Rapporti genitori e figli: reati della prole e possibili relative denunce

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Come recita un famoso detto “succede anche nelle migliori famiglie”.

Stiamo parlando del fatto che tra familiari non si va sempre d’accordo.

Di solito, quando i rapporti non sono idilliaci, si preferisce non avere niente a che fare con le persone poco gradite, mantenendo nella migliore delle ipotesi un rapporto caratterizzato da formalità e distacco, anche se con cortesia.

Nelle peggiori delle ipotesi, però, si rischia di imbattersi in controversie giudiziarie che, a volte, sfociano nel penale.

Nei Tribunali italiani, non sono infrequenti i casi nei quali il giudice deve valutare la responsabilità penale di crimini commessi nei confronti di un genitore o di un altro parente.

La maggior parte delle volte accade per motivi economici, facendo ricorso a violenze fisiche e abusi con lo scopo di ottenere un po’ di denaro.

In questo articolo ci occuperemo cercheremo di stabilire quando un genitore possa denunciare un figlio.

     Indice

  1. I reati che i figli possono può commettere nei confronti dei genitori
  2. I casi nei quali un genitore può denunciare un figlio
  3. I casi nei quali un genitore non può denunciare un figlio
  4. I casi nei quali un genitore può denunciare il figlio minorenne

1. I reati che i figli possono può commettere nei confronti dei genitori

A volte accade che i figli nei confronti di un genitore si rendano responsabili di qualsiasi ti reato, a parte determinate eccezioni delle quali scriveremo nei paragrafi successivi.

I figli violenti potranno essere denunciati dai genitori per lesioni, percosse o maltrattamenti, allo stesso modi di come avverrebbe se l’aggressione fosse stata messa in atto da uno sconosciuto o da qualsiasi altra persona.

2. I casi nei quali un genitore può denunciare un figlio

Un genitore può denunciare i figli per i reati che gli stessi commettono nei loro confronti.

Questo significa che il genitore che è vittima dei figli si può recare senza nessuna riserva dai carabinieri e denunciarli.

Ad esempio, se un figlio è violento e minaccia di continuo l’anziano genitore, lo stesso si potrà rivolgere alle forze dell’ordine e querelarlo.

In via teorica il genitore potrebbe denunciare il proprio figlio per qualsiasi reato commesso da costui.

Ad esempio, se la madre si accorge che il figlio appena diventato maggiorenne conserva in casa degli stupefacenti che utilizzerà ai fini di spaccio, lo potrà denunciare alle autorità.

Non accade di frequente, però la legge non lo esclude.


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3. I casi nei quali un genitore non può denunciare un figlio

L’articolo 649 del codice penale, rubricato “Non punibilità e querela della persona offesa, per fatti commessi a danno di congiunti” recita:

Non è punibile chi ha commesso alcuno dei fatti preveduti da questo titolo in danno:

    1) del coniuge non legalmente separato;

    1-bis) della parte dell’unione civile tra persone dello stesso sesso;

    2) di un ascendente o discendente o di un affine in linea retta, ovvero dell’adottante o dell’adottato;

    3) di un fratello o di una sorella che con lui convivano.

I fatti preveduti da questo titolo sono punibili a querela della persona offesa, se commessi a danno del coniuge legalmente separato o della parte dell’unione civile tra persone dello stesso sesso, nel caso in cui sia stata manifestata la volontà di scioglimento dinanzi all’ufficiale dello stato civile e non sia intervenuto lo scioglimento della stessa, ovvero del fratello o della sorella che non convivano coll’autore del fatto, ovvero dello zio o del nipote o dell’affine in secondo grado con lui conviventi.

Le disposizioni di questo articolo non si applicano ai delitti preveduti dagli articoli 628, 629 e 630 e ad ogni altro delitto contro il patrimonio che sia commesso con violenza alle persone.

Secondo l’articolo non è possibile denunciare il figlio per reati contro il patrimonio, come ad esempio il furto, la truffa, l’appropriazione indebita e la circonvenzione di incapaci, commessi ai danni del proprio genitore.

La legge impedisce ai genitori di querelare i propri figli che si sono resi autori di questo tipo di reati nei loro confronti, una causa di non punibilità che la legge prevede allo scopo di tutelare i rapporti tra familiari.

La norma ha come finalità il bilanciamento dell’interesse alla soppressione di determinati reati con l’esigenza di non intaccare l’unità familiare.

Il genitore non può denunciare il figlio che gli ha rubato i soldi dal portafogli o dal conto corrente, che lo ha truffato, che gli applica interessi da usura oppure che approfitta della sua debolezza e delle sue condizioni di salute per farsi intestare alcuni beni.

La causa di non punibilità non si applica se il crimine è stato commesso con violenza.

Ad esempio, quando il figlio, pur di farsi dare i soldi dai genitori, li minaccia di morte e scaglia contro di loro alcuni oggetti contundenti (Cass. sent. n. 19651/2007).

Quando si parla di violenza non si deve intendere esclusivamente quella fisica ma anche quella morale.

A questo proposito, deve essere condannato il figlio che si fa dare soldi dall’anziano genitore dietro la minaccia di abbandono o di percosse (Cass. Sent.16/03/2005  n. 13488).

4. I casi nei quali un genitore può denunciare il figlio minorenne

La situazione si potrebbe complicare se a commettere reato è un figlio minorenne.

In simili casi si deve fare una distinzione:

  • Se il figlio ha compiuto 14 anni potrà essere denunciato.

Lo giudicherà il Tribunale per i minorenni che, se riterrà colpevole l’imputato, lo potrà condannare ma con pena ridotta, considerando la giovane età.

  • Se il figlio non ha compiuto 14 anni non potrà essere processato perché non imputabile. Il giudice però, se ritiene il minore pericoloso, lo può condannare a scontare una misura di sicurezza, che può consistere nell’obbligo di trascorrere del tempo in una comunità (il vecchio riformatorio giudiziario).

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