Bicamerale, no secco al decreto enti locali

Redazione 26/10/12
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La Bicamerale per gli Affari Regionali ha bocciato il decreto. Anci in Conferenza unificata dà un assenso condizionato al d.l. 174: “non siamo contrari ai controlli, ma non diventino un elemento di paralisi

 

tratto da www.lagazzettadeglientilocali.it

 

La Commissione bicamerale per gli Affari Regionali ha bocciato, per i profili di propria competenza, il decreto sui tagli ai costi della politica di regioni e enti locali. Si tratta di un secco “parere contrario” dato alle Commissioni bilancio e affari costituzionali della Camera che esaminano nel merito il testo. Pur considerando “apprezzabili” le misure “tese a determinare una riduzione dei costi della politica nelle Regioni” e ravvisando “l’opportunità di un rafforzamento della leale collaborazione tra Stato e autonomie territoriali in merito al contenimento delle spese”, la bicamerale ritiene tuttavia “insufficiente l’impianto complessivo del provvedimento e di non piena compatibilità con le prescrizioni del Titolo V della Costituzione”.
Il parere del tutto contrario della Commissione bicamerale per gli Affari regionali, cosa rara visto che in genere dà un parere positivo con alcune condizioni nelle quali sono indicate le parti da cambiare, fa riferimento in particolare alle previsioni in materia di “controlli della Corte dei conti sugli atti delle Regioni, dei gruppi consiliari e delle assemblee regionali e di enti locali”. Si evidenzia “la carenza di incisive modalità di interazione e interlocuzione con le autonomie territoriali in relazione all’esigenza di una graduale modulazione degli interventi in materia di rafforzamento della partecipazione della Corte dei conti al controllo sulla gestione finanziaria degli enti territoriali, di tipologia dei controlli interni agli enti locali, di procedure di riequilibrio finanziario e di sviluppo degli strumenti di controllo della gestione finalizzati all’applicazione della revisione della spesa presso gli enti locali”.
I commissari, nel loro parere, hanno anche messo in luce “specifici profili di criticità” sui “controlli di legittimità della Corte dei conti sugli atti regionali, ai fini della verifica del rispetto dei vincoli finanziari, nonché in relazione alla parificazione del rendiconto della Regione, alla tipologia delle coperture finanziarie delle leggi di spesa, alla proposta di bilancio di previsione e alla legittimità regolarità delle gestioni, in quanto comprimono eccessivamente la sfera di competenza propria delle autonomie regionali”.
Secondo i parlamentari, il decreto “incide fortemente sull’autonomia organizzativa e gestionale degli enti locali” viste le norme sulla “revoca dell’incarico di responsabile del servizio finanziario; in tema di controllo della Corte dei conti sugli enti locali in ordine alla regolarità della gestione finanziaria, agli atti di programmazione e all’efficacia dei controlli interni di ciascun ente; in merito alle funzioni del responsabile del servizio finanziario dell’ente locale”.

 

La nota della Corte dei conti
Proprio sulla base del d.l., la Corte dei conti ha già avviato i controlli degli atti di regioni ed enti locali. Ne ha dato notizia ieri la magistratura contabile in una nota, con cui afferma: “Si è riunita oggi, 25 ottobre 2012, la Sezione delle autonomie della Corte dei conti per deliberare i primi indirizzi applicativi per l’attuazione dei nuovi compiti e delle nuove funzioni affidate alla Corte dal decreto legge n. 174/2012.
I Presidenti delle Sezioni regionali di controllo hanno comunicato la già avvenuta attuazione di numerose delle disposizioni introdotte con il suddetto decreto, con l’avvio dei procedimenti di controllo degli atti di Regioni ed enti locali. Gli stessi hanno riferito in ordine alla piena disponibilità manifestata dalle amministrazioni regionali e locali a collaborare per una celere ed ottimale attuazione delle nuove norme.
Il Presidente della Corte dei conti, Luigi Giampaolino, si è compiaciuto per la rapidità con la quale l’Istituto sta dando attuazione alle nuove mansioni affidategli dall’ordinamento e per la favorevole accoglienza che presso le Regioni ed enti locali ha trovato l’introduzione delle nuove tipologie di controllo finalizzate a consentire la più corretta e serena spendita del pubblico denaro, conformemente agli impegni assunti in sede europea ed internazionale.
All’esito dei lavori, la Sezione ha deliberato un calendario degli adempimenti ed i primi indirizzi interpretativi per l’attuazione del d.l. 174/2012.
In particolare, sono state esaminate le disposizioni concernenti l’esame dei bilanci di previsione delle Regioni, le verifiche infrannuali sulla base delle relazioni dei Presidenti delle Regioni, il controllo preventivo di legittimità su atti delle Regioni, le verifiche infrannuali sulla base delle relazioni dei Sindaci e Presidenti delle Province.

 

Anci in Conferenza unificata: “non siamo contrari ai controlli, ma il Governo rispetti impegni su Imu e spending review”
“I comuni non intendono sottrarsi ai controlli ma questi siano almeno improntati alla razionalità e favoriscano lo snellimento delle procedure”. Lo ha affermato afferma il sindaco di Livorno e coordinatore delle Anci regionali, Alessandro Cosimi, al termine della Conferenza unificata di ieri, dove l’Associazione ha condizionato il proprio  parere sul d.l. enti locali all’accoglimento dei suoi emendamenti in sede di conversione parlamentare del decreto. “Non vogliamo dare l’impressione di essere contrari ai controlli, ma abbiamo eccepito il rischio che gli stessi finiscano per diventare un elemento di paralisi”, ha aggiunto il sindaco di Livorno.
Il coordinatore delle Anci regionali si è soffermato su alcuni punti che, a parere dei comuni, vanno modificati in Parlamento, ad iniziare dalle questioni legate all’Imu ed alla spending review. “Abbiamo formulato molti giudizi su alcuni impegni presi dal governo e poi non concretizzati, come la questione delle proprietà immobiliari comunali per la copertura dell’Imu”, spiega. Così come quella dell’estensione della spending review ai piccoli comuni: ” è necessario che ci sia chiarezza sul fatto che la norma che trasforma il taglio ai trasferimenti per il 2012 in obiettivi di riduzione del debito venga estesa anche ai piccoli centri”, conclude Cosimi.


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