AI Continent Action Plan: il piano AI per l’intelligenza artificiale

La Commissione Europea ha presentato l’AI Continent Action Plan, una delle strategie più ambiziose mai elaborate dall’Unione.

Il 9 aprile 2025 la Commissione Europea ha presentato l’AI Continent Action Plan, una delle strategie più ambiziose mai elaborate dall’Unione nel settore tecnologico. Non si tratta dell’ennesimo documento programmatico: qui parliamo di una vera e propria dichiarazione d’intenti che mira a trasformare l’Europa in un continente leader nell’intelligenza artificiale. Per farlo, Bruxelles punta su cinque pilastri fondamentali: infrastrutture informatiche, investimenti, sostenibilità, competenze e revisione del quadro normativo.
In questo articolo analizzeremo in profondità il piano, le sue implicazioni strategiche, i possibili ostacoli e gli intrecci con la normativa vigente come il GDPR e il futuro AI Act.
Per approfondimenti si consiglia il seguente volume, il quale racconta un quadro unitario a giuristi, avvocati, praticanti e studenti relativo agli aspetti che interessano la Professione: Intelligenza artificiale – essere avvocati nell’era di ChatGPT

Indice

1. Infrastruttura informatica: gigafactory dell’IA


La sfida della potenza computazionale
Nel nuovo scenario dell’IA, chi possiede la capacità di addestrare modelli di frontiera detiene una forma di sovranità tecnologica. Gli Stati Uniti e la Cina lo hanno capito da tempo. L’Europa, invece, è rimasta indietro, stretta tra la carenza di supercomputer e la frammentazione delle risorse.
Con l’AI Continent Action Plan, la Commissione propone la creazione delle AI Gigafactories: infrastrutture pubbliche di calcolo ad alte prestazioni, capaci di offrire agli innovatori, ricercatori e startup europee la potenza necessaria per competere a livello globale.

Cosa sono le Gigafactories?
Non parliamo di semplici data center. Le Gigafactories saranno:

  • Alimentate da energie rinnovabili.
  • Dotate di oltre 100.000 processori specializzati.
  • Ottimizzate per minimizzare l’impatto ambientale attraverso sistemi di riciclo energetico e idrico.
  • Focalizzate su “moonshots” strategici: sanità, biotecnologie, robotica, ricerca scientifica.

RAISE: il Consiglio Europeo per l’AI
Per coordinare gli sforzi, il piano prevede la creazione di RAISE (Resource for AI Science in Europe), un organismo che metterà in comune le risorse computazionali a disposizione della comunità scientifica europea. Per approfondimenti si consiglia il seguente volume, il quale racconta un quadro unitario a giuristi, avvocati, praticanti e studenti relativo agli aspetti che interessano la Professione: Intelligenza artificiale – essere avvocati nell’era di ChatGPT

FORMATO CARTACEO

Intelligenza Artificiale – Essere Avvocati nell’era di ChatGPT

Nell’anno appena trascorso l’intelligenza artificiale generativa, una delle sue forme più “creative”, è stata ed è ancora oggi uno dei temi più dibattuti. Avvocati e giuristi hanno iniziato a chiedersi se, oltre alla curiosità, le opinioni e i primi esperimenti, non sia opportuno iniziare a formarsi e acquisire nuove competenze nel proprio bagaglio professionale, ma nel mare magnum di informazioni molti si stanno ponendo la stessa domanda: “Da dove inizio?”. Questo libro nasce per rispondere al bisogno “di saperne di più”, raccontando in un quadro unitario a giuristi, avvocati, praticanti e studenti: quali sono gli aspetti che interessano la professione? Qual è lo stato dell’arte?  Le norme in vigore e in corso di approvazione che disciplinano l’utilizzo di AI nei settori principali del diritto, le prime esperienze presso gli studi legali, gli esempi e le istruzioni sui principali tool.Attraverso il racconto dei fatti, vengono naturalmente toccati anche i principali dibattiti in corso: gli aspetti etici, i temi della responsabilità civile in caso di danno, la tutela del copyright per le opere realizzate con le AI generative.Claudia MorelliGiornalista professionista, specializzata nei temi della legal industry e della digital transformation della giustizia, esperta di comunicazione legale. Professoressa a contratto presso l’Università di Bologna, dove insegna Comunicazione del Giurista, già responsabile della Comunicazione del Consiglio Nazionale Forense. Il presente volume è la sua prima riflessione organica sui temi della trasformazione digitale della professione forense.

 

Claudia Morelli | Maggioli Editore 2024

2. Investimenti massicci: il Progetto InvestAI


Il fabbisogno finanziario
L’intelligenza artificiale è un pozzo senza fondo in termini di risorse. La Commissione stima la necessità di mobilitare oltre 200 miliardi di euro nei prossimi anni. Una cifra astronomica, che dovrebbe provenire da:

  • Fondi pubblici europei e nazionali.
  • Investimenti privati.
  • Nuovi strumenti finanziari come lanci di fondi venture capital europei dedicati esclusivamente all’IA.

InvestAI: struttura e finalità
InvestAI è la piattaforma pensata per canalizzare questi investimenti. Essa si articolerà su tre linee principali:

  • Sostegno alle startup deep tech.
  • Finanziamento alla ricerca avanzata.
  • Supporto alla trasformazione digitale delle PMI.

La filosofia è chiara: non bastano regolamentazioni illuminate, servono soldi veri per scalare le innovazioni.

3. Sostenibilità: IA verde e responsabile


Un’IA che rispetta il Pianeta
Una delle accuse più pesanti mosse all’addestramento dei grandi modelli è l’impronta ecologica insostenibile. L’UE vuole spezzare questa narrativa.
Le AI Gigafactories saranno:

  • Interamente alimentate da energie rinnovabili.
  • Progettate secondo criteri di circular economy.
  • Sottoposte a audit ambientali regolari.

La Commissione ambisce a creare il primo modello di AI sostenibile by design.

Il nesso con il GDPR
Interessante notare che la sostenibilità viene interpretata anche come un’estensione del principio di responsabilizzazione (accountability) già previsto dal GDPR (art. 5, par. 2). In pratica: chi sviluppa IA su larga scala dovrà dimostrare non solo di rispettare la privacy, ma anche l’ambiente.

4. Formazione e competenze: la sfida umana


Talento europeo cercasi
L’Europa ha un potenziale umano straordinario, ma è disperso e sottoutilizzato. Il piano prevede:

  • Master in AI finanziati dall’UE.
  • Creazione di Centri di eccellenza accademica.
  • Iniziative per attrarre talenti extra-UE con visti rapidi.

Non è un segreto: l’IA è una guerra di cervelli prima ancora che di algoritmi.

Istruzione continua e riqualificazione
Oltre ai giovani talenti, il piano prevede programmi di reskilling per lavoratori in settori a rischio automazione. L’obiettivo è evitare che l’IA aumenti la polarizzazione sociale.

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5. Revisione del quadro normativo: più agilità, non meno tutele


L’AI Act e le sue criticità
L’AI Act è stato salutato come un capolavoro di equilibrio tra innovazione e tutela dei diritti. Tuttavia, molte imprese lamentano:

  • Costi di compliance elevati.
  • Processi autorizzativi lenti.
  • Incertezza giuridica.

Le modifiche proposte
L’Action Plan prevede:

  • Semplificazioni procedurali per le applicazioni a basso rischio.
  • Sandboxes regolamentari su scala europea.
  • Chiarimenti sui requisiti di conformità per evitare interpretazioni divergenti tra Stati membri.

La sfida è duplice: mantenere elevata la protezione dei diritti fondamentali (privacy, non discriminazione, sicurezza) e, contemporaneamente, non soffocare l’innovazione.

Impatti attesi: opportunità e rischi
Opportunità

  • Leadership europea nell’IA di frontiera.
  • Crescita economica nei settori strategici.
  • Sovranità tecnologica rafforzata.

Rischi

  • Ritardi nell’attuazione dovuti a lentezze burocratiche.
  • Rischio di sperequazioni tra Stati membri più e meno preparati.
  • Sovrapposizioni normative tra GDPR, AI Act e nuove iniziative.

6. Conclusioni: Action Plan per un continente di cervelli, non solo di algoritmi


Il AI Continent Action Plan è ambizioso, visionario e – finalmente – consapevole delle proprie forze. L’Europa ha talento, industria, cultura giuridica e capacità politica per giocare un ruolo da protagonista nella corsa globale all’intelligenza artificiale.
Il rischio più grande? Non è tecnologico, è umano: pensare che basti scrivere un piano per cambiare la storia.
L’AI richiede coraggio, visione, ma anche un pizzico di quella sana irriverenza che spesso è mancata al Vecchio Continente.
Se l’Europa saprà costruire il suo futuro su questi presupposti, non sarà solo un “AI Continent”. Sarà – finalmente – il continente dove l’intelligenza è di casa, dove la fuga dei cervelli sarà riservata solo a quelli meno interessanti.

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Avv. Luisa Di Giacomo

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