Privacy: noi siamo i nostri dati

Redazione 08/02/18
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di Francesco Modafferi

«Privacy: noi siamo i nostri dati». Questo il titolo che abbiamo scelto per questa nuova rubrica dedicata a «comprendere le regole per rispettare il diritto alla protezione dati personali, alla riservatezza e all’identità personale nella società dell’informazione».
L’affermazione “noi siamo i nostri dati” è una delle tante brillanti intuizioni del prof. Stefano Rodotà; nel discorso di presentazione della relazione annuale del Garante al Parlamento dell’anno 2001 infatti l’allora presidente dell’Autorità rappresentava che “i cittadini mostrano di preoccuparsi assai del loro «corpo elettronico», di una esistenza sempre più affidata alla dimensione astratta del trattamento elettronico delle loro informazioni. Le persone sono ormai conosciute da soggetti pubblici e privati quasi esclusivamente attraverso i dati che le riguardano, e che fanno di esse una entità disincarnata. Con enfasi riduzionista, per molti versi pericolosa, si dice che «noi siamo le nostre informazioni». La nostra identità viene così affidata al modo in cui queste informazioni vengono trattate, collegate, fatte circolare”.
In questo passaggio il prof. Rodotà indicava quale avrebbe dovuto essere la prospettiva nella quale si sarebbe dovuta collocare la privacy: «la tutela dei dati è un diritto fondamentale della persona, una componente essenziale della nuova cittadinanza (…) non solo per respingere invasioni illegittime o indesiderate, ma anche per evitare di essere “costruiti” dagli altri».
Su questi binari si è mossa l’Autorità in questi anni al fine di garantire sempre che fosse rispettato il diritto delle persone a essere tutelate rispetto alla propria rappresentazione elettronica, da chiunque fosse detenuta, evitando che i dati personali potessero diventare una “minaccia” per gli interessati.
Con la rapida evoluzione delle tecnologie però oggi il solo sforzo dell’Autorità non è più sufficiente. È infatti necessario che si diffonda sempre di più la consapevolezza dei propri diritti da parte dei cittadini e la cultura della protezione dei dati personali presso tutti i soggetti, pubblici e privati, che li trattano.
In questo senso quindi la nuova rubrica intende dare un contributo a guardare i fenomeni anche “dal punto di vista della protezione dei dati personali” sforzandosi così di entrare nella logica di una disciplina affascinante e attuale ma anche spesso percepita come troppo complessa ed elitaria.
Abbiamo pensato di articolare la rubrica in due sezioni.
La prima “Attualità” sarà dedicata a riflessioni generali sul tema della protezione dei dati personali in rapporto alle vicende dell’attualità e agli sviluppi della tecnologia, per essere sempre al corrente di quelle che sono le “tendenze” del momento. In questa prima sezione ampio spazio sarà dato al nuovo Regolamento (UE) 2016/679.
La seconda “Lo ha detto il giudice” riporterà, invece, il punto di vista della giurisprudenza europea e nazionale (penale, civile e amministrativa) pubblicando estratti di sentenze accompagnate da alcune brevi note di commento dell’autore.
Questo è il piano di lavoro che abbiamo pensato e che potrà anche essere modificato con il tempo e l’esperienza, anche grazie ai suggerimenti del lettore. Buona lettura a tutti. Continua a leggere

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