integrabilità tra passato e presente per costruire una modernità ove il dialogo con nuove culture e nuove genti si coniughi con la tradizione, integrandola e dunque perfezionandola. “La famiglia: non un istituto del passato da difendere, ma un’opportunità del futuro da riscoprire” (Massimo Camisasca). La famiglia è “tradizione”, che etimologicamente non riguarda il passato ma piuttosto il futuro perché significa “consegnare, affidare, trasmettere”. “Non dimentichiamo che chi riceve, un giorno darà. Chi ha avuto la fortuna di crescere accanto ad adulti appassionati del racconto, della lettura, dell’arte, della scienza e della vita avrà maggiori possibilità di essere contagiato da queste benefiche passioni e di trasmetterle alle generazioni future” (Fulvio Scaparro, fondatore della mediazione familiare in Italia).

7. Promuovere la partecipazione

Individuare nella diretta partecipazione di ciascun membro alla tutela del proprio ambiente familiare lo strumento prioritario per realizzare uno sviluppo compatibile con i valori personali e familiari. “Partecipazione”, “prendere parte, rendere parte”, ha la stessa origine di “parente”, dal verbo latino “parere”, “generare, partorire” ed è assimilabile al concetto filosofico di “metessi”, inteso pure come “comunicazione, relazione, donazione” e quindi in ultima analisi come “amore donante”. La famiglia, insomma, è intimamente partecipazione e solo sperimentando questa profonda partecipazione la si può avere all’esterno, come previsto nell’art. 3 comma 2 Costituzione: “l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.

8. Promuovere la conoscenza

Ricordare che ogni famiglia è la prima responsabile dell’educazione e dell’istruzione. Educazione e istruzione sono i capisaldi della conoscenza, innanzitutto di se stessi; la conoscenza è cultura e la cultura è civiltà. Civiltà etimologicamente deriva da una radice col significato di “abitare, dimorare, insediarsi”; quindi chi vive bene la propria famiglia vive bene ogni altro ambiente, diventa cittadino. Bisogna, altresì, promuovere la conoscenza del plusvalore della famiglia, dal realizzare economie a fornire assistenza sociosanitaria (per esempio tramite i cosiddetti “caregivers”, coloro che si prendono cura di chi ha bisogno in famiglia senza ricorrere a strutture esterne).

9. Educare attraverso l’esperienza diretta

Considerare l’esperienza personale di ciascun membro il veicolo essenziale per l’educazione. Solo un più consapevole e abituale rapporto con esempi positivi può condurre spontaneamente verso un corretto comportamento e favorire felicità e benessere fisico e spirituale.

10. Conservare, vivere, integrare

Riaffermare che il proprio ambiente familiare non deve essere passivamente conservato, ma da tutti i membri vissuto con il coraggio di perfezionarlo e integrarlo con le necessità del presente. Solo così sarà percepito come parte integrante della propria storia e quindi amato e difeso come imprescindibile parte di se stessi.

Dott.ssa Marzario Margherita

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