Giustizia: le misure preannunciate dal Ministero su carceri, processo penale e processo civile

Redazione 06/12/13
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Anna Costagliola

Intervenendo ad un convegno su amnistia e indulto, il Ministro della Giustizia ha annunciato un pacchetto di misure su carceri, processo penale e civile che sarà presentato in uno dei prossimi Consigli dei ministri, con l’intento di affrontare alla radice le disfunzioni del sistema.

I preannunciati provvedimenti contemplano sia interventi sulle procedure, che si propongono il comune obiettivo di ridurre i tempi del processo e semplificare le forme, rafforzando però le garanzie per le parti, in special modo per l’imputato, sia interventi sul sistema penitenziario, per potenziare le alternative alla detenzione e garantire i diritti dei detenuti.

Per quanto riguarda il processo penale, si intende anzitutto introdurre meccanismi di deflazione del carico giudiziario, capaci di eliminare, già in fase di indagine, gli accertamenti che, per la modestia degli interessi concretamente in gioco, non meritano l’accertamento processuale. Ulteriore intenzione è quella di potenziare l’efficacia deflattiva dei riti speciali senza dibattimento, nonché quella di agire risolutivamente sul sistema delle notificazioni degli atti processuali.
Altro importante obiettivo dell’intervento in materia processuale penale è quello di sfruttare quanto più possibile il momento dell’udienza preliminare, facendone un luogo di preparazione del futuro giudizio dibattimentale.

Ulteriori punti qualificanti della riforma sono: il rafforzamento delle garanzie degli imputati in custodia cautelare e, con attenzione rivolta all’efficienza processuale, la previsione di una disciplina della prova dichiarativa, già assunta in dibattimento, nel caso in cui esso debba essere rinnovato per mutamento del giudice.

Infine, si intende realizzare una calibrata revisione del meccanismo delle impugnazioni, nella prospettiva di rafforzare la vocazione accusatoria del processo e la funzione di garanzia dei ricorsi.
Per quanto riguarda il penitenziario e il carcere, si sta lavorando su un duplice livello: legislativo e amministrativo. Il progetto si sostanzia in una serie di misure volte a rafforzare il sistema delle alternative alla detenzione; ciò a partire dalla possibilità di rinnovare l’affidamento terapeutico per il recupero socio-sanitario dei tossicodipendenti e degli alcooldipendenti.

Per tutti gli altri condannati si amplia l’ambito di accesso all’affidamento in prova, con i dovuti accorgimenti volti a non far venir meno le esigenze di sicurezza sociale.

Nella prospettiva di superare definitivamente la situazione di sovraffollamento carcerario, si stabilizza l’istituto dell’esecuzione della pena presso il domicilio, il cui termine di vigenza è in scadenza al 31 dicembre 2013.

Si vuole, infine, potenziare l’istituto dell’espulsione come sanzione alternativa per i detenuti stranieri anticipando, già al momento del loro ingresso in carcere, l’inizio della complessa procedura di identificazione; ciò al fine di attuare l’espulsione non appena possibile.
La Corte europea dei diritti umani ha non solo sottolineato che il sovraffollamento degrada, a livelli intollerabili, la condizione di vita dei detenuti, ma anche che il nostro ordinamento non è in grado di dare risposte sempre efficaci e tempestive alla domanda di tutela dei diritti che proviene dalle persone detenute. La stessa Corte costituzionale ha più volte richiamato il legislatore ad adeguare il sistema di protezione dei diritti della persona detenuta.

Nel pacchetto di misure che si appresta ad essere presentato sul tavolo del Governo sono previste ulteriori fondamentali misure:

a) l’istituzione, con provvedimento d’urgenza, del Garante nazionale dei detenuti, organo indipendente preposto a una tutela extra-giudiziale dei diritti di quanti si trovano ristretti negli istituti penitenziari. Al Garante saranno attribuiti compiti di interpello dell’amministrazione penitenziaria, affinché provveda in tempi brevi a dare attuazione alle istanze legittime dei detenuti. In questa prospettiva gli sarà riconosciuta la facoltà di proporre, anche avvalendosi della collaborazione degli organismi forensi e delle associazioni di volontariato, reclamo alla magistratura di sorveglianza, in luogo e per conto dei detenuti, in caso di inadempienza dell’amministrazione.
Inoltre, attraverso il Garante nazionale dei detenuti, il legislatore si propone di ottemperare, almeno parzialmente ottemperare a un preciso obbligo internazionale che chiede all’Italia di istituire, entro la prossima primavera, un’autorità indipendente di monitoraggio dei luoghi di privazione della libertà;

b) la disciplina di un procedimento camerale, con partecipazione delle parti, dinnanzi al magistrato di sorveglianza. In tale sede i detenuti potranno far valere le richieste dirette a ottenere tutela per le violazioni dei loro diritti a seguito di comportamenti illegittimi da parte dell’amministrazione penitenziaria, attraverso la previsione dell’effettività, per mezzo dello strumento dell’ottemperanza, dei provvedimenti con cui il magistrato di sorveglianza ordini all’amministrazione obblighi positivi di azione.

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