Bullismo e cyberbullismo: fenomeni connessi

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Approfondimento su bullismo e cyberbullismo.

Indice

1. Introduzione

La nostra società è formata da gruppi di persone che sono definiti dalla sociologia come un’insieme d’individui che cooperano tra loro per raggiungere degli scopi comuni, i quali si riuniscono condividendo le stesse passioni, la stessa musica, lo stesso modo di vestirsi e molto spesso utilizzando anche gli stessi comportamenti.
Un’errore che frequentemente avviene, sopratutto tra gli adolescenti è quello della scarsa tolleranza verso la diversità, escludendo o prendendo di “mira” un soggetto in base alle proprie etnie religiose, orientamento sessuale, caratteristiche fisiche e cosi via, scaturendo in un fenomeno molto diffuso che è quello del bullismo.

2. Il fenomeno del bullismo e la sua origine

Il bullismo trae la sua origine dal termine “bullying” che significa “usare prepotenza, maltrattare, intimidire, intimorire”, infatti, la sua definizione consiste nel porre in essere comportamenti aggressivi, verbali o fisici, sopraffazione, atti intimidatori ripetitivi e continui da parte di un soggetto/i, il bullo/i, nei confronti di un altro soggetto debole, la vittima, che spesso per farsi accettare rinuncia alla propria personalità, al proprio pensiero adeguandosi a colui o coloro (branco) che si trovino in una posizione di forza, senza saper distinguere ciò che sia giusto e cosa sia sbagliato.
E’ necessario esaminare anche il comportamento di colui che pone in essere questi atti così crudeli, perché, di solito lo fa per appagare ad un bisogno di potere o per soddisfare una brama di sottomissione, di controllo e di umiliazione del prossimo, ma spesso dietro questi, nascondono le proprie paure, la propria sofferenza familiare e sociale, la propria emarginazione, il proprio fallimento, con questo non voglio dare una giustificazione a dei gesti che il più delle volte sono molto violenti, ma prendersi la responsabilità di una maggior attenzione verso ragazzini che iniziano a dare dei primi segnali di sbandamento, che sono delle vere e proprie richieste d’aiuto in modo da intervenire in maniera preventiva e non repressiva affinchè si possano mettere in atto tutti gli strumenti utili al fine di evitarli o quanto meno contenerli. Attualmente, nel nostro ordinamento non esiste ancora una disciplina ad hoc che prevede il reato di bullismo, pur essendo un dibattito molto vivo in sede parlamentare al fine di emanare una legge che abbia scopi sia preventivi che repressivi, ma nonostante ciò gli atti di bullismo possono configurarsi in altre fattispecie di reato e come tali essere denunciati e puniti, alcune esempi come la diffamazione (art. 595 c.p.), la minaccia (art. 612 bis), ed altre fattispecie.  
Le pagine di cronaca e i mass media quotidianamente riportano fenomeni di bullismo e cyberbullismo, che pur avendo caratteristiche diverse sono connessi, e sempre più crescenti tra i giovanissimi.

3. Cos’è il cyberbullismo

Occorre sottolineare che un passo avanti è stato fatto dalla legge 71/2017, la quale ha introdotto e disciplinato il reato di cyberbullismo, che viene definito comeun insieme di azioni aggressive e intenzionali, di una singola persona o di un gruppo, realizzate mediante strumenti elettronici (sms, mms, foto, video, email, chat rooms, instant messaging, siti web, telefonate), aventi lo scopo di porre in essere un attacco dannoso nei confronti della propria vittima.
L’aspetto più preoccupante riguarda le sue conseguenze., si passa,  infatti, dalla vergogna, all’imbarazzo, all’isolamento sociale della vittima, senza tralasciare le varie forme depressive, gli attacchi di panico e atti estremi come i tentativi di suicidio, che sono tutte forme analoghe a quelle del bullismo.
La diffusione dei social ha cambiato il nostro modo di comunicare comportando una riduzione delle distanze tali da permettere di mantenere, con una maggior facilità il contatto con  i legami più significativi, ma dall’altro lato ha scaturito molti aspetti negativi influenzando il  comportamento, sopratutto dei giovanissimi, che si ritrovano immagini e video di carattere violento, razzista e sessisti, che spesso finiscono in umiliazioni, minacce o diffamazioni, contenuti che sono pericolosissimi in un’età molto difficile dove si trovano ad affrontare delle trasformazioni legate al proprio corpo, alle relazioni affettive e sessuali, e dove sono irascibili, impulsivi e poco propensi al rispetto delle regole adottando dei comportamenti rischiosi che generano in un disagio, senza tralasciare il continuo contrasto con i genitori che li sente lontani, controllori ed eccessivamente ansiosi.
Molto spesso, accade una perdita del contatto con il mondo reale, tale da arrivare a creare un vera e propria dipendenza determinando sintomi di astinenza, problemi di concentrazione, isolamento sociale, attacchi d’ansia e depressione, per questo occorre farne un uso adeguato dello stesso ed è evidente, un  controllo scrupoloso da parte dei genitori nell’uso che i propri figli ne facciano, rendendoci conto che la grave situazione epidermica che abbiamo vissuto in questi anni ed ancora adesso, seppur con un livello di allerta moderato, ha modificato ed in alcune volte annullato, le relazioni verbali ed affettive, innalzando il rischio di questi fenomeni.

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Annalisa Marzigno

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