Gratuito patrocinio nel processo penale: presentata la nuova Relazione al Parlamento

È stata trasmessa al Parlamento la nuova Relazione sul patrocinio a spese dello Stato nel processo penale, come da art. 294 del D.P.R. 115/2002.

Lorena Papini 22/07/25
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È stata trasmessa al Parlamento la nuova Relazione sul patrocinio a spese dello Stato nel processo penale, in applicazione dell’art. 294 del D.P.R. 115/2002. Il documento, aggiornato a maggio 2025, analizza in profondità l’andamento del gratuito patrocinio dal 1995 al 2024, mettendo in luce le tendenze storiche, i cambiamenti demografici dei richiedenti, l’impatto della pandemia e i costi sostenuti dallo Stato. I dati evidenziano un sistema solido ma in costante evoluzione, con un’alta percentuale di accoglimento delle domande e una distribuzione geografica che riflette le disuguaglianze socio-economiche del Paese.

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Indice

1. Crescita costante del gratuito patrocinio nel processo penale, salvo la battuta d’arresto del 2020


Dal 1995 al 2019 si è registrato un aumento continuo delle persone che hanno richiesto e ottenuto l’ammissione al patrocinio gratuito nel processo penale, con un picco di oltre 203.000 persone nel 2019. Il 2020 ha segnato una brusca inversione di tendenza: le richieste sono scese a 175.863, con ogni probabilità a causa della pandemia da Covid-19, che ha rallentato l’attività giudiziaria e limitato gli spostamenti. La ripresa è stata però immediata: già nel 2021 si è tornati a quasi 200.000 richieste, e nel 2024 si è raggiunto un nuovo record con 203.807 persone interessate.
Anche la percentuale di ammissione al beneficio si mantiene alta e stabile: nell’ultimo anno disponibile (2024), l’88,3% delle domande è stato accolto. Il dato testimonia non solo la diffusione del beneficio, ma anche l’efficacia del meccanismo di valutazione da parte delle autorità giudiziarie.

2. Distribuzione territoriale, età e nazionalità: una fotografia del bisogno


La Relazione evidenzia che il patrocinio gratuito è richiesto soprattutto nel Mezzogiorno. Nel 2024, il 54% delle domande è arrivato da Sud e Isole, contro il 46% del Centro-Nord. La ripartizione precisa vede il Nord al 30,3%, il Centro al 17,9%, il Sud al 26,7% e le Isole al 25,1%. Questo dato suggerisce una correlazione tra difficoltà economiche e ricorso al gratuito patrocinio.
Significativa anche l’analisi per età e cittadinanza. I minorenni rappresentavano il 44,7% degli istanti nel 1995, ma nel 2024 solo il 4%: una variazione dovuta non tanto alla riduzione assoluta dei minorenni (circa 9.000 all’anno), quanto al forte incremento dei maggiorenni, oggi quasi 200.000. Quanto alla nazionalità, gli stranieri sono passati da 3.335 nel 1995 a oltre 56.000 nel 2024. Anche qui si osserva una transizione interna: nel 1995 l’81% degli stranieri richiedenti era minorenne, mentre nel 2024 il 94% è maggiorenne. Ciò riflette probabilmente l’invecchiamento e la stabilizzazione della popolazione immigrata in Italia.

3. I costi per lo Stato: un investimento crescente


Il patrocinio gratuito comporta un onere rilevante per le casse pubbliche. Nel 1995 i costi (corretti a valori 2024) ammontavano a 7,2 milioni di euro, contro i 266,5 milioni del 2024. La crescita è stata continua, salvo alcune flessioni – ad esempio nel 2014 – e si concentra soprattutto sugli onorari dei difensori, che costituiscono mediamente il 93% del totale.
Anche la spesa si distribuisce in modo diseguale sul territorio: nel 2024, il 31,6% è stata sostenuta nelle Isole, il 26,8% nel Sud, il 25,3% nel Nord e il 16,3% nel Centro. La maggior parte dei costi si concentra presso i Tribunali, in particolare negli Uffici del GIP e nei dibattimenti, che assorbono oltre il 70% della spesa complessiva.

4. Conclusione


La Relazione al Parlamento fotografa un istituto che, pur con limiti e criticità, rappresenta uno strumento essenziale di garanzia per l’effettivo esercizio del diritto di difesa. Il patrocinio a spese dello Stato nel processo penale continua a crescere per numeri, spesa e complessità, riflettendo le trasformazioni sociali, economiche e demografiche del Paese. Il costante monitoraggio – come quello offerto dalla Relazione stessa – si rivela fondamentale per garantire una giustizia accessibile e sostenibile.

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