LE FONDAZIONI
di Michelangelo Cibin

 

1. Storia e definizione giuridica

La storia delle fondazioni nella accezione moderna del termine è abbastanza recente, anche se nel passato abbiamo avuto interessanti esempi : Fondazione Nobel, fondazione Wellcome ma, l'importanza e la loro diffusione e l'enorme incidenza che oggi hanno in molti paesi, risale agli ultimi sessant'anni.

La stesse fondazioni Rockefeller e Ford, pur nate prima hanno e stanno ottenendo il massimo sviluppo in questi ultimi decenni.

La fondazione: in termini pratici e basata sull'esperienza concreta può essere definita come "un'organizzazione privata la cui finalità non è il profitto, che è dotata di fondi propri, è gestita da direttori che sono fiduciari del fondatore o dei fondatori secondo i criteri fissati nello statuto, ed è creata per sostenere attività sociali, educative, filantropiche, religiose, scientifiche e culturali che possano contribuire al benessere o al progresso collettivi.".

La fondazione per definizione appartiene al privato: anche se la fondazione non è soltanto frutto d'iniziative private, ma anche di iniziative d'autorità pubbliche:

La scelta di creare una fondazione o di contribuire a costituirne il patrimonio significa, in termini formali, seguire logiche di diritto privato e, in termini sostanziali, rimettersi a regole e alla deontologia di organismi indipendenti e non di enti pubblici.

Va inoltre ricordato che quando si parla di scopo per le fondazioni si intende uno scopo non di lucro. Questo fatto rappresenta la peculiarietà della fondazione, la quale, ovviamente, può e deve ricavare degli utili dal proprio patrimonio e dalle attività ad esso connesse, ma deve spendere il ricavato nella realizzazione dei propri scopi, senza alcun profitto per terzi

Gli scopi delle fondazioni possono suggerire il criterio della loro classificazione.

E' pur vero che parliamo di scopi spesso generali, per cui alcune di queste classificazioni appaiono eccessivamente ampie: es. Fondazioni 'culturali' .

E' evidente la vastità di tale terminologia, ma va messo bene in rilievo che tale fatto è indice della predisposizione delle fondazioni di porsi quali centri d'iniziativa nell'ampio campo che va dall'educazione alla ricerca scientifica, dalle arti alla comunicazione.

Un'altra suddivisione può essere la distinzione tra fini di assistenza pubblica (charity) e fini di filantropia, intesa quest’ultima come interesse e cura per la promozione umana nel suo significato più vasto.

Un altro tipo di classificazione potrebbe essere fra fondazioni operative (operating) e fondazioni erogatrici (granting o grants making o giving). Le prime perseguono le loro finalità attraverso una propria attività, le altre, invece, devolvendo al altri (singole persone, associazioni o enti ) contributi finanziari per attività ritenute meritevoli di sostegno.

Nell' esperienza concreta il ricorso alle fondazioni nell'intervento in campo sociale e culturale ha fatto sì che ci si imbatta, fatto del tutto naturale, in una vasta pratica di ibridazione fra formule organizzative e gestionali proprie dell'una o dell'altra tipo di classificazione, dando però alle fondazioni il merito di sapersi adeguare agli scopi e tendere al loro conseguimento con le modalità più svariate, ma tutte valide e soprattutto originali.

In particolare andrebbero incentivate le forme di collaborazione tra le fondazione operative (operating) e quelle erogatrici (giving ) in una sorta di sinergia specie nei servizi alle persone.

Detta forma di collaborazione ha trovato notevole applicazione negli Stati Uniti, ma anche in molti paesi Europei, ove molte fondazione erogatrici contribuiscono in modo concreto alla vita di strutture sanitarie e di assistenza.

 

2. Aspetti generali di organizzazione di Amministrazione.

Vanno preliminarmente fatte alcune considerazioni : La definizione di fondazione come 'patrimonio finalizzato ' pone due punti critici: la perpetuità del legame tra il patrimonio e lo scopo, e la congruità del patrimonio rispetto gli scopi .

Sul primo punto va rilevato come molto spesso quando uno scopo è stato fissato rigidamente si arriva ad una sterilizzazione dell'utilità economica di un determinato patrimonio.

Sul secondo punto (la congruità del patrimonio allo scopo ) si pone la questione sulla soglia di rilevanza delle fondazioni: è essenziale il rapporto di proporzionalità fra patrimonio e scopo talché tale elemento è decisivo per la fondazione come fatto sociale.

La diffusione di piccole fondazioni, con patrimonio modesto induce a far ritenere il fenomeno come derivante da un 'comportamento sociale 'dei singoli volto più a seguire una moda che non a perseguire fini socialmente utili.

La presenza invece di grandi fondazioni , cioè di patrimoni destinati a scopi di ampio respiro, porta invece a dare risalto a problemi di struttura sociale : come si organizzano soggetti sociali riconoscibili e forti che, almeno in senso stretto non sono collegati ne al mercato ne allo Stato.

Ecco allora rilievo importante viene posto dal problema organizzativo :

Le questioni cui dare risposta sono solitamente tre : la lealtà agli scopi fissati dai fondatori, l'autonomia di giudizio degli amministrtatori rispetto alle variabili esterne, quali la volontà o le pressioni di ulteriori contributori finanziari esterni, la buona gestione amministrativa con la valorizzazione del patrimonio.

Si ritiene che la risposta ai questi li abbia dati Andrew Carnegie, grande industriale scozzese e promotore di molteplici iniziative filantropiche che a questo proposito scriveva :

" Nessun uomo lungimirante cercherà di legare il patrimonio che dona a una causa fissa. Egli lascerà al giudizio dei suoi 'trustees' la questione di modificare o cambiare la natura del 'trust' in modo di dare risposte alle esigenze del tempo. E' probabile che ogni ' board of trustees' divenga indifferente o privo di attenzione o anche che prenda cattive decisioni. Nel trust perpetuo - oggi le chiameremo fondazioni - così come in tutte le istituzioni umane, ci saranno stagioni fruttuose e stagioni improduttive. Ma fin quando esisteranno delle fondazioni, perverranno di tempo in tempo al loro controllo ed alla loro direzione uomini che possiederanno lungimiranza, energia e capacità di governo. E le fondazioni ricominceranno a esercitare le loro utili funzioni di servizio "( The Gospel of wealth 1900 )

Sono evidenti le implicazioni presenti e le indicazioni sui meccanismi organizzativi.

 

3. Le fondazioni e le onlus

Si ritiene brevemente affrontare il rapporto tra le fondazioni e la normativa vigente sulle Onlus (Decrelo legislativo n.460\97) .

In via preliminare va osservata l'assoluta inidoneità di una legge fiscale a costituire nuove figure giuridiche quali appunto le ONLUS .

L'intero assetto normativo è stravolto da una visione ' fiscale' dell'attività e, quando una normativa prende quella piega diventa difficile ricondurlo a razionalità.

La nascita di una nuova figura giuridica dovrebbe correttamente trovare collocazione nel diritto comune es. Codice Civile individuando e regolando tutte le varie figure che operano senza scopo di lucro.

Infatti è l'agire senza scopo di lucro che deve essere presente nella defiscalizzazione , e non inventare qualcosa di nuovo che finisce per ingabbiare figure giuridiche già presenti nel nostro ordinamento.

Le agevolazioni fiscali dirette od indirette delle oblazioni o di lasciti erogati a fondazioni od associazioni è in tutti i paesi un fatto di civiltà: val la pena verificare nel concreto le attività svolte ed intervenire successivamente piuttosto che creare ibridi giuridici che finiscono per disincentivare chi vuole concretamente contribuire alla crescita della propria società.

 

4. Indicazioni e prospettive

Ovviamente la prospettiva delle fondazioni viene ad essere potenziata se le stesse contribuiscono in modo concreto alla crescita della società civile.

Le attività svolte debbono essere sentite dalla collettività come utili e fatte proprie e pertanto, divenire momento di crescita.

Solo così le fondazioni organizzate diventeranno i terminali di contribuzioni private ed anche pubbliche (basti pensare che negli Stati Uniti oltre il 26% delle attività delle fondazioni è fatto con fondi pubblici ), riconoscendo nei programmi e nelle attività svolte un’utilità sociale, evitando nel contempo la proliferazione di piccole fondazioni il cui costo di mantenimento è superiore al patrimonio dotale.

Quanto affermato dall’illustre filantropo Carnegie deve indicare la modalità operativa : sensibilità alle esigenze sociali, intuizione dei cambiamenti in atto: non quindi scopi rigidi ma duttili e nel complesso generali.

Questo non vuol dire fare tutto, ma scegliere accuratamente degli obiettivi che devono da una parte dare visibilità alla fondazione, dall’altra rispondere ad esigenze concrete e sentite: solo così le fondazioni saranno in grado d’esercitare il "loro utile servizio ".

Altro elemento da non trascura è quello che le fondazioni debbono operare come ‘gruppi di pressione’ perché venga riconosciuta la loro utilità sociale, senza dover essere ingabbiate in normative rigide che finiscono per essere poi dei ghetti giuridici.

( dott. Michelangelo Cibin)

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