Corte di Cassazione Penale sez. III 17/7/2009 n. 29545; Pres. Onorato P.

Redazione 17/07/09
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SVOLGIMENTO DEL PROCESSO

1. G.A.R. era imputato: a) del reato di cui al D.P.R. n. 164 del 1956, art. 24, comma 1, D.P.R. n. 547 del 1955, artt. 267 e 271 perchè, in qualità di responsabile della ditta individuale " G.A.R." con sede legale in (omissis), sul cantiere edile sito in (omissis) ometteva di dotare gli impalcati dei ponteggi, alti sino a circa 20 mt, di idonee tavole e di parapetti su tutti i lati verso il vuoto; b) non allestiva un impianto elettrico idoneo a prevenire i pericoli derivanti da contatti accidentali con gli elementi sotto tensione ed i rischi di incendio e non provvedeva a collegare a terra le parti metalliche dell’impianto elettrico e pure avendo ottemperato alle prescrizioni impartite dalla Direzione Prov. del Lavoro di Napoli in data 3.2.2004 non provvedeva al pagamento della sanzione amministrativa di Euro 1.806/00, alla quale era stato ammesso (accertato in (omissis)).

Con decreto di citazione successivo a decreto penale di condanna opposto il G. veniva tratto a giudizio per rispondere dei reati suddetti.

Con sentenza del 17 giugno 2008 il tribunale di Napoli dichiarava G.A.R. colpevole del reato ascrittogli e, concesse le circostanze attenuanti generiche, lo condannava alla pena di Euro tremila di ammenda, oltre al pagamento delle spese processuali con il beneficio della pena sospesa e non menzione.

2. Avverso questa pronuncia l’imputato propone ricorso per cassazione.

MOTIVI DELLA DECISIONE

1. Con il ricorso il ricorrente deduce che l’adempimento delle prescrizioni antinfortunistiche a seguito di invito alla regolarizzazione vale come attenuante che erroneamente non è stata riconosciuta dalla sentenza impugnata.

2. Il ricorso è ammissibile non essendo manifestamente infondato.

Infatti il D.Lgs. n. 81 del 2008, art. 303, applicabile in parte qua perchè più favorevole all’imputato, espressamente prevede che la pena per i reati previsti dal medesimo decreto e puniti con la pena dell’arresto, anche in via alternativa, è ridotta fino ad un terzo per il contravventore che, entro i termini di cui all’art. 491 c.p.p., si adopera concretamente per la rimozione delle irregolarità riscontrate dagli organi di vigilanza e delle eventuali conseguenze dannose del reato. Sicchè sotto questo profilo (della violazione dell’art. 303 cit.) il ricorso si presenta come non manifestamente infondato e quindi ammissibile.

3. Ciò posto in termini di ammissibilità del ricorso, deve preliminarmente rilevarsi che, essendo la data del commesso reato quella del (omissis), il termine prescrizionale (di quattro anni e mezzo) è spirato in data 3 agosto 2008 in mancanza di sospensioni del decorso del termine stesso.

Pertanto la sentenza impugnata va annullata senza rinvio per essere estinto il reato per prescrizione.

P.Q.M.

la Corte annulla senza rinvio la sentenza impugnata perchè estinto il reato per prescrizione.

Redazione