Il Piano nazionale anticorruzione

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Il sistema previsto dal legislatore si articola su due livelli, uno nazionale costituito dal Piano nazionale anticorruzione e uno decentrato, costituito dal Piano triennale della prevenzione della corruzione e della trasparenza che ogni amministrazione deve adottare[1]. Il Piano nazionale anticorruzione è un atto di indirizzo, avente valenza nazionale, per le amministrazioni e per gli altri soggetti tenuti all’applicazione della normativa di prevenzione della corruzione, adottato dall’Autorità nazionale anticorruzione[2], di durata triennale e aggiornato, di norma, annualmente.

1 Le finalità del Piano anticorruzione

Il PNA ha, in primo luogo, il compito di promuovere l’adozione di misure di prevenzione della corruzione, individuando i principali rischi di corruzione[3] e i relativi rimedi e, inoltre, contiene l’indicazione di obiettivi, tempi e modalità di adozione e attuazione delle misure di contrasto alla corruzione[4]. Il PNA è, pertanto, uno strumento finalizzato alla prevenzione della corruzione, dove il concetto stesso di corruzione assume una visione ampia e, difatti, esso è comprensivo di varie situazioni nelle quali, per via dell’attività amministrativa svolta, si riscontra l’abuso da parte di un soggetto del potere affidatogli al fine di ottenere vantaggi personali[5].

La strategia che persegue il Piano nazionale anticorruzione è di livello nazionale e, le singole amministrazioni, definiscono un Piano triennale per la prevenzione della corruzione e della trasparenza da adottare entro il 31 gennaio di ogni anno. Il PTPCT individua il grado di esposizione dell’amministrazione al rischio di corruzione, indicando le misure adatte a trattare il rischio e, dunque, a prevenirlo. Il primo PNA è stato adottato nel 2013 mentre, il piano attualmente in vigore, adottato nel 2019, presenta delle novità importanti. In primo luogo, si compone di una parte generale, completata da tre allegati dedicati, rispettivamente, alla gestione dei rischi corruttivi, alla rotazione ordinaria del personale ed alla sistematizzazione dei riferimenti normativi sul ruolo e sulle funzioni del Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza. In secondo luogo, viene confermata la distinzione tra aree di rischio generale[6] e aree di rischio specifiche[7]. In quest’ultima area, i principali settori di rischio specifici per le università sono indicati nell’allegato 1 del PNA 2019 e si riferiscono ai contenuti del PNA 2017 parte speciale III e, nel dettaglio, riguardano la gestione delle attività di ricerca, di didattica, il reclutamento dei docenti[8], la gestione delle autorizzazioni dei professori universitari allo svolgimento di incarichi extra-istituzionali, nonché la gestione degli enti e delle attività esternalizzate dalle università.

Con il nuovo PNA 2019 viene sistematizzato il processo di gestione del rischio rendendolo più efficiente, sottolineando le differenze che ha ogni amministrazione, evitando analisi standardizzate[9].

2 La redazione del PTPCT

L’amministrazione, nella redazione del PTPCT procede all’elaborazione delle relative misure in tre tappe successive: analisi del contesto, sia interno che esterno, valutazione dei rischi corruttivi e loro trattamento[10]. Fondamentale è il monitoraggio delle misure che risulta determinante per il miglioramento continuo del sistema di gestione del rischio corruttivo[11].

Dal punto di vista delle misure di prevenzione della corruzione, le stesse possono essere distinte, in relazione alla loro portata, in misure generali e specifiche. In primo luogo, possono definirsi generali le misure che incidono sul sistema della prevenzione della corruzione, intervenendo su settori che riguardano in modo trasversale tutte le pubbliche amministrazioni. In secondo luogo, le misure sono invece specifiche laddove incidono su problemi riguardanti il contesto di riferimento in cui opera l’amministrazione, il suo settore, la sua particolarità e, tali misure, sono individuate tramite l’analisi del rischio corruttivo[12].

In conclusione, il Piano nazionale anticorruzione è un atto di indirizzo avente valenza nazionale che fissa obiettivi strategici al fine di ridurre le opportunità che si verifichino casi di corruzione, nonché di aumentare le possibilità di scoprire tali casi e di porre le basi per un contesto sfavorevole alla corruzione[13]. Il PNA, dunque, è una sorta di guida per le amministrazioni nell’adozione di concrete ed effettive misure di prevenzione della corruzione, senza imporre soluzioni uniformi e standardizzate che finirebbero per svilire le diverse realtà organizzative, compromettendone l’efficacia della stessa strategia di prevenzione della corruzione[14].

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Note

[1] Raganella E., Piani anticorruzione e aggiornamenti, in Nunziata M. (a cura di), Riflessioni in tema di lotta alla corruzione, Roma, Carocci Editore, 65 ss.

[2] Articolo 1, comma 2, lettera b) della legge del 6 novembre 2012, n. 190.

[3] Come appalti, rapporti di lavoro alle dipendenze delle pubbliche amministrazioni, atti di concessione di sovvenzioni, contributi, e sussidi volontari.

[4] Articolo 1, comma 2-bis, della legge del 6 novembre 2012, n. 190.

[5] Piano nazionale anticorruzione 2013-2016.

[6] Le aree di rischio generale rappresentano quelle aree comuni a tutte le Amministrazioni perché tutte gestiscono quel tipo di procedimenti o processi.

[7] Le aree di rischio specifiche sono quelle aree proprie del settore in cui opera l’amministrazione.

[8] Pertici A., Trapani A., La prevenzione della corruzione, Torino, Giappichelli, 2019.

[9] Locoratolo B., Pedaci A., Trasparenza e Anticorruzione nelle Pubbliche Amministrazioni, Napoli, Edizione Simone, 2018.

[10] Tortora A., La prevenzione della corruzione, Torino, Giappichelli, 2021.

[11] Zarone V., Il fronteggiamento del rischio di corruzione nella prospettiva economico-aziendale. Problemi attuali e implicazioni per il management pubblico, Torino, Giappichelli, 2017.

[12] Tortora A., La prevenzione della corruzione, Torino, Giappichelli, 2021.

[13] Scalia V., La corruzione: a never ending story, Torino, Giappichelli, 2020.

[14] Locoratolo B., Pedaci A., Trasparenza e Anticorruzione nelle Pubbliche Amministrazioni, Napoli, Edizione Simone, 2018.

Armando Pellegrino

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