In questa ordinanza il Tribunale milanese stabilisce un principio decisivo circa il rilascio del DURC in procedure di composizione negoziata: non è ammissibile che il debitore chieda un ordine al giudice affinché l’INPS emetta il documento, ma è accoglibile una domanda che mira a far accertare giudizialmente la sussistenza dei presupposti di regolarità contributiva, con vincolo per l’ente previdenziale di rilasciarlo. Tale distinzione, sebbene formale, è sostanziale, perché consente all’impresa in crisi di preservare la continuità operativa, partecipare a gare o mantenere contratti, senza che il giudice si sostituisca all’ente nel rilascio del DURC. Per approfondire l’argomento, consigliamo il volume Composizione negoziata della crisi – Guida pratica per l’esperto con casistica giurisprudenziale, modelli, strumenti e prassi applicativa, disponibile su Shop Maggioli e su Amazon, e il volume Le tutele del nuovo sovraindebitamento: come uscire dal debito disponibile su Shop Maggioli e su Amazon. Abbiamo anche organizzato il corso Crisi d’impresa e composizione negoziata 2025
Indice
- 1. DURC e composizione negoziata: il Tribunale di Milano fissa i confini della tutela giudiziaria
- 2. Il principio chiarito dal Tribunale di Milano
- 3. Un quadro normativo in evoluzione
- 4. Il caso concreto e la funzione del DURC
- 5. Le ricadute operative per imprese e professionisti
- 6. Conclusione: una tutela che apre alla continuità aziendale
- Formazione per professionisti
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1. DURC e composizione negoziata: il Tribunale di Milano fissa i confini della tutela giudiziaria
Il Documento Unico di Regolarità Contributiva (DURC) rappresenta uno strumento imprescindibile per le imprese, soprattutto nei settori caratterizzati da gare pubbliche, appalti, certificazioni SOA e benefici normativi o contributivi. Senza la regolarità contributiva, un’azienda rischia infatti di essere esclusa dal mercato e di non poter dare continuità alle proprie attività, anche quando dispone di commesse già avviate.
Il problema si fa ancora più delicato nelle procedure di composizione negoziata della crisi (CNC), dove la capacità di dimostrare la regolarità contributiva diventa condizione essenziale per dare attuazione al piano di risanamento e per mantenere l’operatività aziendale. Per approfondire l’argomento, consigliamo il volume Composizione negoziata della crisi – Guida pratica per l’esperto con casistica giurisprudenziale, modelli, strumenti e prassi applicativa, disponibile su Shop Maggioli e su Amazon, e il volume Le tutele del nuovo sovraindebitamento: come uscire dal debito disponibile su Shop Maggioli e su Amazon.
2. Il principio chiarito dal Tribunale di Milano
Con l’ordinanza del 24 gennaio 2025, il Tribunale di Milano (Sez. II civ., Giudice Luisa Vasile) ha fissato un punto fermo di grande rilievo:
- non è ammissibile che il debitore chieda al giudice di imporre all’INPS il rilascio del DURC tramite un ordine diretto;
- è invece accoglibile la domanda volta ad ottenere un accertamento giudiziale della sussistenza dei presupposti di legge affinché l’ente previdenziale rilasci il documento.
Si tratta di una distinzione formale ma sostanzialmente decisiva. Il giudice non sostituisce l’ente nell’attività amministrativa, ma può dichiarare che le condizioni di regolarità contributiva sono presenti, con effetti vincolanti per l’INPS e pienamente spendibili nei rapporti con terzi.
3. Un quadro normativo in evoluzione
La decisione si inserisce in un contesto normativo che, a partire dalla legge n. 232/2016 e dalla circolare ministeriale n. 33/2016, ha superato la rigida impostazione in base alla quale il rilascio del DURC era subordinato al pagamento integrale ed immediato dei debiti previdenziali.
Oggi, infatti, anche nelle procedure concorsuali e negoziali, il legislatore consente piani di rientro dilazionati o parziali, proprio per favorire la prosecuzione dell’attività d’impresa e consentire il ritorno in bonis. Pretendere l’integrale e immediata estinzione del debito, osserva il giudice milanese, significherebbe vanificare la stessa finalità delle procedure di regolazione della crisi.
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4. Il caso concreto e la funzione del DURC
La società istante, attiva nel settore edile, aveva predisposto un piano di risanamento che prevedeva il pagamento integrale dei debiti previdenziali in 84 rate mensili. L’esperto nominato dal tribunale aveva giudicato la proposta plausibile e coerente con le finalità della procedura, confermando la necessità del DURC per consentire la partecipazione a gare, la gestione dei cantieri e la prosecuzione delle commesse.
Il Tribunale, oltre a confermare le misure protettive per 90 giorni ai sensi dell’art. 19 CCII, ha quindi accertato la sussistenza delle condizioni per il rilascio del DURC dalla data di deposito del ricorso sino alla scadenza delle misure.
5. Le ricadute operative per imprese e professionisti
L’ordinanza offre indicazioni preziose per la prassi applicativa:
- nelle istanze cautelari non va chiesto un ordine di facere all’INPS, ma un accertamento della regolarità contributiva;
- l’accertamento giudiziale, una volta ottenuto, diventa uno strumento effettivo per garantire continuità ai rapporti contrattuali e alle attività aziendali;
- la decisione rafforza l’orientamento secondo cui il DURC deve adeguarsi ai nuovi paradigmi del Codice della crisi, ammettendo la regolarizzazione anche attraverso piani dilazionati.
6. Conclusione: una tutela che apre alla continuità aziendale
Il messaggio che emerge con chiarezza è che il giudice non può materialmente ordinare all’INPS il rilascio del DURC, ma può attestare che i requisiti di legge per la sua emissione sono presenti. Questa distinzione, apparentemente sottile, ha invece un impatto decisivo: consente alle imprese in crisi di restare sul mercato, di mantenere i rapporti con i committenti e di proseguire le trattative con i creditori, dando effettività alla logica della continuità aziendale su cui si fonda la composizione negoziata.
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