Nunavut,
il nuovo Stato degli Inuit del Canada.
di
Barbara Faedda
1.
Gli Inuit e Nunavut
Oltre
il sessantesimo parallelo, all'altezza del circolo polare artico, circa 21.000
Inuit (l'85% della popolazione locale) difendono le loro tradizioni culturali,
religiose, artistiche e giuridiche in un territorio "nuovo", il
Nunavut (letteralmente "la nostra terra"), nato il primo aprile
1999, con capitale Iqaluit.
In
realtà, la popolazione Inuit complessiva consta di 126.000 unità, divise tra
Groenlandia, Canada, Alaska e Russia. Un gruppo affascinante che ha fatto
nascere negli antropologi una passione così profonda per la loro cultura da
determinare il sorgere di un settore specialistico, l'Antropologia
Artica.
Inuit,
"uomini". Finalmente liberi, anche da una denominazione, quella di
"eschimesi" (mangiatori di carne cruda), che mai era loro
appartenuta. Ventotto comunità
sparse su quasi due milioni di chilometri quadrati, con il compito, per certi
versi non invidiabile, di organizzare un nuovo governo. Liberi, ma pagandone
ancora le dure conseguenze, da un processo di colonizzazione etnogiuridica
pesante. Una colonizzazione che ha cancellato, per un lungo periodo,
istituzioni radicate nella tradizione giuridico-culturale dei nativi quale, ad
esempio, il song duel, la tipica
modalità pacifica di risoluzione del conflitto.
Il
song duel consiste in una sfida
canora in cui si mettono in gioco le abilità canore, compositive ed ironiche:
vince non chi abbia effettivamente ragione, ma chi riesca ad umiliare e
beffeggiare l'avversario. Questa forma di risoluzione non violenta, oltre che
nei casi non gravi, si riscontra in società che vivono in ambienti
particolarmente duri e rigidi, composte da gruppi poco numerosi, per i quali
la risoluzione pacifica spesso è l'unico modo per evitare scontri e forme di
astio e vendetta a lungo termine.
Riguardo
la durezza della colonizzazione etnogiuridica degli Inuit, l'antropologo del
diritto N. Rouland sottolinea come, nel confronto con l'esperienza vissuta
dall'Africa (per la quale si riscontrano numerosissimi esempi di resistenza),
la cultura Inuit abbia quasi completamente ceduto all'acculturazione. Egli
descrive le poche "sopravvivenze" e le individua quasi
esclusivamente nel campo di quello che noi definiremmo diritto
di famiglia.
Il
diritto cosiddetto moderno si è invece imposto soprattutto nell'ambito della
produzione e del commercio (diritto del lavoro e diritto commerciale); gli
anni settanta videro, inoltre, la concessione di statuti d'autonomia in
cambio, però, di alcuni diritti di sfruttamento governativo sui territori
tradizionali. Fu questo forse il momento più nero della politica governativa
nei confronti dei nativi; non è stato un caso che proprio nello stesso
periodo videro la nascita ed un veloce sviluppo diversi movimenti di
rivendicazione indigena.
Una
colonizzazione che ha imposto a comunità aborigene sistemi giuridici
occidentali che si sono rivelati estremamente nocivi per i nativi: moltissimi,
per citare un solo esempio, sono morti di inedia all'interno delle carceri
canadesi. Può essere interessante accennare brevemente, per averne almeno una
seppur vaga idea, alle più ricorrenti sanzioni nella cultura etnogiuridica
Inuit. Le sanzioni psicologiche hanno un effetto inevitabile: tale effetto si
raggiunge attraverso il biasimo e il ridicolo o addirittura non rivolgendo,
per un lungo periodo, la parola al colpevole. In certe società Inuit si
pratica abitualmente la confessione pubblica: al cospetto della comunità e
dello sciamano l'accusato ammette progressivamente le proprie colpe e tutti i
tabu violati.
Di
fronte a reati più gravi si ricorre all'ostracismo, caratterizzato da diversi
livelli di severità e da diverse tipologie d'attuazione; si può essere
estromessi dalla vita di gruppo relativamente ad alcune attività, non tutte.
Nel momento in cui l'ostracismo sia effettuato nella forma più grave,
l'individuo colpevole va incontro, oltre che alla morte sociale, spesso anche
a quella fisica, poiché senza il necessario sostegno del proprio gruppo non
può sopravvivere.
Nel
passato gli Inuit subirono, come altri nativi americani, la durezza della
politica assimilazionista che causò danni, sotto certi aspetti,
irreversibili: la totale mancanza di discrezionalità etnoculturale, di
sensibilità e comprensione fu l'ingrediente di una devastazione culturale di
dimensioni incommensurabili.
Furono
modificati, forzandoli, gli usi e i costumi di questo popolo che, da sempre
nomade, fu ridotto alla sedentarietà. Gente ingannevolmente spinta a
barattare le preziose pellicce con oggetti inutili o pericolosi come l'alcol.
Furono vittime di soprusi anche nelle fasce d'età più delicate: nella Dichiarazione
canadese di Riconciliazione con i popoli aborigeni si fa chiaro
riferimento, più di una volta, agli abusi fisici e sessuali subiti dai
fanciulli all'interno delle scuole federali.
Nel
1993 il governo canadese approntò una legge federale ideata appositamente
intorno alla possibilità di creazione dello Stato di Nunavut. In questo patto
bilaterale il Canada ha conquistato un primato invidiabile, poiché è stato
il primo Paese ad aver raggiunto un accordo completo con un gruppo indigeno,
diventando così punto di riferimento assoluto per tutti gli Stati che si
trovano a dover gestire, inevitabilmente, una "rivisitazione" del
proprio rapporto con minoranze e gruppi indigeni interni ai propri confini.
Dagli
Inuit comunque, gente rinomata per l'adattabilità, la creazione di Nunavut e
del relativo governo amministrativo che esso richiede è stata ben concepita,
e basa le sue radici su più di un ventennio di lavoro. In realtà le vere e
proprie trattative vantano una durata ben maggiore: un secolo di negoziati con
il governo di Ottawa.
La
forma politica di Nunavut è quella di stato federale (public government), non
una forma etnica d'autogoverno. I negoziatori che lavorarono a lungo sulle
rivendicazioni terriere per Nunavut decisero, da subito, di optare per la
soluzione dello stato federale, una decisione pragmatica indispensabile per
l'ottenimento di un proprio territorio. Tra gli Inuit, nel tempo, sono emerse
figure di leaders politici che sono riusciti a convogliare su di sé tutte le
voci dei rispettivi gruppi sociali, divenendo ago della bilancia in importanti
dibattiti con il governo di Ottawa.
Oggi
Nunavut è il primo Stato politico americano governato da nativi. In qualità
di territorio fa parte, quindi, della federazione canadese e gode di
un'autonomia nell'amministrazione locale, nell'educazione e nella giustizia.
Riguardo
la questione dell'autogoverno e della separazione, Will Kymlicka, nel suo
testo dal titolo La cittadinanza
multiculturale, ribadisce alcuni concetti fondamentali e significativi per
gruppi sociali che, come gli Inuit, hanno lottato e ancora lottano per una
loro indipendenza dal potere centrale: "… La minoranza nazionale
pretende di essere popolo distinto
dotato di diritti intrinseci di autogoverno. Anche se queste minoranze fanno
certamente parte di un paese più grande, ciò non implica che abbiano
rinunciato al loro originario diritto di autogoverno (…) esistono più
comunità politiche e l'autorità dello stato centrale non può prevalere
sull'autorità delle comunità nazionali che lo compongono. Se la democrazia
è il governo del popolo, le
minoranze nazionali credono che vi siano più popoli, ciascuno dei quali ha il
diritto di autogovernarsi".
Quale
ente istituzionale, il governo di Nunavut è responsabile delle operazioni e
dell'amministrazione del nuovo territorio. Ha il dovere di seguire fedelmente
le raccomandazioni del report preparato dalla Commissione
per la Realizzazione di Nunavut, l'agenzia creata sotto lo statuto
federale proprio per informare circa il progetto del nuovo governo di Nunavut.
Come
ogni altro canadese, i residenti Nunavut godono di un governo di tipo federale
ed hanno perciò diritti e responsabilità, determinati entrambi dalla Carta
canadese dei diritti e delle libertà.
L'Accordo
circa le Rivendicazioni territoriali Nunavut
specifica che il numero di Inuit impiegati nel servizio pubblico deve essere
direttamente proporzionale al numero di Inuit che vivono nella società
Nunavut. Insieme con i rappresentanti del governo federale, gli Inuit
ricoprono posizioni di rappresentanza all'interno delle istituzioni del
governo federale canadese, istituzioni nate dall'accordo di rivendicazione
territoriale.
Altro
risultato dello stesso accordo è stato che gli Inuit eletti negli organi
istituzionali del nuovo Stato e i rappresentanti governativi Nunavut siedono
accanto in specifici enti amministrativi quali il Nunavut
Wildlife Management Board, il Nunavut
Planning Commission, il Nunavut
Impact Review Board, il Nunavut
Water Board e il Nunavut Surface
Rights Tribunal.
Nunavut
non ha alcun partito a livello territoriale; l'Assemblea legislativa del nuovo
territorio opera sulla base di politiche di consenso. Le decisioni
dell'Assemblea sono prese in accordo con la maggioranza dei suoi membri,
piuttosto che sulla base di scelte operate tramite un partito politico. I
partiti politici esistono a Nunavut solo per le proposte di supporto ai
candidati che concorrono alle elezioni federali.
Nel
febbraio 1999 Nunavut ha eletto la sua prima Assemblea
legislativa, composta di 19 membri. I membri dell'assemblea legislativa
(MLAs) in tale occasione hanno tenuto una votazione segreta per eleggere uno speaker
che vigilasse le operazioni dell'assemblea; anche il premier
di Nunavut viene eletto con voto segreto, così come l'esecutivo.
Il
governo di Nunavut è organizzato in 10 ministeri (department), ciascuno
guidato da un ministro. Le elezioni territoriali sono tenute ogni cinque anni,
con voto popolare. A livello federale Nunavut è rappresentato da un membro
all'interno del Parlamento e da un senatore.
Elenco
dei Ministeri del governo di Nunavut:
-
Community
Government and Transportation
-
Culture,
Language, Elders and Youth
-
Education
-
Executive
and Intergovernmental Affairs
-
Finance
and Administration
-
Human
Resources
-
Justice
-
Sustainable Development
Mentre
il governo dei Territori del Nordovest conduce i suoi lavori quotidiano in
inglese, il governo Nunavut opera in Inuktitut, la lingua degli Inuit. Le
altre lingue officiali sono l'inglese e il francese. Nunavut ha la propria
bandiera e la propria divisa militare, così come altri simboli che lo
distinguono come stato e come territorio.
Riflettendo
e rispettando la diversa natura delle regioni che rappresenta,
l'amministrazione statale di Nunavut viene decentralizzata, contando
approssimativamente 700 quartieri generali, divisi tra Iqaluit, la capitale di
Nunavut, e altre 10 comunità - Igloolik, Rankin Inlet, Cambridge Bay, Cape
Dorset, Arviat, Gjoa Haven, Kugluktuk, Pangnirtung, Baker Lake e Pond Inlet.
Le
funzioni più importanti di governo, tra le quali quelle svolte dal Department
of Executive and Intergovernmental Affairs, dal Department
of Finance and Administration, dal Department
of Human Resources, e dal Department
of Justice si svolgono ad Iqaluit.
Uno
degli ultimi obiettivi del decentramento governativo è di dare un'autorità
con potere decisionale a tre regioni di Nunavut, ed estendere i numerosi e
vari incarichi a più aree possibili. I centri governativi regionali dovranno
essere situati ad Igloolik (nella regione di Baffin), a Rankin Inlet (regione
di Kivalliq), e a Cambridge Bay (regione Kitikmeot).
Non
appena lo stato di Nunavut ha raggiunto una organizzazione pressoché
definitiva, ha iniziato a ricevere la sua fetta di finanziamenti dal governo
centrale, per sostenere tutti i costi delle molteplici operazioni
organizzative e per i servizi pubblici. Questa formula d'accordo di
finanziamento a cinque anni sarà riferita approssimativamente al 95% delle
entrate finanziarie di Nunavut; il rimanente sarà ottenuto attraverso la
tassazione locale e la vendita di beni e servizi. Il budget governativo
centrale del 1999-2000 è stato fissato sui 620 milioni di dollari, 580 dei
quali servono per coprire i costi dei programmi e dei servizi.
Per
gli abitanti di Nunavut la creazione di un proprio stato e governo è il
prodotto e il risultato del loro lavoro e di quello che ha coinvolto molte
generazioni, tante idee, la saggezza e l'estrema abilità nell'adattarsi ad un
mondo in costante mutamento.
2)
Le prime battaglie per l'autonomizzazione e il riconoscimento dello
Stato di Nunavut.
L'ITC
(Inuit Tapirisat of Canada) fu fondato nel 1971 come organismo nazionale
dedicato ai bisogni e alle aspirazioni di tutti gli Inuit canadesi. La sua
grande forza ed incisività è derivata dagli individui, dalle comunità e
dalle regioni di cui si occupa.
Gli
Inuit canadesi sono estremamente orgogliosi del loro patrimonio culturale e
delle molte realizzazioni che segnano il corso di una storia di oltre 5.000
anni.
Con
l'arrivo dei primi europei e più tardi con l'arrivo dei nordamericani, gli
Inuit iniziarono purtroppo a cambiare il loro tradizionale stile di vita e
iniziarono quindi anche a lottare per la difesa e il controllo della cultura,
dei territori e delle relative risorse.
Missionari,
commercianti, amministratori imposero politiche estranee e violente. Come
risultato furono abbandonate tradizioni fondamentali e furono accettate nuove
ideologie, completamente estranee da una visione etnica tradizionale. Pian
piano gli Inuit persero il controllo anche sull'economia e sulla vita
quotidiana. Sebbene le intenzioni dei "bianchi" non fossero sempre
quelle di distruggerli, tuttavia di certo essi intendevano cambiarli. Si perse
l'identità culturale ed anche la peculiarità della gestione politica e
conseguentemente giuridica; si perse in pratica il potere decisionale.
Alla
fine degli anni sessanta divenne chiaro che, se si intendeva recuperare un
posto nella propria storia, si doveva rientrare attivamente nel processo
politico. Se gli Inuit non avessero fatto ciò, non ci sarebbe stato più
nulla da tramandare alle generazioni future. Bisognava rientrare nel processo
politico, anche per sviluppare nuove opportunità.
Il
primo passo fu di stabilire una struttura che avrebbe avuto il compito di
unire gli Inuit in un'unica voce. Così inizia la storia dell'ITC.
Nella
metà degli anni sessanta, infatti, alcuni studenti inuit provenienti dalle
zone più "remote", si incontrarono in alcune scuole superiori di
Churchill, Manitoba e Yellowknife. Ciò rappresentò un'occasione per uomini e
donne provenienti dalle differenti regioni per iniziare a discutere i problemi
di tutti gli Inuit. Da quest'incontro scaturì, infatti, un impegno concreto
per dibattere politiche di cambiamento.
Contemporaneamente
fu creata un'organizzazione chiamata Indian
and Eskimo Association (IEA). Essa aveva due obiettivi primari: 1)
condurre ricerche sui diritti dei popoli indigeni del Canada; 2) assistere
nuove organizzazioni aborigene canadesi nello sviluppare processi politici
intorno al riconoscimento dei diritti aborigeni, in particolar modo quei
diritti applicati ai territori e alle risorse. Nel 1969 Tagak Curley, uno dei
fondatori dell'ITC, fu chiamato a rappresentare gli Inuit come membro
dell'IEA.
Nel
1970 l'IEA sponsorizzò una conferenza nel Coppermine per discutere ciò che i
delegati Inuit identificavano come questioni particolarmente critiche, per
assicurare che la loro cultura non si limitasse semplicemente a sopravvivere,
ma che, in più, rifiorisse. Questa conferenza fu seguita da un meeting tenuto
a Toronto nel 1971. I sette Inuit che vi
parteciparono denunciarono l'urgente necessità di creare
un'organizzazione Inuit indipendente che lavorasse accanto alle altre
organizzazioni indiane.
Gli
anni settanta furono in realtà il periodo in cui l'idea di un paese autonomo
si rese concreta. Tagak Curley ribadì più volte e con forza l'importanza di
stabilire un'organizzazione amministrativa Inuit che diventasse responsabile
del coordinamento, del supporto agli affari regionali degli Inuit e ai loro
interessi a livello nazionale.
Furono
focalizzate in quegli anni le principali questioni che si sono rivelate, un
ventennio dopo, ancora quelle fondamentali: a) i diritti aborigeni, b) le
linee di sviluppo, c) il potenziale d'esplorazione del petrolio, d) il turismo
nel nord, e) la necessità di formalizzare i diritti degli Inuit, f) la
formulazione di precise politiche.
3)
Le tappe fondamentali della nascita dello Stato di Nunavut.
1973
– l'ITC (Inuit Tapirisat of
Canada) inizia a condurre studi sull'uso della terra Inuit e sull'occupazione
continuativa della stessa, che potrebbero eventualmente dimostrare
l'estensione del diritto di proprietà aborigena Inuit nell'Artico. Questo
studio rappresenta la base geografica del territorio Nunavut.
1976
– l'ITC propone la creazione
del territorio Nunavut come parte dell'ampia risoluzione delle rivendicazioni
terriere Inuit nei Territori del Nordovest.
1980
– al Convegno generale
annuale, l'ITC all'unanimità vota una risoluzione che invoca alla creazione
di Nunavut.
1990
– la federazione Tungavik di
Nunavut (TFN) e i rappresentanti del governo federale e territoriale firmano,
nel mese d'aprile, un accordo di rivendicazione terriera. L'accordo sostiene
la divisione dei Territori del Nordovest e indice un plebiscito sulla
questione dei confini.
1992
– il TFN e i negoziatori del
governo centrale trovano un accordo su un patto finale per la regione Nunavut.
Nel mese di novembre, in una votazione unanime, gli Inuit di Nunavut
ratificano l'Accordo sulle
rivendicazioni terriere Nunavut.
1993
– l'accordo sul futuro Nunavut
è firmato nel mese di maggio. In giugno, l'Atto
di Accordo sulle rivendicazioni terriere Nunavut e l'Atto
Nunavut sono adottati dal Parlamento canadese e ricevono l'approvazione
regia.
1997
– viene istituito un Ufficio
del Commissario ad interim per aiutare a preparare la creazione di Nunavut.
1999
– il primo aprile nascono il
territorio e il governo Nunavut.
**********
Nunavut
è formata da tre regioni: Baffin,
Keewatin e Kitikmeot,
a loro volta così composte >
Baffin:
Arctic Bay, Cape Dorset, Clyde River, Grise Fiord, Hall Beach, Igloolik,
Iqaluit, Kimmirut, Nanisivik, Pangnirtung, Pond Inlet, Qikiqtarjuaq, Resolute,
Sanikiluaq.
Keewatin:
Arviat, Baker Lake, Chesterfield Inlet, Coral Harbour, Rankin Inlet, Repulse
Bay, Whale Cove.
Kitikmeot:
Bay Chimo, Cambridge Bay, Gjoa Haven, Kugluktuk, Pelly Bay, Taloyoak.
**********
Riferimenti
bibliografici
Bassi
R., Nunavut: la nostra terra,
Meridiani, Editoriale Domus, n.88/2000.
Codignola
L. - Bruti Liberati L., Storia del
Canada, Bompiani, 1999.
Fabietti
U. - Remotti F., Dizionario di
antropologia, Zanichelli, 1997.
Kymlicka
W., La cittadinanza multiculturale,
Il Mulino, 1995.
Mauss
M., Teoria generale della magia e altri
saggi, Einaudi, 1965 e 1991.
Morazzoni
M., Il popolo dei ghiacci,
Meridiani, Editoriale Domus, n.88/2000.
Motta
R., L'addomesticamento degli
etnodiritti, Unicopli, 1994.
Rouland
N., Antropologia giuridica, Giuffré,
1992.
**********
Appendice
Canada's
Statement of Reconciliation with Aboriginal People
Dichiarazione
canadese di Riconciliazione con il Popolo Aborigeno
Discorso
pronunciato da Jane Stewart, Ministro per gli Affari Indiani e per lo Sviluppo
del Nord del Canada (DIAND[1])
traduzione
libera e parziale di B. Faedda
Poiché
canadesi aborigeni e non aborigeni cercano di camminare insieme verso un
processo di rinnovamento, è essenziale che affrontiamo l'eredità del passato
riguardante le genti aborigene del Canada, incluse le First Nations, gli Inuit
e i Metis.
Non
è nostra intenzione riscrivere la storia, ma piuttosto imparare dal nostro
passato e trovare modi per trattare gli impatti negativi che certe decisioni
storiche continuano ad avere nella nostra società di oggi.
Gli
antenati delle First Nations, gli Inuit e i Metis vivono su questo continente
da molto più tempo degli esploratori che vennero dagli altri paesi. Per
migliaia di anni le loro vite furono regolate dalle forme di governo che essi
stessi si erano scelti. Varie e vibranti, le nazioni aborigene avevano modi di
vita radicati nei valori fondamentali concernenti le loro relazioni con il
Creatore e con l'ambiente. Gli Anziani erano la memoria vivente dei loro
antenati e avevano la responsabilità di custodire le terre, le acque e le
risorse delle loro terre natali.
La
cooperazione e i valori spirituali dei popoli aborigeni che accolsero i nuovi
arrivati in questo continente troppo spesso sono stati dimenticati. I
contributi offerti dagli aborigeni allo sviluppo del Canada, quelli che ancor
oggi essi continuano a dare alla nostra società, non sono stati abbastanza
compresi.
Il
Governo del Canada oggi, per conto di tutti i canadesi, riconosce questi
contributi.
Sfortunatamente,
la storia riguardante il trattamento riservato agli aborigeni non è qualcosa
di cui andare orgogliosi.
Posizioni
di superiorità razziale e culturale hanno portato ad una soppressione della
cultura e dei valori aborigeni.
Come
Paese siamo responsabili delle azioni passate che hanno indebolito l'identità
degli aborigeni, reprimendo le loro lingue e culture e dichiarando illegali le
loro pratiche spirituali. Dobbiamo riconoscere l'impatto di queste azioni
sull'autonomia delle nazioni che furono disgregate, turbate, limitate o
perfino distrutte dall'espropriazione del territorio nazionale, dalla
ricollocazione degli aborigeni e da alcuni provvedimenti dell'Indian Act.
Dobbiamo comprendere che il risultato di queste azioni fu l'erosione dei
sistemi politici, economici e sociali delle genti e delle nazioni aborigene.
Contro
il fardello di queste eredità storiche è da riconoscere oltretutto agli
aborigeni una notevole forza e resistenza che hanno mantenuto nel tempo la
loro diversità e la loro identità storica.
Il
governo canadese oggi, formalmente, esprime a tutti gli aborigeni nel Canada
il profondo pentimento per le azioni poste in essere dal governo federale, che
hanno scritto pagine di dolore nella storia delle nostre relazioni reciproche.
Un
aspetto della nostra relazione con gli aborigeni che richiede, in questo
periodo, particolare attenzione è il sistema della scuola residenziale.
Questo sistema separò molti bambini dalle loro famiglie e comunità e impedì
loro di parlare la propria lingua e di imparare le loro culture e il loro
patrimonio. Nei casi peggiori lasciò dolore personale e tristezza che
continuano oggigiorno a risuonare nelle comunità aborigene.
Tragicamente,
alcuni bambini furono vittime di abusi fisici e sessuali.
Il
governo canadese è consapevole del ruolo che giocò nello sviluppo e
nell'amministrazione di queste scuole. In particolarmente diciamo a questi
individui che vissero la tragedia di abusi fisici e sessuali nelle scuole
residenziali, e che dovettero sopportare questo fardello credendo in qualche
modo di essere responsabili di ciò, che ciò che è successo loro non fu una
loro colpa e che non si sarebbe mai dovuto verificare.
Noi
chiediamo profondamente scusa a coloro che soffrirono questa tragedia nelle
scuole residenziali.
Nel
considerare l'eredità del sistema scolastico residenziale il governo canadese
propone di lavorare con le First Nations, gli Inuiti e i Metis, le Chiese e le
altre parti interessate per risolvere le questioni qui descritte. Noi abbiamo
bisogno di lavorare insieme su una strategia di riparazione, per assistere gli
individui e le comunità nel gestire le conseguenze di questa triste pagina
della nostra storia.
Comunque,
noi possiamo e vogliamo continuare a cercare i modi per affermare i contributi
della gente Metis in Canada e per trovare il giusto posto di Louis Riel nella
storia del Canada. La riconciliazione è un processo in divenire.
Nel
rinnovare il nostro accordo, dobbiamo assicurare che gli errori che segnarono
il passato non si ripeteranno.
Il
governo canadese riconosce che le politiche che hanno cercato di assimilare
gli aborigeni, donne e uomini, non furono un modo per costruire un paese
forte. Noi dobbiamo invece continuare a trovare modi nei quali gli aborigeni
possano partecipare pienamente alla vita economia, politica, culturale e
sociale del Canada, in un modo che preservi e migliori le identità collettive
delle comunità aborigene e permetta loro di evolvere e prosperare nel futuro.
Lavorando insieme al raggiungimento degli obiettivi condivisi ne trarremo
tutti dei benefici, Canadesi, Aborigeni e non-Aborigeni.
Io
ho firmato questo Statement oggi con il Rappresentante Federale, per
confermare l'impegno governativo di riconciliazione con il passato e di
costruzione di un futuro migliore insieme con la gente aborigena.
Le
nostre parole devono essere supportate da azioni concrete.
Dobbiamo
lavorare insieme per aiutare gli individui, le famiglie e le comunità
aborigene a risanare le ferite causate dagli abusi fisici e sessuali nel
sistema scolastico residenziale.
Oggi
il governo federale versa 350 milioni di dollari come primo passo per un
risarcimento iniziale. Saranno poi le First Nations, gli Inuit e i Metis
stessi che, insieme con i professionisti sociali e sanitari, ci aiuteranno a
strutturare un supporto che sia culturalmente adatto e che rifletta le
esperienze di comunità differenti.
Io
credo che molto si possa imparare dal progetto scolastico residenziale del
British Columbia, che fu iniziato dal Summit Chiefs ed è supportato dal
governo federale. Il progetto sta coordinando il supporto e i servizi di
riferimento, e sta provvedendo ad una cooperazione tra gli enti, per
assicurare che i bisogni delle vittime d'abuso non siano compromessi dai
confini giurisdizionali.
[1]
Tale dipartimento gestisce, dal 1966, i progetti e i finanziamenti
riguardanti gli aborigeni. È, ovviamente, un organismo destinato, una volta
raggiunti i principali obiettivi, ad essere smantellato.
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