Corte dei conti: relazione generale dello Stato per l’esercizio finanziario 2011

Redazione 03/07/12
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Biancamaria Consales

Si è concluso, il 28 giugno, il ciclo annuale dei controlli demandati dalla Costituzione e dalla legge alla Corte dei conti, così da consentire al Parlamento, al quale il Rendiconto verrà presentato come disegno di legge per la relativa approvazione, di adottare le proprie conseguenti determinazioni sulla base del massimo grado di trasparenza possibile. Con il giudizio di parificazione del rendiconto, la Corte dei conti, a Sezioni riunite, accerta la conformità dei risultati del rendiconto dello Stato alla legge di bilancio e verifica il rendiconto generale dello Stato (inteso come conto del bilancio e conto del patrimonio), confrontandone i risultati, tanto per le entrate quanto per le spese, con le leggi di bilancio.

“Il livello di trasparenza dei conti pubblici, che la Corte è in grado di assicurare al Parlamento e, quindi, allo Stato-comunità, – ha affermato il Presidente della Corte dei conti – è condizionato proprio dall’ampiezza e dalla qualità della documentazione resa disponibile per i relativi riscontri dall’amministrazione statale: è essenziale, quindi, operare, non solo a livello ordinamentale, ma anche amministrativo, al fine di garantire alla Corte l’accesso in tempo reale ai dati di carattere contabile e finanziario di interesse istituzionale”.

“La Relazione si situa in un contesto in cui va accrescendosi il rapporto di ausiliarietà verso gli organi rappresentativi; essa infatti, – ha continuato il Presidente nel suo discorso di apertura – per disposto legislativo e per la sua tipica conformazione, assolve a detta funzione ausiliaria, realizzando, al contempo, un momento di chiusura di un sistema dei controlli costruito attraverso le attività di controllo svolte da tutte le articolazioni della Corte. Molteplici attività, queste, intese ad offrire dati e valutazioni di una Istituzione autonoma, indipendente ed in posizione di terzietà: la Corte in tal modo continua a corrispondere agli impulsi del Parlamento al quale l’esito dei controlli è – per Costituzione – indirizzato al fine di assicurare il rispetto degli equilibri economico-finanziari, pur essi costituzionalmente garantiti”.

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