Si può utilizzare la violenza fisica per punire i figli che disobbediscono?

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I buoni genitori non si vedono esclusivamente in relazione all’amore che danno ai figli ma anche in relazione alla disciplina che riescono a impartire loro.

Accade spesso di imbattersi in ragazzi poco educati che si comportano in simili modi perché i loro genitori non sono stati capaci di guidarli nei giusti modi.

Si dovrebbe trovare una sorta di equilibrio, cercando di non essere eccessivamente severi ma neanche, al contrario, eccessivamente permissivi.

A questo proposito, ci si è chiesti se i figli disobbedienti si possano punire.

La Suprema Corte di Cassazione, da parte sua, ha fornito una risposta contenuta in una recente sentenza (Cass. Sent. 23/08/2022 n. 31534).

Secondo la Suprema Corte, non è mai possibile sollevare le mani contro i propri figli che peccano di disciplina, neanche se esagerano.

Se lo dovessero fare, scatterebbe il reato di maltrattamenti.

      Indice

  1. L’abuso di disciplina è reato?
  2. Quando si configura reato nei maltrattamenti?
  3. La differenza tra abuso dei mezzi di correzione e maltrattamenti
  4. I figli disobbedienti possono essere puniti?

1. L’abuso di disciplina è reato?

I genitori non devono essere molto severi con i propri figli perché potrebbero incorrere nel reato di abuso dei mezzi di correzione o di disciplina, un delitto che commette chiunque mette a rischio l’incolumità di una persona della quale si dovrebbe prendere cura, attraverso strumenti vietati che se utilizzati in determinati modi potrebbero essere pericolosi (art. 571 c.p.).

Ne costituisce un esempio, un genitore che costringe in modo ripetuto il figlio a saltare i pasti, oppure l’insegnante che fa stare in piedi per ore un alunno indisciplinato.

La caratteristica del reato è l’abuso di un mezzo di disciplina, vale a dire, il suo impiego fatto in modo da costituire, anche potenzialmente, un pericolo per la salute della persona alla quale viene rivolto.

2. Quando si configura reato nei maltrattamenti?

Il reato di maltrattamenti scatta quando qualcuno abusa in modo ripetuto di una persona, sia dal lato fisico sia da quello psicologico (art. 572 c.p.).

Ne costituisce un esempio il marito che picchia la moglie, oppure il genitore che solleva le mani contro il figlio, magari perché è molto vivace e ne combina di cotte e di crude.

Il reato di maltrattamenti non scatta in relazione a un unico episodio di violenza, è necessario che il comportamento colpevole si ripeta.

Di conseguenza, dare un unico schiaffo al figlio o alla moglie può costituire il reato di percosse o di lesioni personali, ma non quello di maltrattamenti, che presuppone che il comportamento sia abituale.


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3. La differenza tra abuso dei mezzi di correzione e maltrattamenti

La differenza tra il reato di abuso dei mezzi di correzione e quello di maltrattamenti è che, mentre il primo punisce l’utilizzo improprio di mezzi altrimenti leciti, il secondo sanziona gli abusi fisici o psicologici, che sono sempre considerati illegali.

Se il colpevole impiega la violenza per disciplinare il proprio figlio, commetterà sempre il reato di maltrattamenti e non quello di abuso dei mezzi di correzione, in considerazione del fatto che la violenza fisica non è mai ammessa per educare o punire qualcuno.

La differenza tra i due reati si riscontra anche nell’entità della sanzione.

L’abuso dei mezzi di correzione o di disciplina è punito con la reclusione sino a sei mesi, salvo aggravanti, il reato di maltrattamenti è punito con la reclusione da tre a sette anni, ed è un reato molto più grave.

4. I figli che disobbediscono possono essere puniti?

Secondo quello che è stato scritto sinora, si può affermare che i figli disobbedienti si possono punire, purché non si ricorra alla violenza e neanche agli abusi psicologici.

In questo modo, se un genitore non può mai sollevare le mani contro il proprio figlio, neanche per dargli uno schiaffo o per i cosiddetti “sculaccioni”, allo stesso modo non lo può vessare dal lato psicologico, ad esempio insultandolo in modo ripetuto oppure umiliandolo.

Secondo la sentenza della Suprema Corte di Cassazione menzionata nella premessa all’articolo (Cass. Sent. 23/08/2022 n. 31534) non è permesso nessun tipo di violenza o di abuso dei mezzi di correzione, neanche se il figlio è molto indisciplinato.

>>>Leggi la sentenza<<<

Secondo la Suprema Corte, i comportamenti provocatori dei figli e il pessimo contesto familiare non possono né legittimare né rendere meno grave il ricorso alla violenza operato dal padre, che perciò va condannato per il reato di maltrattamenti in famiglia.

Stando ai Supremi Giudici, non è possibile ridimensionare il comportamento tenuto dall’uomo nella sua casa e catalogarla come abuso dei mezzi di correzione nei confronti dei figli.

Secondo l’imputato, le azioni che aveva compiuto avrebbero avuto l’unico scopo di tentare di correggere il comportamento deviato dei figli, in un contesto di continuo deterioramento dell’ambiente familiare.

Secondo i Supremi Giudici, però, il ricorso alla violenza fisica non è mai giustificato e hanno ribadito che nel caso di utilizzo sistematico di violenza fisica e morale come ordinario trattamento del minore affidato si deve escludere la configurabilità del meno grave delitto di abuso dei mezzi di correzione anche se il ricorso alla violenza viene fatto con l’intento di disciplinare la prole.

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