CNF: al via l’VIII congresso giuridico-forense per l’aggiornamento professionale

Redazione 15/03/13
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Anna Costagliola

Al via, ieri, a Roma, l’VIII Congresso giuridico-forense, che si concluderà nella giornata di domani.

Il CNF promuove ogni anno questa iniziativa per l’aggiornamento professionale, cui quest’anno sono dedicate oltre 51 sessioni tematiche per l’aggiornamento professionale, con al centro la nuova legge di riforma dell’ordinamento forense (L. 247/2012), un’occasione per rilanciare l’Avvocatura e le sue istituzioni. Dalle tavole della nuova legge professionale emerge, infatti, il rilievo costituzionale della categoria, i valori di autonomia e di indipendenza, di autodichìa, di sostegno dei diritti e degli interessi dei singoli consociati, dei gruppi, delle comunità, in uno Stato di diritto che riconosce all’avvocato un ruolo essenziale: quello di garante delle libertà, della certezza dei rapporti giuridici, della competenza nella realizzazione delle operazioni economiche.

La nuova legge forense è fondativa della dignità e del decoro dell’avvocato, trasforma in norma giuridica primaria le regole deontologiche che assicurano il corretto svolgimento del ministero difensivo, privilegia le pari opportunità, promuove la qualificazione mediante la specializzazione e la formazione continua, garantisce la trasparenza dei rapporti contrattuali con il cliente, ripristina il divieto del patto di quota lite, garantisce, con l’obbligo dell’assicurazione della responsabilità professionale, la riparazione dei danni causati nell’esercizio dell’attività.

Il filo conduttore dell’attuale Congresso riprende quello dell’anno precedente e propone una verifica della tenuta dell’ordinamento giuridico di fronte alla crisi economica e dei rimedi che il diritto offre per migliorare il sistema economico, per promuovere lo sviluppo e per abbreviare, se possibile, questa lunga fase di recessione. L’impegno dell’Avvocatura è quello della ricostruzione dei nuovi diritti e delle nuove garanzie a tutela dei cittadini, nella convinzione che la crisi economica, per quanto grave, non possa mortificare i diritti fondamentali

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