Infedeltà coniugale: le conseguenze legali dell’adulterio

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L’infedeltà rappresenta un comportamento contrario agli obblighi del matrimonio, come lo sono l’abbandono immotivato della casa coniugale, le violenze e le vessazioni, l’omessa assistenza materiale e morale del coniuge.

Ci si chiede che cosa dica la legge in proposito e quali siano le conseguenze.

Al contrario di quello che si possa pensare, il tradimento non implica sanzioni sul piano economico, né fa maturare il diritto a richiedere il mantenimento.

In via eccezionale il risarcimento può scattare esclusivamente in caso di adulterio consumato in un contesto pubblico, che abbia leso la reputazione e l’onore dell’altro coniuge, però non interferisce sull’affidamento dei figli e sull’assegnazione della casa coniugale.

In questo articolo scriveremo in modo più dettagliato sulle varie questioni.

Indice

  1. Che cosa comporta il tradimento?
  2. La perdita del diritto al mantenimento
  3. La perdita dei diritti successori
  4. Il risarcimento del danno
  5. La revoca delle donazioni
  6. L’affidamento dei figli
  7. L’assegnazione della casa coniugale

1. Che cosa comporta il tradimento?

Il tradimento si caratterizza per due conseguenze:

  • La perdita del diritto al mantenimento;
  • La perdita dei diritti successori.

Questi effetti vengono sintetizzati con un’unica espressione, che prende il nome di addebito.

Con la dichiarazione di addebito, il giudice, se gli viene espressamente chiesto in un giudizio di separazione, addebita la responsabilità per la fine della convivenza al coniuge che si è reso responsabile dei comportamenti contrari al matrimonio.

Per questo si dice che il tradimento comporta l’addebito, vale a dire, l’imputazione di responsabilità per la cessazione del legame coniugale.

2. La perdita del diritto al mantenimento

La persona che tradisce non può chiedere all’ex coniuge, in caso di separazione e divorzio, il mantenimento, neanche se le sue condizioni economiche non gli consentono di vivere.

Al contrario, il tradimento non implica, come sanzione, l’obbligo di mantenere l’ex coniuge.

Questo dovere deriva esclusivamente dalla disparità di reddito nella coppia e dall’impossibilità, da parte di uno dei due coniugi, di mantenersi in modo autonomo.

Se a tradire dovesse essere il coniuge che sta meglio dal lato economico, l’altro avrà diritto agli alimenti non perché è stato vittima di adulterio ma perché non è autosufficiente.

Per questo il mantenimento dovrà essere erogato anche se non ci sia stata nessuna infedeltà.

Al contrario, se a tradire dovesse essere l’altro coniuge, quello con reddito più basso, non avrà diritto agli alimenti.

3. La perdita dei diritti successori

Il coniuge è erede legittimario dell’altro.

Significa che non può mai essere diseredato e ha sempre diritto a una quota del patrimonio dell’ex (la cosiddetta legittima).

Questo diritto resta anche dopo la separazione e cessa esclusivamente con il divorzio.

Se la separazione dovesse essere avvenuta con addebito (ad esempio, in caso di tradimento), i diritti successori decadono.

Se l’ex coniuge separato che ha subito il tradimento dovesse morire prima del divorzio, l’altro non gli potrà succedere.


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4. Il risarcimento del danno

Come accennato nella premessa all’articolo, il tradimento non implica l’obbligo di risarcire il danno all’ex coniuge, però se il tradimento dovesse essere avvenuto con modalità tali da pregiudicare l’onore e la reputazione del coniuge, ad esempio consumandosi in pubblico o in un contesto familiare, la conseguente mortificazione per la vittima di un simile comportamento consente alla stessa di chiedere i danni anche nella causa di separazione.

5. La revoca delle donazioni

Il tradimento non è motivo per chiedere la restituzione delle donazioni effettuate durante il matrimonio.

Questo perché l’adulterio non è considerato motivo di ingratitudine per ingiuria grave (condizione che consente la revoca delle donazioni).

Nonostante questo, secondo la Suprema Corte di Cassazione (cass. ord. n. 19816/22) si può parlare di ingiuria grave, ed è possibile agire per la revoca della donazione, quando l’adulterio matura nel nucleo familiare ristretto dei due coniugi e si sviluppa nello stesso ambiente lavorativo.

In simili casi, è possibile connotare di gravità l’offesa all’onore patita dalla donante ed evidenziare, nel donatario, un atteggiamento di noncuranza e di assenza di rispetto nei confronti della dignità dell’ex.

L’ingiuria grave che la legge prevede come motivo di revocazione della donazione, consiste in un comportamento con il quale:

si rechi all’onore e al decoro del donante un’offesa suscettibile di ledere gravemente il patrimonio morale della persona, da rilevare un sentimento di avversione che manifesti tale ingratitudine verso colui che ha beneficato l’agente, che ripugna alla coscienza comune.

Questo è evidentemente esclusivamente l’adulterio che avvenga in pubblico, con conseguente offesa alla reputazione della vittima, al pari di quello che dà diritto al risarcimento del danno.

6. L’affidamento dei figli

Le liti tra i genitori non condizionano il regime di affidamento e collocazione dei figli.

Anche se un coniuge dovesse violare i doveri del matrimonio, ottenere lo stesso l’affidamento condiviso dei figli, perché la regola che può essere derogata esclusivamente in caso di gravi incapacità educative.

Il coniuge fedifrago potrà abitare con i figli, specie se si tratta della madre, perché, secondo la giurisprudenza, l’infedeltà non è motivo per ritenere incapace il soggetto di prestare l’assistenza materiale e morale alla prole.

7. L’assegnazione della casa coniugale

Il coniuge traditore che ottenga la collocazione dei figli avrà anche diritto all’assegnazione della casa coniugale.

Questo perché il provvedimento viene assunto a tutela dei figli e non del genitore con il quale gli stessi abitano.

Il riconoscimento del diritto di abitazione nella casa familiare è conseguenza diretta e immediata della collocazione del figlio e non può subire deroghe se il beneficiario dovesse essere il coniuge infedele.

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