Divorzio, modalità e costi a seconda che sia consensuale o giudiziale

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Il costo di un divorzio, come quello di una separazione, può variare molto in base a diversi fattori. La presenza oppure no di figli, il valore di eventuali beni da trasferire o dell’eventuale mantenimento richiesto, la complessità delle questioni da trattare.

Quando si decide di divorziare, ci si deve rivolgere ad un avvocato.

Accordo di divorzio in Comune

Se non ci sono figli minori o portatori di handicap grave o incapaci di agire o maggiorenni non economicamente autosufficienti, e se le parti intendono effettuare trasferimenti patrimoniali, al fine di ottenere il divorzio, i coniugi si possono rivolgere al Comune di residenza di uno dei due o a quello di celebrazione del matrimonio.

In casi simili basteranno due incontri, a distanza l’uno dall’altro, di almeno trenta giorni, dopo i quali le parti sottoscriveranno davanti al Sindaco, o all’ufficiale di stato civile delegato, l’accordo di divorzio che avrà lo stesso valore di una sentenza del tribunale. Il costo di questa procedura ammonta a 16 euro, pari ai diritti da versare all’ufficio di stato civile.

L’assistenza da parte di un avvocato è facoltativa, e il legale potrebbe essere interpellato dai coniugi anche per una semplice consulenza preparatoria all’accordo da sottoscrivere davanti al sindaco.

Negoziazione assistita

Oltre a questa procedura, si deve considerare quella della negoziazione assistita da avvocati.

Una volta raggiunto l’accordo di divorzio o di separazione, lo stesso verrà trasmesso dagli avvocati, per il nulla osta o autorizzazione, al procuratore della Repubblica presso il tribunale competente e di seguito agli uffici del Comune per l’annotazione nei registri di Stato civile.

Il costo della procedura di negoziazione assistita è superiore rispetto a quello in Comune perché si deve considerare che, se da un lato non è dovuto il pagamento di bolli o tasse, c’è da provvedere al pagamento dell’onorario di ogni avvocato, che può variare da professionista a professionista e può oscillare tra i 1000 e i 3000 Euro, oltre Iva e accessori di legge, a seconda della complessità delle questioni da trattare.

Procedura in Tribunale: divorzio consensuale o giudiziale 

L’ultima che si può esperire è la tradizionale procedura in Tribunale, per la quale i costi di un divorzio variano a seconda che i coniugi riescano oppure no a raggiungere un accordo.

Nel divorzio congiunto le spese da sostenere sono quelle del contributo unificato, che può essere diviso tra i coniugi, anche se di fatto l’imposta sarà pagata da uno di loro,e l’importo  è di 43 euro.

A questo costo si aggiunge quello dell’onorario degli avvocati che, nella procedura consensuale, può anche essere un unico professionista per entrambi i coniugi, con notevole risparmio di spese. Anche la parcella del legale potrà essere divisa, salvo diversi accordi, tra marito e moglie.

Per un divorzio consensuale, la parcella può oscillare, come per la negoziazione assistita, tra i 1000 e i 3000 euro, secondo il numero di incontri necessari a trovare l’accordo e alla complessità delle questioni da trattare.

Cambia per il divorzio giudiziale che richiederà l’avvio di una causa vera e propria.

In simili casi, oltre al costo del contributo unificato di 98 euro, andrà sommato quello della parcella dell’avvocato, che potrebbe superare i 5.000 euro, a seconda della difficoltà dell’incarico e della durata della causa, anche più di 5 anni.

Se si volessero prendere in considerazione i parametri ministeriali attualmente in vigore in ambito civile (disciplinati dal DM 55/2014), si potrebbe avere su una causa di divorzio davanti al Tribunale. di valore indeterminabile e complessità media, un costo finale che aggirerebbe intorno ai 6000 Euro.

La parte priva di reddito si potrebbe sempre avvalere del gratuito patrocinio.

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