Unione europea: regole più rigorose contro il riciclaggio

Redazione 11/02/13
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Anna Costagliola

Nei giorni scorsi la Commissione Ue ha adottato due proposte miranti a rafforzare le vigenti norme europee in materia di riciclaggio di denaro e di trasferimenti di fondi. I rischi associati al riciclaggio di denaro e al finanziamento del terrorismo sono in costante evoluzione e impongono, pertanto, adeguamenti periodici della normativa di settore.

L’Unione europea è in prima linea nella lotta internazionale contro il riciclaggio dei proventi del crimine, nella consapevolezza che i flussi di denaro proveniente da attività criminose contribuiscono a minare la stabilità e a danneggiare la reputazione del settore finanziario. L’obiettivo, con queste due nuove proposte di direttiva, è quello di predisporre norme chiare per rafforzare la vigilanza esercitata da banche, avvocati, commercialisti e, più in generale, da tutte le professioni interessate.

Il nuovo pacchetto di proposte presentato viene ad integrare altri provvedimenti della Commissione, già adottati o in programma, in materia di lotta contro la criminalità, la corruzione e l’evasione fiscale. Esso comprende:

a) una direttiva relativa alla prevenzione dell’uso del sistema finanziario a scopo di riciclaggio dei proventi di attività criminose e di finanziamento del terrorismo;

b) un regolamento riguardante i dati informativi che accompagnano i trasferimenti di fondi, al fine di garantire la dovuta tracciabilità.

Entrambe le proposte tengono pienamente conto delle ultime raccomandazioni del Gruppo di Azione Finanziaria Internazionale (GAFI), l’organismo internazionale per la lotta contro il riciclaggio, ma si spingono oltre su alcuni aspetti, per promuovere i massimi standard nella lotta contro il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo.

In particolare, la nuova direttiva, nell’intento di migliorare la chiarezza e l’uniformità delle norme in tutti gli Stati membri:

a) prevede un meccanismo chiaro per l’individuazione dei beneficiari effettivi. Inoltre, le imprese saranno tenute a conservare i dati relativi all’identità di chi si cela realmente dietro le società;

b) rende maggiormente chiare e trasparenti le norme sull’obbligo della verifica della clientela al fine di disporre di controlli e procedure adeguate che consentano una migliore conoscenza della clientela ed una migliore comprensione della natura delle loro attività. In tale direzione, le procedure semplificate non devono essere indebitamente percepite come un’esenzione totale dall’obbligo;

c) estende le disposizioni in materia di persone politicamente esposte (ossia le persone maggiormente esposte al rischio di corruzione in ragione degli incarichi politici che ricoprono) alle persone politicamente esposte «nazionali» (ossia residenti negli Stati membri dell’UE), in aggiunta alle persone «straniere», e alle persone in seno alle organizzazioni internazionali. Si tratta, tra l’altro, dei capi di Stato, dei membri di governo, dei parlamentari, dei giudici dei più alti organi giurisdizionali;

d) estende il suo ambito di applicazione per far fronte a nuove minacce e vulnerabilità, assicurando ad esempio l’inclusione del settore del gioco d’azzardo (la precedente direttiva riguardava solo i casinò) e includendo un esplicito riferimento ai reati fiscali;

e) promuove standard elevati di lotta contro il riciclaggio del denaro, spingendosi oltre le disposizioni del GAFI in materia e ampliando il suo ambito di applicazione a tutte le persone che offrono merci o prestano servizi contro pagamento in contanti di importo pari o superiore a 7500 euro, avendo alcuni portatori di interesse ritenuto insufficiente l’attuale soglia di 15000 euro. A queste persone si applicheranno le disposizioni della direttiva, tra cui l’obbligo della verifica della clientela, di conservare i dati, di dotarsi di controlli interni e di segnalare le operazioni sospette. La direttiva fissa un livello minimo di armonizzazione, ma gli Stati membri potranno decidere di abbassare ulteriormente la soglia;

f) rafforza la cooperazione tra le differenti unità di informazione finanziaria, che avranno il compito di ricevere, analizzare e trasmettere alle autorità competenti le segnalazioni di operazioni sospette di riciclaggio o di finanziamento del terrorismo.

Le due proposte prevedono, infine, il rafforzamento dei poteri sanzionatori in capo alle autorità competenti.

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