La revoca della donazione

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La donazione è il contratto con il quale, per spirito di liberalità, una parte arricchisce l’altra, disponendo a suo favore di un suo diritto o assumendo verso la stessa un’obbligazione.

(art. 769 c.c.).

L’arricchimento può avvenire con il trasferimento di un diritto, ad esempio, della proprietà di un immobile, oppure dell’assunzione di un obbligo, di pagare un debito, di versare una somma di danaro.

Le modalità della donazione

La donazione è un contratto particolare perché ha bisogno di una specifica forma.

Deve essere fatta per atto pubblico in presenza di due testimoni, sotto pena di nullità.

L’accettazione può essere fatta nell’atto stesso o con un successivo atto pubblico.

In questo caso la donazione non è perfetta se non da quando l’atto di accettazione è notificato al donante.

Prima che la donazione sia perfetta, sia il donante sia il donatario possono revocare la loro dichiarazione (art.782 c.c.).

Quando si la donazione si può revocare

Il contratto di donazione una volta concluso dovrebbe essere irrevocabile.

Il regalo fatto dovrebbe essere al sicuro.

In realtà la legge individua alcune ipotesi nelle quali, anche se la donazione è perfetta, compiuta con le formalità richieste, il donante può porre nel nulla gli effetti dell’elargizione.

Si parla di revocazione della donazione, che ricorre in due ipotesi.

Per ingratitudine e per sopravvenienza di figli.

La revoca donazione per ingratitudine

La revoca della donazione per ingratitudine si ha quando il donatario è reo di alcuni fatti molto gravi nei confronti del donante.

Sono circostanze nelle quali la legge ravvisa una irriconoscenza del beneficiario nei confronti di chi gli ha fatto la donazione.

Secondo il codice civile la revoca per ingratitudine può essere proposta quando il donatario:

Ha volontariamente ucciso o tentato di uccidere il donante oppure il coniuge, un discendente o un ascendente dello stesso, purché non ricorra nessuna delle cause che escludono la punibilità, ad esempio, la legittima difesa.

Ha commesso, in danno di una delle persone sopra menzionate, un fatto al quale la legge dichiara applicabili le disposizioni sull’omicidio.

Ha denunciato una di quelle persone per reato punibile con l’ergastolo o con la reclusione non inferiore nel minimo a tre anni, se la denuncia è stata dichiarata calunniosa in giudizio penale, oppure ha testimoniato contro le stesse persone imputate dei predetti reati, se la testimonianza è stata dichiarata, nei suoi confronti, falsa in giudizio penale.

Si è reso colpevole d’ingiuria grave verso il donante.

Ha in modo doloso arrecato grave pregiudizio al suo patrimonio.

Gli ha rifiutato indebitamente gli alimenti (art. 801 c.c.).

Leggi anche:”La revoca della donazione da parte del creditore”

La revoca della donazione per sopravvenienza di figli

Rappresenta la seconda ipotesi di revoca della donazione.

Secondo la legge, le donazioni fatte da chi non aveva o ignorava di avere figli o discendenti al tempo della stessa, possono essere revocate per la sopravvenienza o l’esistenza di un figlio o discendente del donante.

Possono essere revocate  anche per il riconoscimento di un figlio, salvo che si provi che al tempo della donazione il donante aveva notizia dell’esistenza del figlio.

La revocazione può essere chiesta anche se il figlio del donante al tempo della donazione era stato concepito (art.803 c.c.).

Revoca donazione e prescrizione

La prescrizione della revoca della donazione è diversa a seconda che essa sia fatta per ingratitudine oppure per sopravvenienza di figli.

In relazione alla prima, la domanda di revoca deve essere proposta dal donante o dai suoi eredi, contro il donatario o i suoi eredi, entro un anno dal giorno nel quale il donante ha saputo del fatto che consente la revocazione (art. 802 c.c.).

In relazione alla seconda, deve essere proposta entro cinque anni dal giorno della nascita dell’ultimo figlio nato nel matrimonio o discendente, oppure della notizia dell’esistenza del figlio o discendente, oppure dell’avvenuto riconoscimento del figlio nato fuori del matrimonio.

Il donante non può proporre o proseguire l’azione dopo la morte del figlio o del discendente

(art. 804 c.c.).

Che cosa succede con la revoca della donazione

Se la donazione viene revocata, nei casi e nei modi sopra stabiliti, il donatario deve restituire i beni in natura, se esistono, e i frutti relativi, a partire dal giorno della domanda.

Se il beneficiario della donazione si è disfatto dei beni, ad esempio, li ha venduti, ne deve restituire il valore, rapportato al tempo della domanda, e i frutti, sempre a partire dal giorno della domanda

(art. 807 c.c.).

La donazione irrevocabile

La legge prevede due casi nei quali la donazione non può essere revocata, né per ingratitudine né per sopravvenienza di figli.

Si tratta delle ipotesi delle donazioni rimuneratorie e di quelle fatte in relazione a un determinato matrimonio.

Secondo la legge, la donazione rimuneratoria e quella fatta in relazione a un matrimonio.

Non sono soggette a revoca perché il donante ha un particolare spirito quando decide di privarsi di qualcosa a favore dei beneficiari.

Nel primo caso, perché la donazione è fatta per il particolare valore morale e sociale delle azioni del donatario, nel secondo, perché viene data più importanza alla famiglia nascente anziché che ai motivi personali del donante.

La donazione rimuneratoria

La donazione rimuneratoria è uno speciale tipo di donazione dove la liberalità è dettata da specifiche ragioni di riconoscenza o da meriti particolari del donatario, oppure dall’intento di premiare un servizio specifico, nonostante il donante non sia tenuto né per legge, né per consuetudine (art. 770 c.c.).

La donazione per riconoscenza è la donazione rimuneratoria determinata da sentimenti di gratitudine nei confronti del donatario o di un membro della sua famiglia.

Questi sentimenti possono derivare da fatti accaduti prima della donazione, ma anche dalla promessa del compimento di un’azione futura favorevole per il donante.

Il tipico esempio di donazione per riconoscenza è quella compiuta a favore di chi ha salvato la vita al donante.

Tizio, inesperto nuotatore, viene soccorso da Caio il quale, accortosi che stava annegando, si gettato in acqua per salvarlo.

In questo caso, Tizio potrebbe donare un suo bene a Caio per sentimento di gratitudine nei suoi confronti.

La Donazione obnuziale

La donazione obnuziale è quella fatta a favore di una persona in vista del suo matrimonio, oppure di entrambi i futuri sposi, oppure a favore dei loro figli nascituri (art. 785 c.c.).

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