Etichetta sanitaria alcolici: la legge in Irlanda e reazioni

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Lo ha annunciato il governo di Dublino nella persona della responsabile dell’unità di controllo del tabacco e dell’alcol del Ministero della Salute, Claire Gordon.
Secondo il contenuto della norma le etichette dei prodotti alcolici devono indicare il contenuto calorico e i grammi di alcol nel prodotto e i rischi per la salute.
L’Italia, da parte sua, non condivide la scelta.
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Indice

1. Il provvedimento “Irlandese”


L’Agenzia di stampa Ansa riporta che il ministro irlandese della Salute Stephen Donnelly ha convertito in legge il regolamento che prevede l’etichettatura degli alcolici con avvertenze sanitarie.
Lo ha annunciato la responsabile dell’unità di controllo del tabacco ed dell’alcol del Ninistero della salute irlandese Claire Gordon.
La legge, primo esempio in Europa, prevede che le etichette dei prodotti alcolici indichino il contenuto calorico e i grammi di alcol nel prodotto e contengano avvertenze sul rischio di consumare alcol durante la gravidanza e sui rischi sulla salute dovuti al consumo di alcol.
La legge verrà applicata dal 22 maggio 2026, dopo un periodo di transizione.
Il Ministro Stephen Donnelly ha dichiarato:
 “Sono lieto che siamo il primo paese al mondo a compiere questo passo e introdurre un’etichettatura sanitaria completa dei prodotti alcolici, non vedo l’ora che altri paesi seguano il nostro esempio”. L’etichettata irlandese sugli alcolici ha sollevato le critiche di diversi Stati Ue, tra cui l’Italia, da Stati membri del Wto e dai produttori di bevande alcoliche perché una barriera agli scambi commerciali, “ingiustificata e sproporzionata”.
L’Irlanda, portando avanti la sua idea di integrare nelle etichette degli alcolici indicazioni sanitarie sui possibili danni, si pronuncia anche per una estensione di queste “avvertenze” anche agli altri Paesi dell’Unione Europea.
I prossimi passi formali prevedono una notifica da parte del paese all’Organizzazione mondiale del commercio, perché il sistema di etichettatura potrebbe essere considerato un ostacolo al commercio internazionale e Dublino è consapevole che il passaggio al Wto potrebbe presentare difficoltà, ma mira a chiudere con successo la procedura. 


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2. La posizione della Coldiretti e la reazione dell’Italia


Secondo la Coldiretti, dopo che la Commissione Europea ha dato il via libera per silenzio-assenso, alla proposta irlandese, nonostante il disappunto di diversi Stati tra i quali l’Italia, l’entrata in vigore “della legge sulle etichette allarmistiche del vino in Irlanda è un precedente pericoloso che mette a rischio il record nelle esportazioni di vino made in Italy di 7,9 miliardi realizzati lo scorso anno”.
Una decisione che, si auspica possa essere ridiscussa nel Comitato barriere tecniche in sede Wto il mese prossimo, dove verranno presentate ufficialmente le obiezioni di diversi Paesi a partire dagli Usa.
E’ allo stesso modo importante che la Commissione Europea si faccia carico di monitorare gli effetti sul mercato per valutare la possibilità di aprire una procedura di infrazione.
A questo proposito la Coldiretti evidenzia che si tratta di una “norma distorsiva del commercio”.
Anche se le esportazioni di vino italiano in Irlanda sono state nel 2022 pari a 45 milioni di euro, la decisione “rischia di aprire le porte in Europa e nel mondo a una normativa che colpirebbe una filiera che in Italia vale 14 miliardi di euro, dal campo alla tavola garantisce 1,3 milioni di posti di lavoro ed è la principale voce dell’export di settore”.
È improprio assimilare l’eccessivo consumo di superalcolici tipico dei Paesi nordici al consumo moderato e consapevole di prodotti di qualità e a più bassa gradazione”.
Le bottiglie made in Italy sono destinate per circa il 70% a Docg, Doc e Igt con 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc), 76 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), e 120 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30% per i vini da tavola.
Il consumo pro capite in Italia si attesta sui 33 litri all’anno e con una sempre maggiore attenzione alla qualità.

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Dott.ssa Concas Alessandra

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