Immigrazione: no al trattenimento in carcere in attesa del rimpatrio

Redazione 09/12/11
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È quanto sostenuto dalla Corte di giustizia dell’Unione europea, nella sentenza del 6 dicembre (Causa C-329/11), chiamata dalla Corte d’Appello di Parigi a pronunciarsi sulla legittimità del trattenimento in prigione, adottato nei confronti di un cittadino armeno.
Il trattenimento in carcere inflitto all’immigrato irregolare, durante la procedura di rimpatrio, è in contrasto con il diritto comunitario, a meno che l’allontanamento non rischi di essere compromesso. La custodia in carcere per lo straniero che non rispetta l’ordine di allontanamento deve essere considerata un’estrema ratio e non può essere la regola: questo il principio espresso dai giudici dell’Unione europea. Nella fattispecie il fermo di polizia era scattato a seguito di un doppio rifiuto dello straniero: quello nei confronti dell’obbligo di partenza volontaria, entro un mese dalla decisione del prefetto, e quello nei confronti del decreto di allontanamento coattivo alla frontiera. Ma, precisa la Corte, il trattenimento in carcere non aiuta a raggiungere lo scopo della direttiva 2008/115/Ce che è appunto quello del rimpatrio. La giusta strada da percorrere va individuata, piuttosto, nelle fasi, previste dagli articoli 7 e 8 della suddetta direttiva, che indicano, per gradi, la partenza volontaria e l’allontanamento. La direttiva, però, non esclude ipotesi di trattenimento (articolo 15): lo contempla, tuttavia, solo allorquando tutte le misure meno coercitive si sono dimostrate inefficaci e sussiste in concreto il rischio di compromettere l’allontanamento dello straniero irregolare, per il pericolo di fuga o perché il cittadino del paese terzo ostacola il rimpatrio. Il trattenimento in carcere – continuano i giudici dell’Unione europea – deve essere il più breve possibile e non superare in ogni caso i 18 mesi. Dunque, sanzioni penali possono essere inflitte a determinate condizioni nei confronti degli immigrati irregolari, ma senza mai infrangere il rispetto dei diritti fondamentali.

 

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