Tribunale di Roma – sez. lavoro – sentenza n. 10241 del 20-11-2019

Redazione 08/01/20
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Condanna del Ministero della Giustizia in favore di un invalido.
Condannato il Ministero della Giustizia che, nell’ambito del concorso nazionale per assistente giudiziario, non ha rispettato la quota di riserva stabilita per le categorie protette e non ha assunto un invalido, violando la legge ed i diritti dei disabili.

Il Ministero della Giustizia non ha rispettato la quota di riserva stabilita per le categorie protette, nell’ambito del concorso nazionale per assistenze giudiziario.
E’ quanto ha decretato il Tribunale di Roma, Sez. Lavoro, che ha accolto il ricorso, in via di urgenza, di un cittadino affetto da invalidità che aveva partecipato al concorso nazionale.
L’uomo ha impugnato lo scorrimento della graduatoria del concorso bandito dal Ministero della Giustizia, nella parte in cui non teneva conto della quota di riserva stabilita dalla legge per le categorie protette, senza assumere l’invalido.
Si tratta di una vicenda che ha visto la disputa di diversi gradi di giudizio poiché il Ministero ha dapprima proposto reclamo avverso la decisione del Tribunale di Roma che ha confermato il proprio provvedimento di assunzione del disabile, e successivamente ha proposto il ricorso di merito, contestando l’illegittimità dell’assunzione dell’invalido, ritenendo non vincolante il rispetto della quota di riserva stabilita dalla legge in favore delle categorie protette nel caso di scorrimento della graduatoria.
L’interessato si è quindi costituito in giudizio, temendo la perdita del posto di lavoro presso il Tribunale di Patti, ribadendo il proprio diritto ad essere assunto nell’ambito della quota di riserva.
Anche la nuova sentenza del Tribunale di Roma, sez. Lavoro, (n.10241 del 20.11.2019) ha dichiarato il diritto all’assunzione, anche con riferimento alla graduatoria di scorrimento sottolineando, in particolare, come i disabili non debbano essere visti come “un peso da sopportare” per il datore di lavoro, privato o pubblico, bensì il loro inserimento nel mondo del lavoro deve essere finalizzato a valorizzarne le capacità professionali.
Pertanto, per effetto della recente ed innovativa sentenza del Tribunale di Roma, l’invalido manterrà il proprio posto di lavoro presso il Tribunale di Patti ed il Ministero della Giustizia è stato condannato anche al pagamento delle spese del giudizio.

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