L’istruzione probatoria

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L’istruzione probatoria rappresenta la fase nella quale si raccolgono le prove necessarie a sostenere le domande e le eccezioni delle parti e nel processo civile è di sicuro una delle più importanti.

Volume consigliato

Le prove nel processo civile

L’opera affronta i singoli mezzi di prova, tipici e atipici, analizzandone caratteristiche e valore, al fine di guidare il professionista nella scelta più corretta per sostenere la propria linea difensiva.La peculiarità del volume consiste nella trattazione della prova in relazione ai singoli tipi di procedimento: oltre alle prove nell’ambito del rito ordinario, gli Autori affrontano la tematica in relazione, fra gli altri, al procedimento di separazione, al procedimento monitorio e a quello cautelare.La trattazione si sviluppa basandosi sul dato normativo e sulle recenti pronunce giurisprudenziali relative all’utilizzo nonché alla portata probatoria dei singoli mezzi di prova, aiutando in tal modo l’operatore ad orientare il proprio lavoro, confrontandosi con casi pratici.a cura di Gianluca MorrettaAvvocato, partner dello studio R&P Legal, con particolare esperienza nel contenzioso civile e commerciale. È esperto nella tutela della proprietà industriale e intellettuale.Maria Teresa BartalenaAvvocato, si occupa di diritto civile e svolge la propria attività prevalentemente nel settore banking and finance.Nicola Berardi Avvocato, opera nel settore del diritto commerciale, con particolare riferimento al diritto della proprietà industriale e delle nuove tecnologie.Alberto CaveriAvvocato, partner dello studio R&P Legal, si occupa di contenzioso ordinario e arbitrale per conto di enti pubblici e primarie società.Ludovica CerettoAvvocato, svolge la propria attività nei settori del commercio elettronico, del trattamento dei dati personali, del diritto della comunicazione e della pubblicità, dei servizi online e del diritto d’autore.Antonio Faruzzi Avvocato, opera nel settore del diritto commerciale, occupandosi in particolare di operazioni straordinarie di fusione ed acquisizione e di contenziosi civili.Beatrice GalvanAvvocato, si occupa di diritto civile, con particolare esperienza nel contenzioso civile e nel diritto commerciale e societario.Paolo GrandiAvvocato, partner dello studio R&P Legal, esperto di contenzioso commerciale e societario. Assiste primarie aziende del comparto manifatturiero e metalmeccanico, del settore della moda, dell’automotive e della ristorazione.Enrico Lambiase Avvocato, partner dello studio R&P Legal, si occupa prevalentemente di contenzioso nell’ambito del diritto civile, oltre che di diritto di famiglia e delle successioni.Marco LaulettaAvvocato, opera principalmente nel settore del diritto bancario, della contrattualistica commerciale nazionale ed internazionale, del diritto dell’ambiente e dell’energia.Giovanna MaggiaAvvocato, esperta di diritto commerciale in riferimento alla tutela della proprietà intellettuale e al settore del commercio elettronico e della protezione dei dati personali.Luca Magistretti Avvocato, si occupa di contenzioso in materia societaria e assicurativa, di responsabilità civile professionale e da prodotto, di procedure concorsuali e di regolamentazione assicurativa.Daniele Merighetti Avvocato, svolge prevalentemente attività di assistenza nell’ambito del diritto civile, con particolare riferimento alla responsabilità contrattuale, alle locazioni ed alla tutela del consumatore.Massimo Moraglio Avvocato, si occupa prevalentemente di contenzioso civile, avendo maturato una particolare esperienza in ambito bancario e nei procedimenti di esecuzione immobiliare.Maria Grazia Passerini Avvocato, si occupa prevalentemente di diritto civile, avendo maturato una particolare esperienza nella gestione delle controversie di natura famigliare.Cristiano Principe Avvocato, si occupa prevalentemente di diritto civile e, in particolare, di responsabilità civile, diritto commerciale e societario. È autore di pubblicazioni su condominio e locazioni.Serena SibonaDottoressa, laureata nel 2017 presso l’Università di Torino, ha maturato esperienze accademiche all’estero. Da gennaio 2018 si dedica prevalentemente al diritto commerciale e al trattamento dei dati personali.Caterina Sola Avvocato, partner dello studio R&P Legal, da oltre 25 anni svolge la propria attività nell’ambito del contenzioso civile, avendo maturato particolare esperienza soprattutto nei procedimenti cautelari ed esecutivi.Stefania Tiengo Avvocato, partner dello studio R&P Legal, si occupa principalmente di contenzioso civile e di assistenza alle imprese nell’ambito della contrattualistica, soprattutto nel settore immobiliare e delle locazioni.Monica Togliatto Avvocato, partner dello studio R&P Legal, dottoressa di ricerca in diritto civile presso l’Università degli Studi di Torino. Si occupa di diritto della pubblicità, proprietà intellettuale ed industriale, diritto dei consumatori.Margherita Vialardi Avvocato, si occupa prevalentemente di contenzioso civile ordinario e arbitrale, con particolare esperienza nel settore della responsabilità professionale.Matteo Visigalli Avvocato, si occupa di diritto civile prestando assistenza giudiziaria, ordinaria e arbitrale, con particolare specializzazione nel contenzioso commerciale e societario.

Maria Teresa Bartalena, Nicola Berardi, Alberto Caveri, Ludovica Ceretto, Antonio Faruzzi, Beatrice Galvan, Paolo Grandi, Enrico Lambiase, Marco Lauletta, Giovanna Maggia, Luca Magistretti, Daniele Merighetti, Massimo Moraglio, Gianluca Morretta, Maria Gr | 2020 Maggioli Editore

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In che cosa consiste l’istruzione probatoria

L’importanza che assume l’istruzione probatoria nell’ambito del processo civile è rappresentata dal fatto che questa fase è quella relativa alla raccolta del materiale che serve a sostenere e dare fondamento alle domande e alle eccezioni proposte dalle parti.

In che cosa consiste l’onere della prova

L’articolo 2697 del codice civile, disciplina l’onere della prova e stabilisce in modo evidente che “chi vuole fare valere un diritto in giudizio deve provare i fatti che ne costituiscono il fondamento” e che, allo stesso modo, “chi eccepisce l’inefficacia di tali fatti ovvero eccepisce che il diritto si è modificato o estinto deve provare i fatti su cui l’eccezione si fonda”.

Non possono essere oggetto di prova le norme di diritto, nonostante la loro interpretazione possa essere condizionata dalle tesi che le parti propongono in giudizio.

 

Non possono essere oggetto di prova neanche massime d’esperienza, vale a dire le nozioni che rientrano nel bagaglio di conoscenza dell’uomo medio, e i fatti notori, vale a dire le circostanze che di fatto sono note alla generalità delle persone di media cultura.

Il carattere eventuale della fase di istruzione probatoria

Si rende necessario precisare che la fase di istruzione probatoria, anche se, nelle circostanze nelle quali viene  svolta è di importanza fondamentale, rappresenta una fase eventuale.

Può accadere che nell’udienza di trattazione la causa risulti matura per la decisione e non abbia bisogno che venga richiesta l’acquisizione di prove.

I mezzi di prova

Nel nostro ordinamento vige il principio di tipicità dei mezzi di prova, secondo il quale nel processo possono essere introdotte e utilizzate in modo esclusivo le norme previste e disciplinate dal legislatore.

I principali mezzi di prova, che devono dimostrare le circostanze di fatto dedotte in giudizio, sono rappresentati dai documenti e dall’esame testimoniale.

Nel dettaglio, i documenti sono quegli oggetti materiali, di solito in forma scritta, hanno come funzione quella di essere in grado di fornire la rappresentazione di un determinato fatto.

L’esame testimoniale consiste nel formulare delle domande a terze persone al contenzioso su circostanze di importanza determinante ai fini della decisione.

Ulteriori mezzi rilevanti di prova sono, poi, le consulenze tecniche, le ispezioni, la confessione e l’interrogatorio formale.

In che modo vengono classificate le prove

Le prove possono essere classificate in molteplici modi.

Elenchiamo le principali di seguito.

Prove costituende e prove costituite

Le prove si possono distinguere in prove costituende e prove costituite.

Le prove costituende sono quelle che si formano nell’ambito del processo durante l’istruzione probatoria, ne costituisce un esempio l’esame dei testimoni.

Le prove costituite sono quelle che si formano al di fuori del processo, nel quale vengono introdotte per essere direttamente interpretate dal giudice, ne costituiscono un esempio i documenti.

Prove dirette e prove indirette

Un’altra classificazione delle prove è quella relativa alla distinzione tra le prove dirette  e le prove indirette.

Le prove dirette sono quelle che mettono il giudice a diretta conoscenza del fatto che si vuole dimostrare.

Le prove indirette sono quelle che hanno bisogno di un’azione logica al fine di fare risalire il giudice dalle stesse al fatto da provare.

Prova piena, di verosimiglianza e argomento di prova

Si può anche distinguere tra le prove piene, le prove di verosimiglianza e l’argomento di prova.

La prova piena è quella ha la tendenza a rappresentare il fatto nella sua completezza e in modo inconfutabile.

La prova di verosimiglianza è quella che si fonda su un criterio di credibilità e viene reputata sufficiente alla concessione di determinati provvedimenti, come ad esempio il fumus boni iuris nel procedimento cautelare.

L’argomento di prova è quello che fornisce in modo esclusivo specifici elementi in base ai quali dovranno essere valutate le prove, come ad esempio il comportamento che viene tenuto dalle parti durante il processo.

Le modalità di ammissione delle prove

L’ammissione dei mezzi di prova richiesti dalle parti spetta al legislatore che lo riserva al giudice, il quale, dopo che ne accerta l’ammissibilità, provvede con ordinanza.

In modo più specifico, le prove, al fine di essere ammesse dal giudice, devono risultare conformi alla legge, devono essere idonee a dimostrare il fatto che ne costituisce l’oggetto e  devono essere rilevanti ai fini della decisione.

Le prove che dispone il giudice

Di solito, sulla base delle disposizioni dell’articolo 115 del codice di procedura civile, il giudice deve mettere a fondamento delle sue decisioni le prove che vengono proposte dalle parti o dal pubblico ministero.

Nel nostro ordinamento, vige il cosiddetto principio dispositivo, secondo il quale la ricerca del materiale relativo alle prove è compito delle parti.

Nonostante questo, sussistono delle ipotesi nelle quali è lo stesso giudice che, facendo valere il suo potere d’ufficio, dispone l’acquisizione di prove al fine di integrare quelle proposte dalle parti o al fine di eliminare eventuali lacune e insicurezze.

Questo accade, ad esempio, in presenza di circostanze nelle quali il giudice disponga l’interrogatorio non formale delle parti (art. 117 c.p.c.), l’ispezione di persone o di cose (art. 118 c.p.c.), la richiesta di informazioni alla pubblica amministrazione (213 c.p.c) e, nelle ipotesi delle quali all’articolo 257 del codice di procedura civile, anche l’escussione di altri testimoni.

L’istruzione probatoria e il principio del libero convincimento

Secondo il principio del libero convincimento, al quale risulta essere informato il processo civile, il giudice è libero di valutare senza nessun condizionamento le prove che vengono proposte in giudizio dalle parti, nonostante abbia il compito di rendere noto nella motivazione della sentenza il percorso logico e giuridico che lo ha condotto a fare quella determinata valutazione.

Il principio del libero convincimento, non agisce in caso di prove legali, vale a dire quelle prove, rimaste esclusivamente nel processo civile, la quale attendibilità è predeterminata dal legislatore.

Ne costituisce un esempio la circostanza in base alla quale si devono considerare veritiere le dichiarazioni fatte da una parte in giudizio a suo svantaggio.

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Dott.ssa Concas Alessandra

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