Riforma della giustizia, il decreto con testo definitivo tra pareri discorsi e reazioni contrarie modifiche

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Lo scorso 12 settembre è stato reso ufficiale il decreto di riforma della giustizia civile n. 132/2014.

Al termine di un lunga lavoro, il primo testo definitivo della riforma della giustizia non è molto lontano da quello che era stato annunciato, anche se si tratta del primo passo di un percorso complesso e articolato che si dovrà concludere entro i famosi “1000 giorni” che restano da qui alla fine della legislatura.

Riduzione delle Ferie dei magistrati e del periodo “interlocutorio” delle aule di giustizia ( qualdo i tribunali funzionano a scartamento ridotto), da 45 a 30 giorni.

Obbligatorietà di una  simile Mediazione.

Agli articoli dal 2 al 6, è previsto l’obbligo per i legali di cercare un accordo tra le parti in vertenza prima di arrivare davanti al giudice.

Non una vera e propria mediazione, ma una fase preliminare, e possibilmente preventiva, all’instaurazione del processo

Semplificazione del Divorzio.

In assenza di richieste di carattere patrimoniale, i coniugi che si intendono separare consensualmente lo potranno fare semplicemente presentando una dichiarazione scritta e personale all’ufficiale di stato civile.

 

Questo in sintesi il contenuto, vediamolo nel particolare.

 

La Commissione Giustizia ha dato il via libera  e il decreto legge di riforma può approdare in Senato.

Si fanno spazio le prime rilevanti modifiche al testo originario scritto dal Governo.

La più discussa resta quella della negoziazione assistita per separazioni e divorzi, anche se ci sono figli minori, o maggiorenni portatori di handicap o non economicamente autosufficienti. L’atto dovrà essere approvato dal P.M, un passaggio formale che servirà a “mettere a posto” la coscienza di molti, si era parlato di“Divorzio fuori dal tribunale anche con figli minori o con handicap”.

Gli avvocati devono anche informare le parti “dell’importanza della bigenitorialità e della necessità per il minore di trascorrere tempi adeguati con ognuno dei genitori”.

Non passa la norma sulla testimonianza raccolta dall’avvocato con potere di autenticazione, una delle poche che aveva ricevuto immediata applicazione.

Secondo molti esperti in materia, è un istituto che da “testimonianza dall’avvocato” si sarebbe trasformato in “testimonianza dell’avvocato”.

Si registra anche il passaggio della norma sull’arbitro unico per controversie di valore inferiore a centomila mila euro, e al contrario delle iniziali voci di corridoio, non ci saranno agevolazioni fiscali per chi accetterà di traslare la causa dalla giustizia pubblica del giudice a quella privata degli arbitri, almeno sino a quando il ministero della Giustizia non troverà le risorse.

Professionisti come commercialisti e consulenti del lavoro restano fuori dalle nomine, mentre potranno essere nominati arbitri gli avvocati iscritti nell’albo da almeno cinque anni, e non più da tre.

Si determina  una incompatibilità tra l’incarico e il mandato di consigliere dell’Ordine, anche per coloro che siano uscenti, per la durata dell’intera consiliatura successiva, e l’assegnazione degli incarichi sarà stabilita da un decreto ministeriale, attraverso un criterio di rotazione e designazione automatica.

Entro novanta giorni dalla conversione in legge un decreto ministeriale stabilirà i parametri relativi al compenso degli arbitri “con attenzione alla economicità dello strumento”, e il eposito del lodo potrà essere prorogato di altri trenta giorni.

Il consenso da parte della pubblica amministrazione si presume come dato, salvo dissenso scritto, ed è parte in un giudizio di valore non superiore a cinquantamila  euro in materia di responsabilità extracontrattuale o che riguarda il pagamento di somma di denaro.

La negoziazione assistita non può durare più di tre mesi, è prevista la trascrizione integrale dell’accordo raggiunto con la negoziazione nel precetto, e dalla stessa restano escluse le controversie di lavoro che,  resteranno in esclusiva materia dei sindacati e datori di lavoro.

Arriva una norma specifica  in relazione alle esecuzioni per il pignoramento di auto e moto, sono estesi i casi di ricerca telematica dei beni da pignorare.

Come hanno riportato diverse cronache giornalistiche, la sesta commissione del Csm, alcuni giorni fa ha espresso la sua opinione sul decreto legge, sostenendo che esso ha “profili di incostituzionalità” e la riduzione delle ferie rischia di essere “controproduttiva”.

Il Csm ha bocciato la riforma della giustizia civile avanzando dubbi sull’efficacia e sulla costituzionalità.

In quasi cento pagine i consiglieri avevano concentrato la loro attenzione contro la “frammentarietà e la segmentazione” dei provvedimenti legislativi che si sono succeduti negli ultimi anni sul processo civile con il “reiterarsi di molteplici decreti, ognuno di essi introduttivi di una riforma presentata come risolutiva dei mali della giustizia civile”.

I consiglieri non condividono una “rilevante riforma processuale o ordinamentale” fatta attraverso “uno strumento (il decreto legge) che il Costituente non ha predisposto per questa finalità”. Per la commissione serve “un più ampio dibattito con gli operatori, dentro e fuori le aule parlamentari, assicurando in questo modo , anche se in tempi più lunghi, una più organica e ponderata riflessione sulle necessarie modifiche”.

Sempre secondo i consiglieri, sarebbe una riforma inefficace. 

Gli istituti previsti dal decreto, come la negoziazione assistita, “non hanno, salvo alcune accezioni, si legge nel parere, caratteristiche da indurre a ipotizzare che la relativa introduzione possa determinare un’effettiva riduzione dell’arretrato ed un’accelerazione dei processi”.

Le innovazioni introdotte dal decreto legge, sarebbero sono “parziali e non soddisferebbero, rendendo necessari altri provvedimenti.

Ci sono pareri contrari anche in relazione alle ferie dei magistrati.

Stando alla commissione, questa misura “non sembra in nessun  modo assicurare una maggiore funzionalità ed efficienza della giustizia”, ma “addirittura potrebbe risultare controproducente”.

Un giudizio negativo era stato espresso anche dalla Associazione Nazionale Magistrati.

Dott.ssa Concas Alessandra

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