Che cosa accade se il genitore versa l’assegno di mantenimento direttamente al figlio? 

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Quando una coppia di coniugi decide di separarsi, se ci sono dei figli il giudice ordina al genitore non convivente con gli stessi di versare un assegno di mantenimento all’ex, di solito la madre, con la quale i figli abitano. 

La finalità di questo sussidio è contribuire alle spese necessarie ai bisogni della prole.

L’assegno di mantenimento, se il giudice non dispone in modo diverso, deve essere corrisposto nelle mani del genitore. 

A questo proposito ci si è chiesti se lo stesso possa essere versato direttamente ai figli maggiorenni.

In questo articolo scriveremo che cosa ne pensa la giurisprudenza.

     Indice 

  1. La cadenza del versamento dell’assegno di mantenimento ai figli
  2. Le modalità di versamento dell’assegno di mantenimento
  3. Il padre si può limitare a fare la spesa e a comprare ai figli quello del quale hanno bisogno?
  4. Che cosa accade se il padre paga il mantenimento direttamente al figlio?
  5. Quando si può versare il mantenimento direttamente al figlio maggiorenne?
  6. Negli accordi di divorzio si può stabilire che l’assegno di mantenimento venga in parte versato al figlio?
  7. Si può chiedere al giudice di imporre il versamento del mantenimento direttamente al figlio?
  8. Sino a quando è dovuto il mantenimento al figlio maggiorenne? 

1. Che cosa accade se il genitore versa l’assegno di mantenimento direttamente al figlio?

L’assegno di mantenimento per i figli deve essere versato con cadenza mensile. 

Un ritardo, anche se di pochi giorni, se dovesse essere reiterato, potrebbe giustificare il ricorso al giudice o addirittura una querela per il reato di violazione degli obblighi familiari

L’assegno di mantenimento deve essere versato anche nei mesi nei quali i figli vanno a stare dal genitore “non collocatario”, vale a dire, quello che non convive abitualmente con loro, perché la sua  quantificazione viene fatta dal giudice su base annuale ed esclusivamente per una questione di comodità viene ripartito su base mensile.  

2. Le modalità di versamento dell’assegno di mantenimento 

Nonostante il nome, non è necessario versare  in modo materiale un assegno

È possibile eseguire un bonifico, bancario o postale, oppure consegnare contanti, facendosi rilasciare una ricevuta.

I contanti non possono essere utilizzati se l’importo supera i limiti di tracciabilità fissati dalla legge. 

3. Il padre si può limitare a fare la spesa e a comprare ai figli quello del quale hanno bisogno?

L’obbligo di versare l’assegno di mantenimento scatta anche quando il padre si prende materialmente carico delle esigenze dei figli, ad esempio, quando provvede a fare loro la spesa, acquistare i libri di scuola, comprare il motorino o qualsiasi cosa della quale abbiano bisogno. L’adempimento “in natura” all’obbligo di mantenimento non libera dal debito. 

4. Che cosa accade se il padre paga il mantenimento direttamente al figlio?

Versare le somme dovute per l’assegno di mantenimento direttamente al figlio, senza che ci sia un accordo tra i genitori o un ordine del giudice, non libera il soggetto obbligato dal proprio debito, con la conseguenza che lo stesso dovrà versare un’altra volta la stessa somma all’ex. 

5. Quando si può versare il mantenimento direttamente al figlio maggiorenne?

Il genitore non convivente può versare l’assegno di mantenimento direttamente al figlio a patto che lo stesso sia maggiorenne e che ne abbia fatto espressa richiesta.

Come ha chiarito la Suprema Corte di Cassazione:

In tema di mantenimento da parte del genitore separato o divorziato del figlio maggiorenne non economicamente autosufficiente e convivente con l’altro genitore, il genitore obbligato, in mancanza della corrispondente domanda del figlio, non può pretendere di assolvere la propria prestazione direttamente nei confronti di quest’ultimo, e non nei confronti del genitore(Cass. ord. n. 34100/2021).

Quando diventa maggiorenne il figlio può chiedere che l’assegno di mantenimento gli venga versato direttamente e non attraverso il genitore “collocatario”.

A questo proposito:

  • Se il figlio beneficiario dell’assegno di mantenimento non chiede che la somma gli venga corrisposta direttamente, il genitore obbligato non lo può fare di sua spontanea volontà e in modo autonomo.

Se lo dovesse fare, il pagamento non varrebbe a liberarlo dal proprio debito e l’ex potrebbe agire contro di lui.

  • Se il figlio beneficiario dell’assegno di mantenimento chiede che la somma gli venga corrisposta personalmente, il genitore è tenuto a farlo e non la può corrispondere all’ex.

Non è sufficiente la semplice richiesta del figlio di ottenere il versamento dell’assegno di mantenimento, serve anche un provvedimento del giudice che modifichi la precedente sentenza con la quale aveva stabilito che l’importo dovesse essere versato al genitore. 

Questo concetto è stato ribadito di recente, dalla stessa Suprema Corte di Cassazione.

Secondo la Suprema Corte:

In tema di assegno di mantenimento per figli maggiorenni ma non ancora autosufficienti, non basta l’accordo tra i genitori separati e il figlio per autorizzare il padre a versare l’assegno, stabilito dalla sentenza di separazione come contributo al mantenimento del figlio, direttamente a lui anziché alla madre. Questo anche se il figlio è divenuto maggiorenne: serve comunque un provvedimento del giudice che modifichi le condizioni di separazione(Cass. ord. n. 9700/2021).

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 6. Negli accordi di divorzio si può stabilire che l’assegno di mantenimento venga in parte versato al figlio?

Sempre secondo la Suprema Corte di Cassazione, al momento di firmare l’accordo per il divorzio consensuale, i genitori si possono accordare in modo che il soggetto obbligato a corrispondere l’assegno di mantenimento, oppure lo versi interamente o anche in parte, nelle mani del figlio. 

7. Si può chiedere al giudice di imporre il versamento del mantenimento direttamente al figlio?

Se per ipotesi un padre avesse paura che la madre utilizzasse per sé le somme che lui le versa per il mantenimento del figlio, potrebbe chiedere al giudice di disporre, nel provvedimento di separazione o di divorzio, che i soldi vengano affidati direttamente al giovane maggiorenne?

Secondo il Tribunale di Roma non è possibile. 

Il giudice non ha nessun obbligo di disporre la corresponsione dell’assegno di mantenimento direttamente al figlio maggiorenne, può stabilire che lo stesso continui ad essere versato alla madre, con la quale il figlio abita, sulla quale grava l’onere dell’organizzazione della sua vita quotidiana  e che sopporta direttamente le spese del suo mantenimento. (Trib. Roma, sent. n. 22419/2016).

8. Sino a quando è dovuto il mantenimento al figlio maggiorenne? 

L’assegno di mantenimento è dovuto sino a quando il figlio è minorenne o, se maggiorenne, sino a quando non raggiunge l’indipendenza economica.

Il fatto di essere senza lavoro non basta per potere rivendicare il mantenimento per sempre.

È necessario che il figlio si dia da fare per rendersi autonomo, che si traduce nel frequentare con profitto l’università o altri corsi di formazione, oppure cercare un lavoro. 

Più cresce l’età, più è possibile presumere che lo stato di disoccupazione del figlio dipenda da sua inerzia.

Per questo, secondo la Suprema Corte di Cassazione, l’interruzione dell’assegno di mantenimento scatta sempre intorno ai 30-35 anni per chi ha preferito percorsi professionali e intorno ai 20-25 anni, per chi non ha voluto intraprendere gli studi.

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