inserito in Diritto&Diritti nel settembre 2002

LA RESPONSABILITA' DEL PRODUTTORE DI SIGARETTE IN ITALIA, FRANCIA E STATI UNITI D'AMERICA

di  Luisa Nava

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Indice

SEZIONE V
DALLA PRIMA CLASS-ACTION AD UNA RASSEGNA DEI PROCESSI STATALI.


SOMMARIO : 1. Introduzione. 2. L'iniziatore delle class-actions : Peter Castano. 3. La scesa in campo dei primi Stati : il Mississippi, il West Virginia e il Minnesota. 4. Il caso choc della Florida. 5. L'ultimo Stato a trattare individualmente con le tobacco companies : il Texas. 6. L'effetto domino dei primi processi statali. 


1. INTRODUZIONE.
Di seguito si passeranno in rassegna prima il caso Castano, che originariamente era stato concepito come una class-action monumentale ma che poi non ebbe fortuna, mentre in seguito si analizzeranno le iniziative giudiziarie portate avanti dai singoli Stati federali. Inizialmente si è avuto un gruppo ristretto di Stati (Mississippi, West Virginia, Minnesota, Florida, Texas) ognuno dei quali ha agito singolarmente per ottenere il rimborso delle spese mediche, mentre in seguito (visto che le azioni si moltiplicavano) è stato raggiunto un accordo tra le parti in causa che ha definitivamente chiuso la vicenda.
2. L'INIZIATORE DELLE CLASS- ACTIONS : PETER CASTANO.
Il 1994 si è rivelato essere un anno che ha segnato una svolta nei processi per fumo con l'inizio del caso CASTANO.
Nel 1993 Peter Castano morì di cancro ai polmoni all'età di 47 anni. Aveva iniziato a fumare quando aveva 16 anni e nei trent'anni successivi aveva cercato di smettere ma senza successo. Dopo la sua morte la moglie contattò un avvocato perché intendeva far causa ai produttori di sigarette e il legale decise che una "class-action lawsuit" era la soluzione migliore. [1] Nel febbraio del 1995 uno staff di 60 avvocati dava inizio al più grande processo sulla responsabilità del produttore della storia americana. [2] La "class-action" Castano v. American Tobacco sarebbe potuta arrivare a coinvolgere più di novanta milioni di fumatori e i danni avrebbero potuto ammontare a 40 miliardi $.
La class-action Castano v.American Tobacco si basa sulle "inherently unsafe"qualità della nicotina che sono state fatte oggetto di una grande e viva attenzione da quando, circa due anni prima, erano stati scoperti i documenti segreti della Brown & Williamson. Uno degli avvocati che patrocina questo caso è convinto che i precedenti processi contro i fabbricanti di sigarette hanno sempre avuto un esito negativo per i ricorrenti semplicemente perché le giurie ritenevano che i fumatori non avessero sufficiente forza di volontà per smettere di fumare. I giurati hanno spesso affermato che un fumatore ha deliberatamente assunto un rischio quando ha iniziato a fumare e che pertanto le conseguenze che ne possono derivare devono essere interamente a suo carico. Non va però dimenticato che i produttori hanno cercato sempre più spesso, negli ultimi tempi, di mettere in guardia il pubblico sul fatto che la nicotina provoca dipendenza.
I documenti interni della Brown & Williamson, uniti ad alcune testimonianze, hanno aperto una falla nel muro di falsità creato dai fabbricanti e dimostrato inequivocabilmente il loro inganno. Di conseguenza appare ipocrita continuare ad invocare la clausola dell'assunzione di rischio, così come continuano a fare i produttori. Poiché i fabbricanti hanno mentito sul fatto che la nicotina provoca dipendenza, i fumatori sono stati ingannati e non si può loro rimproverare di aver volontariamente assunto un rischio che neppure sapevano esistesse.
Inoltre, ai fini processuali, non è richiestà l'esistenza di particolari lesioni o malattie per poter ottenere il risarcimento danni. Il ricorrente non deve provare, ad esempio, che il cancro ai polmoni di cui soffre è il risultato del consumo di sigarette. Il caso Castano rappresenta tutte quelle persone che sono state diagosticate come nicotina-dipendenti oppure che non sono riuscite a smettere di fumare dopo aver ricevuto delle raccomandazioni in tal senso dai loro medici. In base a questa class-action hanno diritto ad essere risarciti anche i congiunti di quei fumatori che sono deceduti.
Non è stato ancora stabilito come verranno liquidati i danni, visto che il giudice che deve certificare l'azione non permette di procedere a delle stime fatte su base individuale.
Il caso Castano avrà successo solo se gli avvocati riusciranno a dimostrare che i produttori hanno condotto delle manipolazioni scientifiche. Essi dovranno pertanto provare che i fabbricanti conoscevano pienamente i rischi legati al fumo di sigaretta, ma che li hanno deliberamente nascosti appellandosi all'"attorney-client privilege". Secondo alcuni dei legali, per vincere questo caso è necessario anche provare che i fabbricanti intenzionalmente avevano come obiettivo i teen-agers, visti come coloro che avrebbero dovuto rimpiazzare i 400.000 e più fumatori che muoiono ogni anno. Esistono infatti delle statistiche che dimostrano gli sforzi condotti dai produttori per avviare i giovani al fumo di sigaretta. Inoltre questa pesante accusa sarà confermata in aula da quattro dei partecipanti alla class-action che hanno per l'appunto iniziato a fumare quando erano adolescenti. Si cercherà pertanto di dimostrare al pubblico che i fabbricanti hanno fatto di tutto per indurre i giovani a iniziare a fumare, pur conoscendo che il consumo di sigarette provoca dipendenza oltre a numerose e gravi malattie quali il cancro, l'enfisema oltre a seri problemmi cardiaci. Sostanzialmente hanno deliberatamente scelto di uccidere degli adolescenti.
Il 16 marzo 1996 la Liggett decise di sottoscrivere un accordo. Nonostante si tratti del più piccolo dei fabbricanti, con una quota di mercato pari solo al 2,5%, questo evento rappresenta comunque un successo nell'ambito delle tobacco litigation. L'accordo prevede nello specifico i seguenti punti :
1) la compagnia acconsente di versare il 5% dei suoi guadagni per i prossimi 25 anni per finanziare dei programmi volti a convincere le persone a smettere di fumare ;
2) essa accetterà le direttive imposte a livello federale in relazione alle modalità di sponsorizzazione e di vendita dirette agli adolescenti (si tratta però soprattutto di una concessione simbolica perché l'attività di pubblicità svolta dalla Liggett è molto limitata);
3) infine negozieranno la pubblicazione dei risultati delle ricerche scientifiche.
Inoltre la compagnia ha anche discusso la possibilità di trovare un accordo per quei casi che richiedono il pagamento di spese mediche.
La decisione della Liggett di trovare un accordo è, per molte ragioni, strategica. Innanzitutto un accordo libera la compagnia dall'essere parte in quattro processi intentati da altrettanti Stati che intendono ottenere il rimborso delle spese mediche sostenute per curare i fumatori malati, e l'importo che in tal modo la compagnia dovrà versare è molto contenuto.
Esiste attualmente una proposta di fusione tra Brooke Group Inc., affiliata della Liggett e R. J. R. Nabisco, proprietaria di R. J. Reynolds Tobacco, per cui se la fusione si realizzerà, l'accordo si estenderà di conseguenza anche alla Reynolds.
La decisione della Liggett di trovare un accordo ha avuto svariate reazioni tra i produttori e tra il fronte anti-tabacco. Molti sostengono che l'accordo avvantaggi i fumatori e rappresenti al contempo una rottura nei" processi per fumo" oltre ad un tentativo di instaurare un dialogo con il pubblico ; altri affermano che si tratti di una manovra per accelerare il processo di fusione tra Liggett e R. J. R. Nabisco mentre c'è invece anche chi sostiene che alcuni Stati come il Massachusetts, il Mississippi, il West Virginia, la Florida e la Louisiana abbiano attivamente preso parte ai negoziati che hanno portato all'accordo. [3] 
Il 23 maggio una commissione composta da tre giudici della 5th Circuit Court of Appeals di New Orleans ha respinto la richiesta di certificazione del caso Castano. In una decisione di 39 pagine i giudici hanno spiegato che esistevano troppe differenze tra le diverse legislazioni statali interessate e ciò avrebbe reso il caso praticamente impossibile da gestire. La Corte ha anche respinto il caso a causa del numero troppo elevato dei soggetti che avevano deciso di aderirvi. 
In marzo la Liggett aveva deciso di siglare un accordo, ma si era riservata il diritto di ritirarsi qualora la class-action non fosse stata autorizzata. All'udire la decisione della Corte i responsabili della Liggett hanno dichiarato che loro sono sempre del parere che un compromesso rimane la soluzione migliore per la loro compagnia. [4] 
3. LA SCESA IN CAMPO DEI PRIMI STATI : IL MISSISSIPPI, IL WEST VIRGINIA E IL MINNESOTA. 
Nell'ambito delle tobacco litigation il 1994 è ricordato per due motivi : il tentativo andato a vuoto di dar vita alla prima class- action ad opera dei legali di Peter Castano di cui si è dato conto nel precedente paragrafo, e l'inizio dei primi processi statali : il primo Stato che intenta un'azione legale è il Mississippi per recuperare le spese mediche sostenute per curare le malattie da tabagismo : raggiungerà un accordo per 14.7 miliardi $ nel 1997.
Il secondo Stato è il West Virginia a cui fa seguito il Minnesota. [5] Come ricorrente accanto a quest'ultimo c'è anche Blue Cross Blue Shield of Minnesota, un'organizzazione senza scopo di lucro che offre servizi per la cura della salute e che assiste circa 1.600.000 persone. La controparte è rappresentata dalla Philip Morris, R. J. Reynolds, Brown & Williamson, Lorillard, Liggett Group, the American Council for the tobacco research che è un'organizzazione non-profit creata nel 1964 come successore del TIRC (Tobacco Institute Research Committee). Quest'ultimo era stato fondato nel 1954 dai presidenti delle società leader nella produzione di sigarette, dopo che i primi resoconti in materia avevano cominciato a parlare di legami tra cancro ai polmoni e fumo. Come ultimo soggetto resistente vi è the Tobacco Institute, un'organizzazione non-profit creata dai produttori di sigarette come gruppo di scambio.
I ricorrenti accusano i produttori di sigarette di frode a danno dei consumatori, pratiche commerciali ingannevoli oltre che illegali, pubblicità ingannevole, violazione delle leggi antitrust e chiedono più di un miliardo $ a titolo di risarcimento oltre ai danni punitivi e alla sospensione dell'attività commerciale.
La parte civile afferma che i produttori di sigarette sono responsabili per i danni alla salute dei fumatori, perché essi per quarant'anni hanno creato confusione sulla effettiva pericolosità del fumo, hanno soppresso le ricerche, manipolato la nicotina per creare dipendenza nei fumatori e infine hanno cercato di reclutare nuovi clienti tra i giovani. Inoltre sono accusati di non aver mantenuto una promessa fatta nel 1954 attraverso un giornale nazionale, vale a dire di proteggere la salute dei consumatori, in quanto hanno continuato a controllare il mercato e a violare le leggi poste a protezione della salute dei consumatori in modo da ingannare i fumatori, oltre a continuare a nascondere i risultati delle ricerche.
Dal canto loro i produttori si sono difesi sostenendo che non c'è niente nella loro condotta degli ultimi quarant'anni che possa aver provocato un aumento nelle spese mediche. Hanno negato di aver manipolato la nicotina, di aver cercato di reclutare i giovani e di aver messo in atto pratiche antitrust. Hanno inoltre affermato di aver sostenuto le ricerche sui danni da fumo così come i programmi per prevenire la vendita di sigarette ai minorenni. Sostengono inoltre che gli abitanti del Minnesota conoscevano da tempo i rischi legati al fumo.
La trattazione di questa causa ha ovviamente richiesto, data la sua natura, l'intervento di numerosi esperti.
I medici hanno certificato che il fumo causa cancro ai polmoni, malattie al cuore, enfisema e altre malattie mentre le industrie del tabacco hanno dichiarato tramite i loro esperti che il fumo può essere un fattore di rischio per alcune malattie ma che non è ancora stato definitivamente provato il nesso di causa-effetto.
I produttori sono stati accusati di frode : a tal fine si è proceduto a comparare quanto risulta dai documenti interni dei produttori sui pericoli del fumo con le loro dichiarazioni pubbliche ; un professore universitario esperto di antitrust ha dichiarato che le industrie del tabacco controllavano il mercato attraverso un accordo che prevedeva di tenere nascosti i pericoli legati al fumo.
Alcuni esperti e la lettura di alcuni documenti interni hanno provato che i produttori di sigarette usavano l'ammoniaca per aumentare l'effetto della nicotina anche se le industrie affermano che tali accuse sono infondate. A tal proposito è stato sentito un esperto, un professore di medicina, che ha testificato che la nicotina è stata addizionata.
Attraverso l'analisi di documenti interni sono state scoperte le modalità di sponsorizzazione delle "sigarette leggere" e di quelle col filtro che erano presentate come assolutamente non nocive per la salute. 
Ancora una volta i documenti interni hanno provato che i produttori avevano spesso come destinatari delle loro campagne pubblicitarie i giovani ; a tal proposito è stata sentita la testimonianza di un professore universitario di epidemiologia. Un professore di storia dell'Università del Minnesota ha deposto invece a favore dei produttori, affermando che sia gli abitanti del Minnesota che i capi di governo conoscevano i rischi legati al fumo. Esperti dalla parte delle industrie del tabacco hanno raccontato come per decenni the Tobacco Research Council, un gruppo di produttori costituitosi nel 1954 in risposta all'allarme fumo, abbia condotto ricerche sui pericoli del fumo per la salute.
Altri esperti hanno testimoniato in relazione ai costi sostenuti per curare le malattie da tabagismo, iniziando dalle statistiche della Blue Cross Blue Shield dalle quali risulta che le spese in questione hanno superato il miliardo $ nel ventennio. [6]
Si è trattato di un processo lungo e complesso che si è concluso con un accordo l'8 maggio 1998 : i produttori hanno acconsentito di pagare 6 miliardi $ in un arco di tempo di venticinque anni per risarcire i costi per la cura dei fumatori malati, oltre ai danni punitivi. 
Alcuni giorni prima il difensore dei produttori di sigarette aveva ammesso che probabilmente i suoi clienti avevano commesso degli sbagli ma che non dovevano alcunché né allo Stato né alle compagnie di assicurazione perché non c'era alcuna prova che qualcuno dei produttori avesse causato un danno. [7]
Un mese prima che il processo terminasse un rappresentante dei Repubblicani della Virginia aveva diffuso via internet migliaia di pagine di un dossier interno delle industrie del tabacco che rivelarono dei dati sconcertanti e che discreditarono definitivamente i produttori. Quei documenti evidenziarono in maniera estremamente dettagliata che c'erano state delle soppressioni di ricerche scientifiche : gli avvocati delle compagnie produttrici controllavano le ricerche sul fumo e la salute e nascondevano ovviamente ciò che avrebbe potuto pregiudicarli. (una conferma, quindi, di quanto già emerso nel caso di Susan Haines). Alcuni difensori della R. J. Reynolds avrebbero distrutto lettere e documenti per ragioni legali ; sempre secondo gli archivi di questa compagnia uno scienziato avrebbe scoperto il modo di rimuovere il monossido di carbonio dalle sigarette ma era stato dissuaso da un avvocato il quale temeva che la scoperta avrebbe significato un'ammissione da parte dei produttori che il fumo conteneva quella sostanza. Un loro resoconto del 1978 affermava che il fumo del tabacco non provoca malattie nei non-fumatori con la conseguenza che invece ne provoca nei fumatori.
Gli attuali avvocati dei produttori di sigarette affermano che i loro predecessori stavano semplicemente cercando di evitare le liti e che volevano costruirsi una efficace difesa nel caso in cui qualche cliente avesse deciso di agire legalmente. Uno di loro inoltre afferma che le presunte "pressioni" verso gli scienziati erano finalizzate a ottenere documenti accurati e precisi. In realtà però i legali sarebbero andati ben oltre, come documenta un fascicolo processuale della R. J. Reynolds. I loro avvocati avrebbero suggerito di sopprimere i risultati delle ricerche scientifiche, oltre a scoraggiare quelle ricerche che evidenziavano un legame tra fumo e danni alla salute. Bisognava poi fare attenzione a come ci si esprimeva : il termine "cancerogeno" non doveva essere preceduto da "provato" ; una lettera dello studio legale della Brown & Williamson raccomandava ai suoi impiegati di non usare la parola "dipendenza" mentre si parlava dell'abitudine di fumare a causa del particolare significato che quel termine presenta in relazione all'uso della droga. I produttori hanno fatto di tutto per provare che il fumo non causa dipendenza e hanno anche compiuto degli sforzi notevoli per dimostrare che il loro prodotto non era pericoloso, facendo anche degli esperimenti sui criceti. Durante uno di questi esperimenti si decise di escludere una delle cavie perché a volte intenzionalmente smetteva di respirare quando veniva esposto al fumo. 
Un documento del Tobacco Research Council proponeva uno studio per dimostrare che le sigarette non sono un'abitudine più diffusa del bere coca-cola o del chewing gum. Numerosi memorandum dei produttori evidenziavano il bisogno di educare il pubblico sui benefici effetti del fumo, uno dei quali sicuramente era la riduzione dello stress. Già nel 1958 le industrie avevano condotto ricerche sui rischi per la salute, in modo particolare su tutto ciò che poteva procurare il cancro e avevano in seguito raccomandato di creare un corpo di leggi ad hoc negli Stati dove cresceva il tabacco e dove si eleggevano i giudici. 
Dai documenti in questione sono emersi anche dei particolari interessanti sui rapporti che i fabbricanti avrebbero dovuto intrattenere con le organizzazioni che difendevano gli interessi dei fumatori : nessuno di questi ultimi avrebbe beneficiato di un trattamento di favore, neppure l'American Cancer Society o i gruppi per la cura di cuore e polmoni e le loro organizzazioni locali. 
Altri documenti illustravano in dettaglio le ricerche condotte per evidenziare le altre cause del cancro, fra cui lo stress e la predisposizione genetica ; si è persino giunti a citare uno studio di Zamboni, il quale afferma che i bambini sono a più alto rischio degli adulti di essere danneggiati se esposti al monossido di carbonio perché hanno un metabolismo più elevato. La vera causa dei problemi di salute quindi è il monossido di carbonio, non l'esposizione alle sigarette. Sono emerse anche delle rivelazioni sui modi che i produttori avevano per "migliorare" il loro prodotto attraverso l'aggiunta di additivi : da un documento datato 1977 è risultato che gli scienziati di una compagnia stavano discutendo sull'opportunità di aggiungere alle sigarette un narcotico detto etorfina che è 10.000 volte più analgesico della morfina. Un documento del 1983 della B. & W. ha rivelato che la compagnia non avrebbe mai incoraggiato un programma volto a dissuadere i giovani dal fumare.
Altri scritti hanno dimostrato l'impegno delle compagnie di cercare di avere una buona immagine pubblica mentre altri hanno testimoniato che il Tobacco Research Center spingeva le industrie a incoraggiare i loro rapporti soprattutto con quegli scienziati che affermavano la non pericolosità del fumo. [8]
4. IL CASO CHOC DELLA FLORIDA.
Il 1995 si apre con l'azione legale intentata dallo Stato della Florida volta (come le altre azioni statali) a ottenere il risarcimento delle spese sanitarie sostenute per curare le malattie da tabagismo. [9] Il 25/8/1997 il Governatore della Florida annuncia di aver raggiunto un accordo con l'industria del tabacco per 11.3 miliardi $. L'accordo in questione ha però segnato l'inizio di una serie di polemiche : sono stati infatti in molti a chiedersi perché i produttori avrebbero dovuto accettare un simile accordo e la verità che in seguito è venuta a galla è stata scioccante.
Le giurie avevano sempre sostenuto che siamo tutti liberi di consumare qualsiasi prodotto che sia legale, a patto che ne soffriamo le conseguenze, se e quando esse si verificano. Tuttavia secondo il fondamentale principio legale noto alla giurisprudenza americana come "assunzione di rischio", i singoli Stati possono sempre far causa a un produttore per il recupero delle spese mediche, ma in questo caso gli Stati sono soggetti all'onere della prova come qualsiasi privato cittadino e quindi devono confrontarsi con la stessa linea difensiva che l'accusato opporrebbe al privato (cioè quella basata sull'assunzione di rischio).
Sia in ambito scientifico che legale (nonostante le affermazioni degli antifumo) tutte le malattie da tabagismo sono determinate da numerosi fattori, vale a dire che è estremamente difficile stabilire se il tabacco sia stato la sola e unica causa della patologia.
La Florida (che aveva un gran deficit nel sistema sanitario ma che non voleva coprirlo aumentando le tasse) escogitò una soluzione legislativa "innovativa" : dichiarò che il "principio dell'assunzione di rischio " come linea difensiva nelle cause concernenti la sanità è illegale e che tale disposizione aveva efficacia retroattiva (era cioè applicabile anche a malattie da tabagismo causate da sigarette vendute decenni orsono). Per evitare il rischio di un verdetto avverso, la Florida rese anche illegale ogni clausola che richiedesse prova di causalità a livello individuale : quindi invece di dover dimostrare che la malattia di un certo individuo fosse stata causata dal fumo, l'accusa doveva solo produrre statistiche cumulative che evidenziassero la maggior presenza di certe malattie tra i fumatori. Es. : se le statistiche dicono che il cancro ai polmoni è prevalente nei fumatori (oltre i 70 anni d'età in media), se Tizio fuma ciò costituisce prova che il suo cancro polmonare (contratto all'età di 50 anni) sia causato dal fumo, ad esclusione di qualsiasi altro fattore concomitante.
Lo Stato negò che in tal modo i produttori non potessero più difendersi. Un avvocato del PM disse :"...ciò non vuol dire che l'industria del tabacco sia senza difesa. Essa può ancora dimostrare che lo Stato abbia le mani sporche, cioè che esso abbia partecipato ad attività di promozione del tabacco". L'attività di promuovere una sostanza legale, e non provata letale tuttavia, è equiparata a un'attività criminale per pubblico consumo. In ogni caso lo Stato fece in modo che anche quella linea difensiva non fosse udita dalla giuria.
Durante il processo emersero altri fatti a carico dell'accusa che i produttori chiesero di poter presentare alla giuria ; il PM ne chiese però al giudice la soppressione che gli fu concessa. Si trattava soprattutto di fatti imbarazzanti : 10 dei 23 rappresentanti del Congresso della Florida avevano votato per continuare i programmi di finanziamento federale della produzione di tabacco ; lo Stato della Florida aveva appena investito 825 milioni $ dei suoi fondi pensione in azioni delle multinazionali del tabacco, mentre i detenuti delle carceri della Florida producevano grandi quantità di sigarette da vendere localmente oltre che per uso interno.
Poiché i produttori non potevano più difendersi e in quasi tutti gli Stati americani erano pendenti delle cause pressoché identiche e si guardava alla Florida come a un precedente, ecco perché le multinazionali si arresero e decisero di trovare un accordo (certo poco consensuale).
D'altra parte i produttori di sigarette si sottomisero al controllo della Food and Drug Administration (che non ha giurisdizione sul tabacco), alterarono la promozione del loro prodotto al punto da far pubblicità contro loro stessi, eliminarono le macchine distributrici di sigarette e infine accettarono di pagare enormi multe in quanto in futuro il numero dei giovani fumatori sarebbe diminuito di una percentuale stabilita unilateralmente dallo Stato e soprattutto in cambio di una parziale "immunità da processi" che fino a quel momento non erano costati loro nulla in termini di danni perché non era possibile provare la causa delle malattie da tabagismo.
Da notare che :
le procedure giudiziarie furono cambiate quando il processo era già iniziato, senza avvertire gli accusati, perché naturalmente lo Stato non avrebbe potuto dimostrare la causalità delle "malattie da fumo" ;
6 mesi dopo la Florida ripristinò le vecchie regole procedurali ;
i fumatori "usati" per la causa collettiva non intascarono nulla. Il risarcimento finì nelle casse statali e agli avvocati. [10] 
5. L'ULTIMO STATO A TRATTARE INDIVIDUALMENTE CON LE TOBACCO COMPANIES : IL TEXAS.
L'anno 1995 si è chiuso con l'iniziativa dello Stato del Massachusetts che ha deciso di perseguire i fabbricanti di sigarette per aver nascosto al pubblico i pericoli derivanti dal fumo. [11]
Dopo il Massachusetts è stata la volta del Texas che ha accettato di accordarsi con i produttori di tabacco i quali durante un periodo di 25 anni dovranno rimborsargli 14.7 miliardi $, i soldi spesi dal Servizio Nazionale per curare i fumatori malati. Inoltre gli industriali hanno costituito un fondo per fare pubblicità al fine di scoraggiare i giovani dal fumare.
Attraverso dei documenti interni dell'industria del tabacco il Texas ha perseguito 8 compagnie e 3 gruppi per farsi rimborsare circa 8.6 miliardi $ spese in cure mediche per i fumatori a partire dal 1968 ; con i danni la somma è salita a 14 miliardi.
Durante il processo i difensori dello Stato del Texas hanno accusato le compagnie di aver mentito agli ufficiali federali, di aver commesso frodi oltre ad aver pubblicizzato il loro prodotto per indurre i giovani a fumare (considerati come un rimpiazzo dei vecchi fumatori, per mantenere stabili i loro profitti).
I produttori di sigarette si sono invece difesi sostenendo di non aver fatto nulla di male vendendo un prodotto che nel Texas è legale ed hanno a loro volta attaccato ricordando alla giuria che le sigarette sono fonte di entrate tributarie (mezzo miliardo di $ all'anno) per lo Stato. [12]
Alla fine però, anche alla luce degli esiti dei precedenti processi statali, e soprattutto dopo quanto avvenuto in Florida, le parti hanno deciso di trovare un accordo.
6. L'EFFETTO DOMINO DEI PRIMI PROCESSI STATALI.
Dopo questi primi casi di azioni statali vittoriose, le iniziative legali si sono moltiplicate in numerosi altri Stati americani (nel periodo 1994-97) fino a raggiungere il numero di ben 37 Stati coinvolti. [13]
Nel giugno '97 è stato offerto un accordo nazionale : in cambio dell'abbandono dei processi statali e delle class-actions e di una sorta di immunità contro possibili future azioni individuali le multinazionali avrebbero dovuto :
accettare delle restrizioni volte a diminuire il numero dei giovani fumatori ;
pagare 368.5 miliardi $ in un arco di 25 anni ai singoli Stati e al governo federale.
Mentre il Congresso analizzava l'accordo, la cifra era nel frattempo salita a 516 MD . $ : nell'aprile '98 le industrie decisero di ritirarsi dall'accordo. Nell'estate dello stesso anno furono però avviati dei colloqui privati fra le parti per trovare un'intesa che non necessitasse dell'approvazione del Congresso. Il 16/11/1998 venne finalmente raggiunto un accordo per 206 miliardi $.
Si tratta del più grande accordo di risarcimento della storia che sia mai stato raggiunto. [14] [15]


NOTE
[1] Tobacco liability - current issues.
[2] BBC News.
[3] Tobacco liability - current issues.
[4] Ndsn.org - summer '96.
[5] Health fi. "Landmarks in law", cap. 11.
[6] Pioneerplanet "A guide to Minnesota's case against tobacco".
[7] Cnn on-line, 8/5/1998.
[8] US News, 5/4/1998.
[9] Health fi. "Landmarks in law", cap. 11.
[10] Forces italiana "Lo stato che cambia le regole : il caso della Florida".
[11] Health fi. "Landmarks in law", cap. 11.
[12] Cnn on-line, 16/1/1998.
[13] Cnn on-line, senza data, dal titolo "Key events in State suits against tobacco industry".
[14] Cnn on-line, 16/11/1998.
[15] Cnn on-line, 16/11/1998.