Voto on line? SI , grazie!

di Enrica Landolfi

 

Forse non tutti sanno dell’esistenza di una società (i.e.: Election.com al sito www.election.com) che, incredibile ma vero, è in grado di  organizzare elezioni on line. Si tratta di una bella trovata che, se fino a poco tempo fa, ha trovato molti proseliti in clienti privati, negli ultimi giorni ha curato le prime elezioni pubbliche on line nella storia degli Stati Uniti. Niente più code, bando ai rappresentati di lista, basta certificati elettorali: il voto per le primarie democratiche nello Stato dell’Arizona, per chi avesse potuto e voluto,  ha potuto essere espresso tramite Internet. Il tutto nel rispetto dei diritti che gli Stati Uniti riconoscono al cittadino. Un voto veloce dunque, comodamente espresso da casa o dall’ufficio, economico per lo Stato dell’Arizona che con questo sistema ha notevolmente tagliato i costi di gestione delle elezioni riducendoli, secondo il parere dell’amministratore delegato di Election.com Joe Mohen,  almeno dell’8 %. Tutto liscio: spese ridotte, cittadini comodamente invitati ad urne elettorali virtuali, voto valido. Ma non poteva mancare un “Ma”. Questa volta la protesta arriva dal Voting Integrity Project (VIP) che ha lamentato la potenziale ingiustizia creatasi nei confronti di coloro che non sono “computer literate”, coloro, cioè, che non conoscono il mondo dei computer. Le etnie africane, ispaniche ed indiane secondo il VIP, sarebbero state poste in una condizione di netto svantaggio rispetto alle altre, economicamente e culturalmente più avanzate. La redazione di Diritto & Diritti ha intervistato Joe Mohen per saperne di più sulla vicenda. Mr. Mohen ci ha prontamente fatto sapere che la causa intentata dal VIP non ha avuto successo anche per il lavoro di supporto e pubblicità del nuovo sistema ad opera della Election.com. Molte delle altre organizzazioni nate a tutela dei diritti dei cittadini hanno, inoltre, considerato il voto on line come legittimo e a tutela dei principi democratici tanto cari agli americani, lasciando che il VIP fosse una sperduta voce nel deserto.

 

Ma come si fa a votare on line? Ecco allora spiegata la procedura del voto on line debitamente pubblicizzata al sito www.azdem.org così che si possa giudicare da soli.

Il primo passo è la solita registrazione on line per coloro che intendono avvalersi del voto tramite Internet. Conseguentemente, per posta ordinaria, arriva a casa dei registrati una specie di certificato elettorale che riporta una password da utilizzarsi al momento del voto. Il tutto sotto gli occhi attenti della VeriSign, società leader nei sistemi di sicurezza per Internet che già da tempo vende sistemi di criptaggio per effettuare transazioni on line. Per quanto riguarda la segretezza del voto è stato utilizzato un sistema semplice e, quindi, limpido. I dati degli elettori, infatti, sono stati suddivisi in due database: il primo per i dati anagrafici ed il secondo contenente i voti espressi. I due database non sono passibili di confronto e, a vigilare sulla corretta utilizzazione e collocazione dei dati, è stata prevista la presenza di ispettori pubblici esperti in informatica. Ecco tutto! Semplice, facile, economico!

Si potrebbe, però, obbiettare che il voto on line espresso da casa potrebbe dare  luogo ad incertezze sulla identità dell’elettore che normalmente in Italia, una volta presente nel seggio elettorale, deve mostrare un documento per farsi identificare come l’effettivo titolare del diritto all’elettorato attivo. Di fronte a questa obiezione, Mr. Mohen ha gentilmente replicato informandoci che negli Stati Uniti per tutelare il diritto alla privacy e la segretezza del voto, la identità degli elettori non potrebbe comunque essere controllata. Si auspica adesso, secondo il Mohen, ad una Digital Certificate Registration Authority gestita dallo Stato, un ente pubblico, cioè, che sia in grado di emettere certificati elettorali basandosi sulle credenziali digitali degli elettori.

 

Ma non poteva mancare una nota folkloristica ed allegra delle elezioni on line svolte nello Stato dell’Arizona, non poteva mancare il tocco tipicamente americano! Dopo aver votato tramite Internet, il cyber-elettore ha anche avuto la possibilità di ottenere un souvenir del “momento storico” di cui egli stesso si è reso protagonista. A richiesta, infatti, si è potuto stampare il proprio  certificato elettorale attestante la “virtualità D.O.C” della elezione!

Chissà se un giorno anche noi italiani potremo non incontrare i rappresentanti di lista!

 

Enrica Landolfi