*** Le occasioni fornite da Internet hanno trasformato molte attività economiche facilitando qualsiasi tipo di transazione ed abbassando al tempo stesso i relativi costi. Naturalmente, anche la criminalità ha scoperto che Internet può fornire nuovi benefici per i propri affari illeciti. Il lato “oscuro” della rete telematica coinvolge: la frode, il furto, la pornografia, la pedofilia, il traffico di droga, di armi, di organi umani e quant’altro interessa e coinvolge direttamente le organizzazioni criminali mondiali. Nel mondo virtuale, come in quello reale, la maggior parte delle attività criminali è compiuta da singoli individui o da piccoli gruppi e può essere perfezionata ed utilizzata su larga scala dalle grandi organizzazioni. Si hanno, infatti, numerose prove che la criminalità organizzata stia già sfruttando a pieno regime le nuove opportunità offerte da Internet. Certamente, si continuerà ad operare nel mondo reale piuttosto che nel cd. ciberspazio e la maggior parte dei crimini informatici sarà compiuta dagli individui piuttosto che dalle organizzazioni, tuttavia, il grado di sovrapposizione fra i due fenomeni aumenterà considerevolmente durante i prossimi anni. Prova di ciò è che non appena le forze dell’ordine attuano uno “screening” delle imprese sospette di attività penalmente rilevanti si scopre come alcune di esse sono coinvolte, allo scopo di aumentare i loro profitti illeciti, nel settore dei crimini informatici. Le organizzazioni criminali non sono gli unici beneficiari dei cd. mercati telematici illeciti, ma, senza dubbio, sono i più importanti a causa della competitività frutto del loro “modus operandi” fatto di minacce, violenze ed intimidazioni di ogni genere. Le organizzazioni criminali, inoltre, tendono ad essere particolarmente attente ad individuare tutte le occasioni per incrementare le proprie attività illegali. In questo contesto, Internet e lo sviluppo continuo del commercio elettronico offrono nuove prospettive di espansione dei mercati. Negli ultimi anni, c’è stato un aumento rilevante della specializzazione dei gruppi organizzati nel traffico di droga e di armi. I narcotrafficanti colombiani, per esempio, hanno seguito nuove strategie per differenziare il loro prodotto, sfruttando nuovi mercati in Europa occidentale e nei paesi dell’ex Unione sovietica. Le organizzazioni criminali hanno esperti finanziari sempre più specializzati a condurre transazioni economiche a livello internazionale. Il crimine organizzato non ha bisogno di sviluppare la perizia tecnica necessaria per navigare su Internet: può impiegare i migliori esperti informatici mondiali utilizzando (secondo i casi) ricompense o minacce pur di raggiungere i propri obiettivi. La criminalità organizzata è continuamente alla ricerca di luoghi privi di controllo in cui condurre con tranquillità i propri affari illeciti. Internet rappresenta senza dubbio una “zona franca” perché è in grado di fornire sufficienti garanzie di sicurezza ed anonimia offrendo, al contempo, adeguata tutela nei confronti delle varie normative internazionali. La pluridimensionalità spaziale di Internet si attaglia perfettamente a questo modello di attività e allo sforzo di elevare i profitti all'interno di un grado accettabile di rischio. Nel mondo virtuale, non ci sono confini e questo costituisce una caratteristica molto attraente per quasi tutte le attività criminali. Quando le autorità tentano di sorvegliare questo mondo virtuale incontrano non poche difficoltà. Internet, offre le occasioni per la commissione di varie tipologie di reato. Offre nuovi mezzi per commettere reati quali la truffa e l’estorsione (crimine, quest’ultimo, che è stato sempre una delle peculiarità delle organizzazioni di mafia). L'anonimato, fornisce uno strumento ideale per molte attività proprie della criminalità organizzata. La segretezza, è solitamente una chiave strategica ed Internet offre opportunità eccellenti per la realizzazione di reati in maniera quasi completamente anonima. Il crimine organizzato si è spesso infiltrato nel sistema economico del proprio paese. Nel passato, ad esempio, la mafia aveva propri interessi in vari settori dell’economia del paese di appartenenza. Oggi non vi sono più confini cosi ben delineati, infatti, la stessa mafia italiana, ad esempio, ha interessi economici nel sistema delle industrie chimiche di vari paesi dell’Europa cosi come in industrie dei paesi dell’ex blocco sovietico e dell’America. Internet e il crescente sviluppo del cd. e-commerce presentano un nuovo terreno fertile per le infiltrazioni criminali. Tutto ciò dovrebbe suggerire alle varie componenti del sistema economico finanziario connesse con Internet di prestare attenzione ai futuri soci e sostenitori finanziari. In buona sostanza, il sinergismo fra crimine organizzato ed Internet è non soltanto molto naturale, ma anche destinato a fiorire ed a svilupparsi ancora in avvenire. Internet fornisce nuove frontiere e permette guadagni considerevoli con un livello molto basso di rischi. Per il crimine organizzato è difficile chiedere di più. La maggior parte della criminalità organizzata sta usando questo mezzo per attività illecite importanti. Nel mese di ottobre del 2000 un gruppo di circa 20 persone, alcune strettamente collegate alle famiglie di mafia, hanno clonato il sistema informatico generale di una importante Banca italiana allo scopo di effettuare operazioni bancarie inserendo denaro sporco tra i fondi assegnati dall’Unione europea ai progetti regionali in Sicilia. Tali soldi, frutto di loschi affari della mafia, dovevano essere ripuliti e reinseriti nel circuito economico legale attraverso varie istituzioni finanziarie, comprese alcune del Vaticano e della Svizzera. Il piano è fallito quando un membro del gruppo ha informato le autorità di polizia. Si è potuto scoprire così, in maniera molto chiara, che il crimine organizzato vede molto di buon occhio le occasioni di profitto provenienti dallo sviluppo dell'attività bancaria e del commercio elettronico. Effettivamente, la multiformità delle varie forme del crimine informatico è collegata strettamente ad una seconda tendenza distinguibile soprattutto nel settore economico finanziario, individuabile nel contesto penalistico, nell’area dei cd. crimini dei colletti bianchi. Durante la fine gli anni 90 ci sono stati numerosi casi di organizzazioni criminali che hanno sfruttato Internet soprattutto nel settore del cd. e-commerce. Tutto questo è stato fatto con coercizione e attraverso il controllo totale degli istituti di mediazione economico-bancaria. Internet, inoltre, è stato usato per distribuire informazioni che hanno determinato artificialmente il prezzo dei mercati borsistici. Negli Stati Uniti, i clan mafiosi coinvolti in questo genere di affari erano membri delle famiglie Bonnano, Genovese e Colombo come pure membri immigrati appartenenti alla mafia russa. La relativa compiacenza ad usare la forza e l'intimidazione si adatta molto bene allo sviluppo della cd. cyber-estorsione. Nei confronti dell'industria di Internet, ad esempio, l'estorsione si concretizza spesso nella minaccia di interrompere le informazioni ed i sistemi di comunicazione e di distruggere dati importantissimi. Lo sviluppo dell’estorsione telematica è una nuova tendenza significativa della criminalità moderna. Gli schemi di un’estorsione nel mondo reale a volte sono individuabili, al contrario, su Internet possono essere realizzati anonimamente subendo rischi modesti e realizzando alti profitti. Questa potrebbe essere una forma di reato notevolmente sottostimata. Il crimine organizzato si sta spostando entusiastico verso l'impresa “virtuale” spinto dalle numerose vulnerabilità che vengono dai sistemi informatici. Forse, l'esempio più notevole di quanto detto, si è presentato verso la fine del 2001 quando una variazione di un virus conosciuto come “l'insetto dell’amore” (love bug) è stato usato per violare il sistema di sicurezza di molti istituti bancari degli Stati Uniti e della Svizzera. Anche se quest’episodio ha ricevuto scarsa attenzione (si pensi che non è a tutt’oggi chiaro chi sia stato l’autore) esso rafforza la teoria che il crimine organizzato sta sviluppando stretti rapporti di collaborazione con gli hackers tecnicamente più esperti: il tutto agevolato dall’uso di altissime ricompense o di minacce e violenze. I cybercrimes, quando sono collegati al crimine organizzato, presentano molteplici problematiche che coinvolgono sia i meccanismi di indagine, sia quelli giurisdizionali. Un esempio delle problematiche suddette, proviene proprio dal virus “insetto dell’amore” che si è diffuso in molti Stati ed è costato migliaia di milioni di dollari. Quando gli agenti del FBI sono riusciti a identificare il colpevole, uno studente filippino, hanno scoperto che nella sua Nazione non c’erano leggi in virtù delle quali lo stesso poteva essere incriminato. Le Filippine, successivamente hanno adottato una legislazione sui cybercrimes e molti altri paesi di quell’area hanno fatto lo stesso. Nonostante ciò, i vuoti legislativi e giurisdizionali rimangono, consentendo ai criminali e agli hackers l’impunità. Effettivamente, è possibile che alcuni Stati cercheranno di sfruttare sempre di più un atteggiamento permissivo per attrarre il commercio illecito e garantire “zone franche” in cui sicurezza ed impunità sono caratteristiche essenziali. E’ sempre più probabile che Internet sia usato per le attività di riciclaggio di denaro sporco, trasformandosi così nel mezzo con cui si sta sviluppando il commercio internazionale. Le aste in linea, ad esempio, offrono opportunità di spostare denaro attraverso gli acquisti apparentemente legittimi, pagando molto più del valore reale delle merci. Con questi ed altri meccanismi, è possibile spostare soldi verso i centri finanziari dei cd. paradisi fiscali (es. Caraibi). Inoltre, poiché le operazioni bancarie elettroniche diventano sempre più diffuse, le occasioni per celare il movimento dei proventi del crimine e delle transazioni illegali si sta perfezionando di giorno in giorno. Lo svilupparsi dei collegamenti tra hackers e crimine organizzato è sempre più preoccupante. Nel mese di settembre del 2002, per esempio, due membri di un gruppo conosciuto in America con il nome di "Phonemasters" sono stati condannati per la violazione dei sistemi di elaborazione dati di numerose aziende di telecomunicazioni. I due cibercriminali avevano rubato vari sistemi cifrati di crittografia che hanno venduto ad alcuni gruppi appartenenti alla criminalità organizzata americana ed italiana. La cosa può apparire non molto grave: invece così non è. La nuova criminalità organizzata usa Internet per le comunicazioni (cifrate) e per tutti gli altri scopi, di conseguenza un sistema cifrato di crittografia può essere molto vantaggioso (es. ordinare un omicidio via Internet o reclutare donne per lo sfruttamento della prostituzione o vendere armi ed organi umani). Perciò, il crimine organizzato si sta dimostrando flessibile all’utilizzo di tutte le opportunità offerte dalla telematica. Le implicazioni sono di grande portata e naturalmente richiedono una risposta forte dei vari governi a più livelli (nazionale ed internazionale). La risposta alla sovrapposizione crescente fra crimine organizzato e cybercrime richiede una strategia completa. Ci sono precedenti e modelli che possono essere particolarmente utili. Essi tengono conto delle esigenze di applicazione della legge e della sicurezza nazionale contro tali pericoli. I principi chiave che hanno guidato le risposte della Comunità internazionale al crimine organizzato sovranazionale, possono servire da esempio. Il gruppo di esperti finanziari internazionale (FATF), istituito dal G-7 nel 1999, ha tentato costruire una normativa di livello transnazionale per i governi e le istituzioni finanziarie determinando uno sviluppo delle leggi, delle regolamentazioni e dei meccanismi di esecuzione a livello nazionale. Anche se alcune critiche possono essere mosse al FATF, nel 2000 ha lanciato una campagna efficace identificando ben 15 realtà non coperte da alcun sistema contro le distorsioni di Internet. In alcuni casi, i risultati sono stati ampiamente positivi conducendo persino ad efficaci normative contro il riciclaggio di denaro sporco e l’attività di controllo dei sistemi multimediali ed informatici che coinvolgono molteplici attività finanziarie. La campagna del FATF fornisce un metodo che potrebbe essere emulato utilmente dalla Comunità internazionale mentre si muove verso la lotta al cybercrime. La convenzione del Consiglio d'Europa sul Cybercrime, può essere l'inizio del processo di regolamentazione di norme e standard cui i governi nazionali si possono adeguare nel loro sistema legislativo. Utilizzare la metodologia convenzionale sarebbe il riconoscimento fondamentale della necessità di armonizzare le leggi nazionali. Negli ultimi anni, la cooperazione internazionale è stata realizzata con una serie di trattati bilaterali di assistenza legale che hanno permesso ai governi di scambiarsi informazioni e materiale probatorio. Affinché i trattati esplichino in toto il loro potenziale è indispensabile la piena compatibilità tra reati appartenenti a diversi sistemi penali (cioè, il reato in questione deve essere indicato come tale in entrambe le giurisdizioni). La cooperazione internazionale è enormemente facilitata dalla convergenza delle fattispecie incriminatrici nelle giurisdizioni nazionali e transnazionali. Con l'imposizione di leggi simili in diversi paesi, i rischi che le organizzazioni criminali devono affrontare saranno maggiori. In effetti, maggior efficacia spaziale ha la legge e meno “zone franche ” sono offerte ai criminali garantendo loro, spesso, l’impunità. L'armonizzazione è necessaria sia per le leggi sostanziali sia processuali. Tutti i paesi devono valutare e modificare il sistema investigativo e dei mezzi di ricerca delle prove. Le forze di polizia devono aggiornarsi nello studio dei sistemi di comunicazione moderni ed adeguarsi alla natura globale di Internet. La maggiore coordinazione delle leggi di natura processuale faciliterebbe la cooperazione nelle indagini che riguardano giurisdizioni diverse. Oltre a leggi adatte, è importante che i governi sviluppino l'effettività delle stesse. Ciò richiede una particolare attitudine nella lotta al cybercrime ed un coinvolgimento delle agenzie di intelligence. È essenziale, inoltre, creare unità specializzate per occuparsi del cybercrime a livello nazionale. Tali unità possono fornire una base sia per la cooperazione internazionale convenzionale che per la cooperazione informale. La collaborazione ed i gruppi di esperti multinazionali risultano particolarmente utili e vi sono già casi dove la cooperazione internazionale è stata realmente molto efficace. L'altro componente importante di una strategia per combattere il cybercrime è l'associazione fra i governi e il settore dell'industria informatica. Una attività di coordinamento di questo genere non è sempre facile ma è chiaro che un grado di fiducia reciproca può fare la differenza. Affinché lo spirito collaborativo si estenda, le autorità di polizia devono osservare cura e discrezione per non esporre a pericoli le aziende. Mentre le aziende devono essere disposte a segnalare tutte le attività criminali dirette contro le loro informazioni e sistemi di comunicazione. Anche se progressi considerevoli sono stati fatti, il cybercrime, purtroppo, continuerà a fiorire. Se, tuttavia, si elaboreranno nuove strategie, ci sarà, senza dubbio, una probabilità in più di contenere il fenomeno all'interno di limiti accettabili. Prof. Vincenzo Musacchio Docente di diritto penale commerciale Facoltà di Economia – Università degli studi del Molise |
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