Il Regolamento (UE) 2024/1689 sull’Intelligenza Artificiale, noto come AI Act, è ufficialmente entrato in vigore nell’agosto 2024, ma le sue disposizioni si applicheranno in modo graduale attraverso una serie di scadenze specifiche. Per approfondire i temi dell’intelligenza artificiale, abbiamo organizzato il “Master in Intelligenza artificiale per avvocati e imprese – Come utilizzare l’AI generativa per un vantaggio competitivo nel settore legale”. Il volume “Il Regolamento Europeo sull’intelligenza artificiale” curato da Giuseppe Cassano ed Enzo Maria Tripodi si propone di rispondere proprio a queste sfide, offrendo ai professionisti del diritto un quadro completo e aggiornato delle nuove responsabilità giuridiche legate all’uso dell’Intelligenza Artificiale.
Indice
1. Per chi scatta l’applicazione delle disposizioni AI Act?
La prima di queste, prevista per febbraio 2025, segnerà il divieto di alcuni sistemi di IA considerati a rischio inaccettabile. Questa data rappresenta un primo, concreto giro di vite da parte dell’Unione Europea sull’uso di tecnologie ritenute pericolose per i diritti fondamentali e la sicurezza.L’AI Act adotta un approccio basato sul rischio, suddividendo i sistemi di intelligenza artificiale in quattro categorie: rischio inaccettabile (vietati), alto rischio (soggetti a regolamentazione rigorosa), rischio limitato (richiedono trasparenza, ma con obblighi più leggeri) e rischio minimo (liberi da particolari restrizioni). La scadenza di febbraio 2025 riguarda esclusivamente la prima categoria, ovvero quei sistemi che saranno totalmente vietati all’interno dell’Unione Europea.Gli ambiti coinvolti comprendono:
- sistemi di scoring sociale, ovvero qualsiasi tecnologia che valuti e classifichi le persone in base al loro comportamento sociale o professionale, sul modello del controverso “credit score” cinese;
- IA progettate per manipolare il comportamento umano senza che l’utente ne sia consapevole;
- il riconoscimento delle emozioni nei luoghi di lavoro e nelle scuole, vietato per evitare possibili discriminazioni o condizionamenti;
- infine, i sistemi di identificazione biometrica in tempo reale negli spazi pubblici, che saranno messi al bando con alcune eccezioni limitate, come la ricerca di persone scomparse o la prevenzione di minacce terroristiche.
Per le aziende e gli sviluppatori che operano nel settore dell’intelligenza artificiale, la scadenza di febbraio 2025 rappresenta una sfida immediata. Il volume “Il Regolamento Europeo sull’intelligenza artificiale” curato da Giuseppe Cassano ed Enzo Maria Tripodi si propone di rispondere proprio a queste sfide, offrendo ai professionisti del diritto un quadro completo e aggiornato delle nuove responsabilità giuridiche legate all’uso dell’Intelligenza Artificiale
Il Regolamento Europeo sull’Intelligenza Artificiale
Con la diffusione inarrestabile dell’Intelligenza Artificiale nella quotidianità, gli operatori del diritto sono chiamati a interrogarsi sulla capacità dell’attuale tessuto normativo – nazionale, europeo e internazionale – di reggere la forza d’urto dell’IA garantendo al tempo stesso la tutela dei diritti fondamentali a singoli e collettività o, piuttosto, sulla indispensabilità di un nuovo approccio normativo.Il Legislatore europeo è intervenuto dettando la nuova normativa dell’AI ACT, il Regolamento n. 1689/2024, che si muove lungo più direttrici: raggiungere un mercato unico dell’IA, aumentare la fiducia dei consociati, prevenire e mitigarne i rischi e, infine, sostenere anche l’innovazione della medesima IA. In un contesto di così ampio respiro, e in continuo divenire, qual è il ruolo del giurista?Il volume offre al lettore un primo strumento organico approfondito ed esaustivo per mettere a fuoco l’oggetto delle questioni e la soluzione alle stesse come poste dalla normativaeurounionale, dallo stato dell’arte tecnico e giuridico alle problematiche in campo: la proprietà intellettuale, le pratiche di IA proibite, il rapporto con il GDPR e la compliance per l’IA in base al rischio, i nuovi obblighi a carico di imprese, fornitori e utenti. Giuseppe CassanoDirettore del Dipartimento di Scienze Giuridiche della European School of Economics di Roma e Milano, ha insegnato Istituzioni di Diritto Privato presso l’Università Luiss di Roma. Avvocato cassazionista, studioso dei diritti della persona, del diritto di famiglia, della responsabilità civile e del diritto di Internet, ha pubblicato numerosissimi contributi in tema, fra volumi, trattati, voci enciclopediche, note e saggi.Enzo Maria TripodiGiurista specializzato nella contrattua listica d’impresa, nella disciplina della distribuzione commerciale, nel diritto delle nuove tecnologie e della privacy e la tutela dei consumatori. Già docente presso la LUISS Business School e professore a contratto di Diritto Privato presso la facoltà di Economia della Luiss Guido Carli di Roma. Ha insegnato in numerosi Master post-laurea ed è autore di numerose pubblicazioni con le più importanti case editrici.
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2. Quali sono le conseguenze del mancato adeguamento?
Il mancato rispetto delle nuove norme comporterà sanzioni elevate, e le imprese dovranno rivedere le proprie tecnologie per verificare che non rientrino nella lista nera della Commissione Europea. Tra le principali conseguenze ci saranno lo stop immediato alla vendita o all’uso di tecnologie proibite, la necessità di rimodulare i modelli di business per evitare il rischio di violazioni e una crescente attenzione alla compliance normativa. Anche i fornitori extra-UE saranno coinvolti: se un’azienda europea utilizzasse un servizio basato su un sistema di IA vietato, potrebbe dover interrompere la collaborazione o cercare alternative.Non mancano le criticità. Alcuni esperti temono che il divieto di febbraio 2025 possa frenare l’innovazione, imponendo limiti eccessivi a tecnologie che potrebbero avere anche usi legittimi. Ad esempio, il riconoscimento delle emozioni è attualmente impiegato in alcuni settori, come il marketing e l’analisi dei feedback dei clienti. La sua messa al bando totale nelle scuole e nei luoghi di lavoro potrebbe impedire possibili sviluppi positivi di queste tecnologie. D’altro canto, il regolamento riflette una crescente preoccupazione per l’abuso dell’intelligenza artificiale a fini di sorveglianza e manipolazione, un tema sempre più centrale nel dibattito sui diritti digitali.La scadenza del 2 febbraio 2025 rappresenta la prima vera applicazione dell’AI Act, segnando l’inizio di una nuova era di regolamentazione per l’intelligenza artificiale in Europa. Se da un lato alcune aziende dovranno rivedere i propri modelli di business, dall’altro questa scadenza segna un punto fermo nella tutela dei diritti fondamentali dei cittadini europei. Nei prossimi mesi, il dibattito si concentrerà sull’attuazione pratica di queste norme: saranno davvero efficaci? Quali saranno le reazioni del mercato? Di certo, la partita sulla regolamentazione dell’IA è solo all’inizio. A febbraio 2025, si comincerà a giocare sul serio.
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Formazione in materia
Per approfondire i temi dell’intelligenza artificiale, abbiamo organizzato il “Master in Intelligenza artificiale per avvocati e imprese – Come utilizzare l’AI generativa per un vantaggio competitivo nel settore legale”
Il Master in Intelligenza Artificiale per Avvocati e Imprese è un percorso formativo avanzato, progettato per fornire a professionisti del settore legale e imprese le conoscenze e le competenze necessarie per orientarsi e utilizzare al meglio le potenzialità dell’AI generativa. Attraverso un approccio pratico, il corso illustrerà i principali tool di AI in uso e mostrerà ai partecipanti come integrare l’AI nei processi lavorativi, migliorando l’efficienza, riducendo i costi e innovando i servizi offerti.Il corso ha una durata totale di 21 ore, articolate in sette incontri da tre ore ciascuno, e include dimostrazioni pratiche in cui verranno illustrate tecniche per la creazione di Prompt efficaci e un framework per la creazione di un GPT personalizzato, focalizzato sulle esigenze del settore legale.
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