inserito in Diritto&Diritti nel settembre 2002

Albert Bandura e l'auto-efficacia: brevi considerazioni sulle applicazioni in campo scolastico

di Francesco Giacca

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Gli studi di Albert Bandura sulla nozione di "auto-efficacia" nutrono, ultimamente, di una grande attenzione, sia per le valide implicazioni scientifiche ricavate, sia per la ricettività del campo applicativo.
In ambito scolastico, gli alunni di tutti i gradi di scolarità si trovano a fronteggiare compiti di svariate difficoltà, sperimentando così il successo o l'insuccesso nella capacità di padroneggiarli o meno (Polàcek, 1995).
La nozione di auto-efficacia, si fonda sulla stima che l'individuo fa delle sue abilità di riuscire in un determinato compito.
Bandura (1977) ha distinto quattro "sorgenti" dell'auto-efficacia (self-efficacy): una previa esperienza di successo, esperienza vicaria (osservazione delle persone di successo), persuasione verbale e stati affettivi costruttivi.
Per questo autore, il fattore principale della formazione dell'auto-efficacia è costituito dal conseguimento di un esito positivo nell'attività intrapresa.
Inoltre, egli è convinto che l'auto-efficacia possa realizzarsi pienamente solo nel caso in cui il soggetto sia convinto che le sue abilità non sono degli attributi fissi, ma delle capacità in cui le destrezze cognitive, sociali, motivazionali e comportamentali, possono essere organizzate in vista delle specifiche finalità e quindi servire a numerosi scopi.
Bandura (1996), offre una conferma empirica di quanto affermato con i dati di un gruppo di alunni suddiviso in base alle abilità generali in bassi, medi e alti.
La sperimentazione consisteva nella risoluzione di un problema di matematica.
I risultati hanno evidenziato che gli alunni distinti per una alta auto-efficacia, erano coloro che ottenevano i migliori risultati, soprattutto quelli che rientravano nella categoria dalle basse abilità generali.
Bandura attribuisce questi risultati alle componenti dell'auto-efficacia (sforzo e perseveranza), che hanno compensato le modeste abilità degli alunni che hanno ottenuto i migliori punteggi.
Polàcek osserva che gli studenti sono continuamente sfidati dai vari compiti e sono posti di fronte alla decisione se affrontarli o meno e di stabilire quanto sforzo sarà necessario per portarli a termine.
Appare quindi evidente la correlazione esistente tra il costrutto dell'auto-efficacia e il rendimento scolastico a tutti i livelli della scolarità.
In uno studio del 1992, vengono presentati i dati di bambini della scola elementare, i quali erano già in grado di valutare la propria capacità di lettura.
Secondo gli autori, queste abilità di "autovalutazione" aumentano con l'età (Assor, Connell, 1992).
In altri termini, le valutazioni delle competenze scolastiche sono correlate in modo positivo e lineare con il futuro rendimento scolastico.
Persino una autovalutazione che non corrisponde affatto alla situazione del soggetto ha il suo significato, affermano Assor e Connell, in quanto in genere è correlata con il futuro esito.
Ad esempio, gli alunni che sopravvalutano le proprie capacità rendono meglio in seguito a scuola.
Ciò perché la sopravvalutazione delle proprie capacità determina un maggiore impegno, una motivazione interiorizzata e una capacità di superare gli ostacoli relativi al rendimento scolastico (Polàcek, 1995).
Anche Bandura (2000), ritiene che una irrealistica stima dell'auto-efficacia conduce spesso al successo, mentre il deprezzamento delle proprie abilità da parte del soggetto predice l'esito negativo.
Altri autori (Schunk, 1984, 1990; Saracoglu, 1989) si sono occupati del concetto di "auto-efficacia percepita", ritenendola una variabile importante nel comportamento volto alla realizzazione di sé, soprattutto nel conseguimento dei successi scolastici, stabilendo una correlazione tra l'auto-efficacia di un gruppo di studenti americani con una autostima positiva.


Francesco Giacca


Bibliografia

Bandura, A. (1977): Social learning Theories, Englewood Cliffs, New Jersey, Prentice Hall.
Bandura, A. (a cura di ) (1996): Il senso di autoefficacia. Aspettative su di e azione, Erikson, Trento.
Bandura, A. (2000): L'autoefficacia. Teoria e applicazioni, Erikson, Trento.
Polàcek, K. (1993): L'auto-efficacia: un costrutto utile nell'educazione, in "Orientamenti Pedagogici", n.40, pp. 267-280.
Polàcek, K. (1995): L'auto-efficacia: costrutto e utilizzazione, in "Orientamenti Pedagogici", n.42, pp. 927-950.
Saracoglu, B., Minden, H., Wilchesky, M. (1989): The adjustment of students with learning disabilities to university adn its relationships to self-esteen and self-efficacy, in "Journal of learning disabilities", 22, n.9.
Schunk, D.H. (1984): Self-efficacy perspective on achievement behavior, in "Educational Psychologist", 19, 1, pp. 48-58.